Sono rari i momenti in cui si è in grado di analizzare con lucidità e sufficiente distacco le situazioni e le vicende che ci circondano, perchè è complicato evitare il trasporto emotivo e sfuggire ai condizionamenti dovuti all’opinione comune, al pensiero diffuso e alle troppe informazioni che ogni giorno assumiamo come verità. Questi sprazzi di cosciente consapevolezza spesso sono come epifanie, rivelazioni brucianti che svelano il senso di una realtà indecifrabile solo fino a pochi istanti prima.
Ieri le parole di un giovane ragazzo olandese hanno provocato tale reazione. Venuto sino a San Marino per compiere uno studio sulle piccole democrazie nel mondo, si è stupito della situazione drammatica in cui versa la Repubblica, chiedendosi come facessero i Sammarinesi a non accorgersi dei secoli di storia e tradizioni che trasudano dalle mura, dai vicoli, da ogni angolo del centro storico. Com’è stato possibile dimenticarsi di un simile patrimonio di democrazia ed indipendenza? Siamo così ciechi da non riconoscere che gli errori commessi hanno trasfigurato la nostra Repubblica?
Così mi è venuto in mente l’episodio di Emmaus, descritto nel Vangelo di Luca, in cui, qualche giorno dopo la morte di Cristo, due discepoli vennero avvicinati da un uomo che chiese loro cosa fosse successo a Gerusalemme. I due lo informarono di quanto accaduto e lo invitarono a mangiare insieme a loro. Durante la cena l’uomo spezzò il pane e, grazie a quel gesto, i due capirono
che si trattava del Messia e, a quel punto, il Messia sparì. Come potevano essere stati così ciechi, incapaci di riconoscere il volto di Gesù nonostante il tempo trascorso insieme?
Tale epifania, tale rivelazione, risvegliò nei due discepoli il fuoco della fede, aprendo loro gli occhi, svelando la realtà celata sotto l’apparenza della routine quotidiana. Forse la stessa routine che, annebbiando la nostra vista e le nostre menti, ci impedisce di avere gli stessi occhi di quel giovane studioso olandese.
Zavoli Luca