Ex dipendente spara su Delta. Il Messggero

Ex dipendente spara su Delta. Il Messggero

Buonasera, sono un ex dipendente del Gruppo Delta, ho ricoperto la carica di responsabile di filiale Plusvalore per più di 5 anni, dalla sua apertura, primavera 2004, al giorno delle mie dimissioni comunicate all’azienda nell’autunno 2009, dopo 7 mesi passati nel completo abbandono da parte della dirigenza tutta (Rteplus, di cui ero dipendente, Plusvalore e Gruppo Delta). Ho deciso di scrivervi dopo aver letto la lettera della ex collega Silvia Moauro, che non conosco personalmente ma che apprendo fosse ed essere tutt’ora dipendente del Gruppo Delta.


Premetto da parte mia a tutti i dipendenti del Gruppo tanta solidarietà ed un grosso “in bocca al lupo” affinché tutte le persone che oggi soffrono per la situazione in cui loro malgrado si trovano possano trovare una valida alternativa e comunque un posto di lavoro che torni a motivarle e a restituirgli quella dignità che tutti i dipendenti del Gruppo Delta meritano, per quello che in questi anni hanno dato e per il poco che hanno ricevuto. Condivido in parte quello scritto dalla ex collega; essendo fuori dal Gruppo da ormai 4 mesi ho avuto modo di riflettere meglio su ciò che è accaduto ed ho potuto farmi un’idea più distaccata degli avvenimenti: quello che mi lascia più stupito è che mentre gli organi nazionali di stampa e televisione si occupano quasi quotidianamente della crisi economica e riportano notizie di aziende che chiudono e mettono a rischio il posto di lavoro di 30, 50, 100, 200 dipendenti NESSUN RIBADISCO NESSUN telegiornale nazionale o quotidiano nazionale ha mai dato voce alle ragioni, alle ansie alle paure di quasi 1.000 dipendenti (oggi per ovvi motivi sono meno ma sono sempre oltre 700) e abbia sentito la necessità di capire veramente fino in fondo le ragioni di quello che è accaduto.

Su questo punto devo registrare il mio disaccordo su quanto scritto dalla ex collega Moauro quando afferma che le 21 società di servizi erano floride e non hanno mai sofferto un solo giorno di crisi. Purtroppo a quanto mi risulta non era così: le 21 società non erano assolutamente tutte floride, anzi molte di esse operavano con risultati estremamente negativi, coperti dalle buone performance soprattutto delle due reti commerciali di Plusvalore e Carifin, Reteplus e Carirete. Personalmente ero inquadrato con CCNL del credito come quadro direttivo di II livello e dal 2007 (ben prima della fatidica data del 3 Maggio 2009) ho smesso di percepire adeguamenti salariali, premi di produttività, addirittura i fringe benefits (auto aziendale ecc…..) hanno subito un netto deterioramento, benché la società di cui ero dipendente performasse molto bene, a detta dei dirigenti era il fiore all’occhiello del Gruppo, per dirla un po’ volgarmente ma con le testuali parole del simpatico e amico direttore commerciale “era la mucca da cui tutte le altre società mungevano”!

Non è questa la sede per scendere nei particolari ma la cattiva gestione sotto tutti i punti di vista del Gruppo da parte della dirigenza è stata la causa di quello che è accaduto. Preferisco poi non entrare nel merito della gestione che le direzioni generali facevano dei più grossi agenti, ma studiando i bilanci basterebbe andare a vedere le voci perdite su crediti e crediti ceduti. Tutto ciò per dire che non c’è nessun complotto come qualcuno vorrebbe far credere, né tantomeno che le sorti del Gruppo dipendono dalla guerra in atto fra Italia e Repubblica di San Marino (che senz’altro c’è) ma semplicemente da una cattiva gestione di un Gruppo messa in atto da dirigenti aziendali non all’altezza del ruolo, e fermiamoci qui! Vi sembra normale che in quasi 6 anni una filiale che aveva circa 40 milioni di € di crediti in essere non abbia mai avuto un ispezione dell’auditing interna?


Quello che dispiace è che alla fine a farne le spese sono sempre i lavoratori, quelli che un mio vecchio direttore commerciale amava definire “gli sbadilatori”, per individuare quelle persone che ogni giorno mettono nel proprio lavoro impegno, sacrificio, capacità il più delle volte a scapito della propria vita famigliare, della propria salute, del tempo libero per poi essere dimenticato da chi ha goduto della loro attività. All’interno del Gruppo Delta c’erano e ci sono tante persone con alte professionalità, a loro va tutta la mia vicinanza ed il mio dispiacere per la situazione in cui si trovano: ragazzi reagite, guardatevi intorno e scoprite tutte le opportunità che potete cogliere: siate audaci e venite allo scoperto, non aspettate, se potete la parola FINE.


La mia scelta di dare le dimissioni non è stata facile: sono un padre di famiglia (famiglia numerosa….. ho tre figli) e dopo tanti anni da dipendente ho “scelto” di continuare a svolgere la stessa attività da imprenditore assumendomi tante responsabilità in un periodo non felice per il settore del credito al consumo, ma credendo nelle mie capacità ed in quelle dei miei soci, soprattutto convincendomi che tutti abbiamo sempre svolto la nostra attività lavorativa con impegno, serietà, professionalità tanto spirito di sacrificio e soprattutto tanta umiltà. Umiltà che sarebbe bello sentire da parte di chi ha portato il Gruppo Delta, una splendida intuizione e realtà per quattro anni, a quello che oggi è: una scatola vuota che ovviamente non può essere appetibile ad alcuna realtà imprenditoriale: chi vuole investire in un Gruppo che ha il suo core business nell’erogazione di finanziamenti ma che da Dicembre 2009 non ne eroga più uno (ma che in realtà si era molto ridimensionata a partire dalla metà del 2008).

A prescindere dalla mia scelta ritengo che la collettività si debba assumere in questi casi l’onere di aiutare le persone più deboli ed in difficoltà soprattutto quando non ne sono la causa e quindi mi auguro che la vicenda possa comporsi al meglio per tutte le persone dipendenti del Gruppo Delta, a cui rinnovo tutta la mia solidarietà. Distinti saluti

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