Fantini: gli assegni Carisp San Marino trattati Icbpi, vigilanza Bankitalia

Fantini:  gli assegni Carisp San Marino  trattati Icbpi, vigilanza Bankitalia

Il dr. Mario Fantini, nella intervista rilasciata a La Tribuna Sammarinese, parla dei cd ‘contenenti le fotocopie fronte retro e le relative scansioni di 1.250.000 assegni bancari, con le relative girate’ ( Stefano Elli, IlSole24Ore) ‘sequestrati’ dai procuratori Fabio Di Vizio e Marco Forte, indagine Varano.
Di Vizio ne aveva fatto la base del suo
teorema su San Marino,
annunciando all’universo mondo di aver scoperto che, di questi assegni, ‘alcuni provengono da zone ad elevata infiltrazione mafiosa (Calabria, Sicilia e Campania)’.

Si tratta di cd ricavati dall’archivio Icbpi (Istituto Centrale Banche Popolari Italiane), fra l’altro ordinariamente vigilato dalla Banca d’Italia. ‘Rappresentano la normale
attività della Cassa
esplicitata attraverso le
sue agenzie. Ogni assegno
versato a San Marino
se non è tratto su una
banca di San Marino, torna
in Italia. Lo faceva ieri
e lo fa oggi. Il circuito è
obbligatoriamente questo
da sempre perchè è l’unico
modo perchè quell’assegno
venga negoziato’.

‘Si, questo è vero dottore,
ma si immagini l’impressione
che deve avere fatto
sugli inquirenti la presenza
di oltre un milione di
assegni?’.

‘La Guardia di
Finanza già in passato
aveva sottoposto a controllo
i titoli che tramitavano
sugli istituti centrali.
I titoli italiani di tutte le
nostre filiali si concentrano
lì e gli assegni portati
dai clienti alle filiali rappresentano
gli incassi della
loro attività. Non c’è
nulla di strano’.

‘Eppure i
Pm – chiediamo noi –
hanno detto che in prevalenza
gli assegni provenivano
dal sud Italia, facendo
intendere la potenzialità
di incappare nell’attività
della malavita organizzata?’.

‘Cassa di Risparmio
– risponde Fantini
– ha sopratutto clienti
del centro e nord Italia,
probabilmente questi
hanno anche rapporti di
lavoro al sud. Non sta alla
Cassa selezionare le provenienze.
In quanto alla
criminalità organizzata,
non mi risulta che fino ad
oggi sia stato mosso alcun
addebito in tale senso.
La Direzione Nazionale
Antimafia, che ha indagato
sulla materia sembra
fino ad ora non aver confermato
le tesi dei Pm di
Forlì. Ma anche se fosse
individuata traccia della
malavita, i primi soggetti
a dover essere indagati
dovrebbero essere le banche
italiane che hanno un
rapporto continuativo e
che quindi hanno consentito
l’uso di un blocchetto
di assegni ad un
malvivente e non certo
chi negozia l’assegno in
ultima istanza’.

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