Franco Cavalli – San Marino Oggi: Perquisizioni ‘conto Mazzini’, trovati in Italia accordi preelettorali

Franco Cavalli – San Marino Oggi: Perquisizioni ‘conto Mazzini’, trovati in Italia accordi preelettorali

San Marino Oggi

Nuovi sviluppi della maxi inchiesta che
ha portato alla luce la cosiddetta “tangentopoli sammarinese”


Perquisizioni “conto
Mazzini
“, trovati in Italia accordi preelettorali
/ Riguarderebbero
intese su vari settori ma anche su ruoli all’interno della Pa

Franco Cavalli

SAN MARINO. L’attività politica si trova sempre più intrecciata alle
vicende che riguardano la maxi inchiesta sul “conto Mazzini” che sta
scoperchiando importanti aspetti della vita politica sammarinese a cavallo tra
la fine degli anni ’90 e il primo decennio degli anni 2000. A fornire nuova
linfa ai giudici quanto si sta recuperando dalle perquisizioni eseguite, tramite
rogatoria, in Italia. Da quanto si apprende infatti, stanno per approdare ai
Tavolucci alcuni accordi preelettorali relativi a passate elezioni sottoscritti
tra alcuni degli indagati principali e non solo, dell’inchiesta sul “conto
Mazzini”. Si tratterebbe, ma il condizionale resta d’obbligo in questa fase, di
accordi e intese che sarebbero dovute essere rispettate una volta ottenuta la
vittoria alle elezioni. Accordi su più fronti, e che avrebbero riguardato ambiti
come le Telecomunicazioni, ma anche i Giochi o le infrastruttura da
realizzare.

Non solo, sembra proprio che ci
fossero anche aspetti riguardanti
incarichi nella Pa o spostamenti di
dirigenti o funzionari.
Un quadro che, se confermato,
avvalorerebbe ulteriormente la tesi
sostenuta dai magistrati inquirenti,
di una associazione a delinquere
che puntava a condizionare i soggetti
operanti nel mondo istituzionale
e imprenditoriale orientandone
l’attività in senso favorevole, ma
anche a condizionare il libero esercizio
del diritto di voto, a collocare
in posizioni strategiche persone ritenute
vicine all’associazione e comunque
portatori di interessi illeciti
di parte. “Interessi di parte” ovviamente,
che anteponevano a quello
dello Stato per conseguire per sé
o per altri, vantaggi ingiusti attraverso
provvedimenti normativi e
amministrativi favorevoli. Secondo
i giudici, infatti, i componenti della
supposta associazione criminale,
si proponevano di condizionare il
funzionamento di organi costituzionali,
di apparati della pubblica
amministrazione e il risultato delle
competizioni elettorali attraverso
una fitta rete di conoscenze nei
settori delle istituzioni, della politica
e dell’economia.
Inoltre, tale associazione sarebbe
stata in grado di mantenere
ed espandere il proprio potere, influenzando
la vita politica ed economica
del paese a vantaggio del
gruppo e a discapito della collettività,
attraverso il rilascio di autorizzazioni,
concessioni o licenze e la
sovrapposizione di ragioni di parte
rispetto all’interesse pubblico nella
nomina di funzionari e diplomatici.
L’azione quindi dei magistrati potrebbe
anche riscrivere o inquadrare
sotto una diversa luce, scelte e
nomine che hanno caratterizzato
l’agire politico non solo degli indagati.
Il materiale reperito durante le
perquisizioni in Italia deve ancora
terminare di essere consegnato
al tribunale sammarinese dal quale
sarà poi vagliato nell’ambito di
quella che è già stata ribattezzata
la “Tangentopoli sammarinese” e
che non finisce di fornire ulteriori
spunti e filoni abbracciando non
più solo politici, imprenditori e banchieri,
ma anche le scelte politiche
compiute, le nomine e l’azione
stessa di organi e apparati delle
istituzioni.

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