Franco Santi (Civico10) a Pedini Amati e a Gatti

Franco Santi (Civico10) a Pedini Amati e a Gatti

San Marino, 21 gennaio 2013
Alcune considerazioni dopo la lettura delle riflessioni di Marco Gatti e di Federico Pedini Amati pubblicate dai giornali di oggi, lunedì 21 gennaio.
Concordo pienamente con quanto scritto da Pedini Amati in merito alla necessità di portare avanti nel paese una determinata e convinta battaglia per la legalità, che si deve esplicare in tutti gli ambiti, da quello politico, a quello economico, a quello sociale e culturale. Una battaglia che dovrà essere portata avanti anche all’interno di quel tavolo pubblico/privato richiamato dal mio collega Pedini Amati, perché affermare con forza la necessità di legalità è un processo propedeutico a qualsiasi proposta che il tavolo proporrà al paese. Senza legalità tutte le opzioni che scaturiranno dal confronto partiranno in difetto e con prospettive poco solide.
Il processo della legalità parte dall’affermazione di una giustizia autorevole ed indipendente che giudica, da una pubblica amministrazione che applica leggi in maniera chiara e trasparente sotto l’occhio vigile e presente di un esecutivo che definisce gli obiettivi e ne verifica la corrispondenza, premiando i più virtuosi e intervenendo laddove si verifichino intoppi e inefficienze.
Passa attraverso percorsi di autonomia e di responsabilità che sempre più devono affermarsi nella nostra società e di cui siamo colpevolmente sprovvisti da troppo tempo.
Per questo credo che il tavolo pubblico/privato debba preoccuparsi in vie preliminare di mettere a punto una serie di norme e di interventi per garantire l’avvio di questo processo/percorso propedeutico, che passa attraverso una riforma del potere giudiziario e degli strumenti necessari a rendere la sua azione più incisiva e concreta, attraverso la piena attuazione dei principi di autonomia e responsabilità contenuti nella recente riforma della Pubblica Amministrazione, attraverso la concretizzazione di meccanismi di trasparenza e di condivisione dei processi decisionali.
E qui mi collego a quanto richiesto da Marco Gatti nel suo intervento.
Per rendere il nostro paese competitivo verso imprese serie, che intendano investire risorse per fare economia in maniera trasparente con prospettiva e con lungimiranza, non abbiamo bisogno di un governo con “maggiore autorevolezza nei processi decisionali”, perché questa è la realtà di oggi, dove è la politica che decide chi può venire a San Marino e chi no, chi può avere gli sgravi fiscali e chi no, chi può ottenere la residenza e chi no; servono regole certe, scritte bene, in cui le tempistiche e i parametri necessari siano oggettivi per tutti, verificabili e trasparenti.
Il freno alla competitività  è sempre stato e sempre lo sarà, l’eccessiva discrezionalità del potere esecutivo unita alla paura endemica del nostro paese di aprirsi verso l’esterno. Superiamo questi nodi e avremo realizzato una mezza rivoluzione. Questo è il tema fondamentale a cui deve dare risposta nei prossimi mesi il tavolo pubblico/privato e il Consiglio Grande e Generale che speriamo possa avere l’opportunità di esprimere a pieno il proprio mandato in questo senso.
Franco Santi – membro del Consiglio Grande e Generale – Movimento CIVICO 10

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