Fu effettivamente Su a non volere Eps al governo

Fu effettivamente Su a non volere Eps al governo

Se qualche mese fa sarei rimasto stupito dalla reazione scomposta di Alleanza Popolare, oggi invece devo dire che non mi sorprendono più i toni astiosi che qualcuno, in particolare Mario Venturini, da un po’ di tempo riserva a Sinistra Unita ed in particolare al sottoscritto. Forse lo deluderò dicendo che non intendo ricambiarlo in questa modalità che non condivido affatto, e cioè quella di tentare di screditare le persone anziché controbattere nel merito quando si viene toccati nel segno, anche perché da parte mia non nutro alcun rancore né verso Mario né verso altri di AP che al contrario continuo a considerare interlocutori importanti.

Non sto a ricordare certe campagne dei tempi lontani in cui AP era all’opposizione e che non si limitavano certo a timide considerazioni generali ma dipingevano le loro battaglie come la lotta contro i ‘trenta tiranni’, e senza lesinare nelle punte personalistiche. Dico però che il trucco di sfogarsi contro l’autore di una critica accusandolo di ogni nefandezza è un po’ vecchio e davvero poco efficace. Ricorda il proverbio cinese di chi anziché guardare la luna guarda solo il dito che la indica.

A distanza di un anno è bene però essere precisi nel ricordare: dopo il tentativo di dare vita ad una maggioranza di 31 Consiglieri (1 solo in meno di quella con AP del 2006, ed ultima chance per un possibile centrosinistra pur con mille limiti), SU rifiutò di imbarcare gli EPS che avrebbero rappresentato la salvezza delle poltrone ma che non avrebbero consentito di realizzare quel programma di cambiamento che è la ragione per cui facciamo politica. Di più, dicemmo no anche al governo in cui voleva imbarcarci AP assieme ai partiti che sono oggi maggioranza ma ai quali allora serviva andare alle elezioni occupando posti di governo. AP e gli altri volevano un Esecutivo di pochi mesi con la scusa di firmare gli accordi con l’Italia, in realtà solo per conquistare la poltrona in anticipo per il Patto per San Marino.
Chissà perché quella non poteva definirsi ammucchiata.
Oggi abbiamo visto tutti quanto fosse credibile la chimera del “governo breve” visto che l’attuale Esecutivo si trova in un vicolo cieco nei rapporti con l’Italia: o firmare la resa o rinviare ancora. E con le ultime votazioni abbiamo anche visto quanto siano tranquilli nella maggioranza, tanto da celebrare le fuoriuscite dal centrosinistra a suon di scivoloni in aula consiliare.

Possiamo tutti comprendere il nervosismo di qualcuno che dopo avere tanto auspicato la spaccatura del PSD oggi rischia di rimanerne vittima, e già intravede profonde incrinature nel centrodestra, ma non possiamo tuttavia rinunciare a svolgere il nostro ruolo di opposizione ricordando ai Cittadini le promesse pre-elettorali e denunciando tutte le incongruenze del Patto.

Mentre noi cercheremo di consolarci dal dolore causatoci dalla fuoriuscita dei maggiori responsabili della instabilità della legislatura precedente, gradiremmo che AP ogni tanto facesse sentire la sua voce non solo in termini autocelebrativi ma ricordando qualcosina delle sue vecchie battaglie molte delle quali tuttora valide. Da parte nostra assicuriamo il nostro sostegno, confortati dai riscontri che abbiamo tra i Cittadini, anche elettori di AP, a partire magari dalle residenze dove noi continuiamo ad essere convinti che vadano limitate e non concesse a discrezione come prevede il programma di QUESTO governo.

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