In un precedente mio articolo affermavo che aspetti come quelli legati alla vicenda Ritrovo di Serravalle/Fincapital non possono essere risolti col solito colpo di spugna. Così non è stato: il Congresso di Stato nella seduta del 7 aprile scorso ha approvato una convenzione che va a danneggiare in modo pesante la Fondazione. Ripercorro per sommi capi quanto accaduto.
Il 3 maggio del 1999 il Governo approva la convezione stipulata tra Ecc.ma Camera e Fondazione Ritrovo Lavoratori. Qualcosa non funziona. Tant’è che il 23 febbraio del 2004 il Congresso di Stato incarica l’Avv.ra di Stato, la Direzione Generale della Finanza Pubblica e il Presidente della Commissione di Controllo della Finanza Pubblica di procedere a una valutazione delle procedure legali e amministrative relative all’iter della pratica. Successivamente il Governo chiede alle Direzioni dell’Ufficio Progettazione e dell’A.A.S.P. di procedere alla verifica dei costi di costruzione dell’edificio. L’11 ottobre 2004 l’A.A.S.P. e l’Ufficio Progettazione inviano al Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente la relazione richiesta. Il costo di costruzione stimato dai tecnici A.A.S.P., diversamente da quello contabilizzato dalla Fondazione – con documento del 23.09.2004 – pari a 2.805.972 euro, ammonta a 2.009.000 euro.
Qui sorgono delle domande. Perché nella ristesura della convenzione non si è tenuto conto della differenza tra i due totali di costo? Perché l’Ecc.ma Camera paga a Fincapital più di quanto stimato dai tecnici A.S.S.P.? Di fronte a questi dati discordanti, perché non si è fatta luce attraverso il Tribunale o una commissione di inchiesta? Perché il Governo ha onorato un impegno verso una società privata a fine di lucro – v. Banca del Titano, costata alla collettività circa 15 milioni di euro – assunto da un governo precedente, benché la delibera fosse impugnabile? E perché, allo stesso modo, non onora l’impegno con la Fondazione? Perché nella ristesura della convenzione il Governo mantiene l’articolato che gli fa gioco e modifica in negativo quelle parti che riguardano il Ritrovo? Perché non si rispetta per intero l’articolo 6 della convenzione del ‘99 nel quale si affermava che la proprietà del piano primo sottostante sarebbe stata attribuita in via esclusiva al Ritrovo, sul quale non sarebbero dovuti ricadere oneri e spese di alcun genere? Perché nella nuova convenzione che dovrebbe andare a sanare le incongruità, s’insinua anche Fincapital, società estranea all’accordo tra Ritrovo e Ecc.ma Camera?
Come già ho affermato, ritengo che il Governo avrebbe dovuto onorare l’impegno. Ma non con la formula usata per Banca del Titano, che ha visto buttar via denaro pubblico. L’Ecc.ma Camera avrebbe dovuto pagare a Fincapital quanto stimato dai tecnici A.A.S.P. – più naturalmente gli interessi maturati. Non si può accettare che per chiudere la telenovela si debba pagare quanto chiesto dalla Finanziaria, penalizzando il Ritrovo. Se il Governo non ha forza e volontà necessarie per cambiare metodo, torno a suggerire che lo Stato paghi a Fincapital i 350.000 euro di differenza e che si appropri dei due negozi concedendone l’uso al Ritrovo.
Ricordo ai membri del Congresso di Stato che il Ritrovo dei Lavoratori non aveva chiesto la ricostruzione, ma la ristrutturazione dell’edificio; un edificio, che al contrario di quello attuale, aveva un piano fuori terra e una superficie calpestabile di 480 metri quadri. La demolizione/ricostruzione l’ha voluta e chiesta il governo di allora.
Si rispetti almeno quanto previsto dall’articolo 6 della convenzione del 1999. Questo è il minimo che si possa chiedere ad un Governo di cui fanno parte dirigenti socialisti e comunisti, oggi militanti nel PSD e in Sinistra Unita, espressioni di due partiti che dal 1945 al 1954 erano, assieme alla Confederazione Sammarinese del Lavoro, alla testa delle iniziative politico-associative. Voltare le spalle alla Fondazione significherebbe anche mancare di rispetto verso quei lavoratori, operai e contadini che con enorme sacrificio contribuirono alla costruzione del Ritrovo soltanto per avere uno spazio in cui socializzare, discutere dei problemi del Paese, del proprio futuro e di politica. Guardando a questa vicenda è davvero difficile riconoscere nei partiti di centro-sinistra traccia dello spirito solidaristico di quegli anni; e fa molto rumore anche il silenzio della Confederazione del Lavoro. PSD e Sinistra Unita sembrano non rappresentare più i valori ideologici di allora e neanche più quei valori espressione degli ideali del socialismo.
A questo punto ritengo opportuna una riflessione: suggerisco un incontro politico di maggioranza per una decisione definitiva e concordata che non penalizzi ulteriormente la Fondazione Ritrovo Lavoratori di Serravalle e che possa superare in modo positivo la soluzione che il Governo sembra volere adottare. Una soluzione che mi porta a dire – anche se a malincuore – che il Governo dimostra di essere forte con i deboli e debole con i forti.