Gazzettino. Indagine Chalet: Baita e Buson tacciono

Gazzettino. Indagine Chalet: Baita e Buson tacciono

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Baita in manette, l’imprenditore del Mose
non risponde alle domande poste dal gip

 Piergiorgio Baita è chiuso in carcere dalla scorsa settimana per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale

VENEZIA – Il presidente del gruppo delle costruzioni padovano Mantovani spa, Piergiorgio Baita, si è avvalso davanti al gip della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Belluno, dove è rinchiuso dalla scorsa settimana, con altre 3 persone, per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.

Il suo difensore, Paola Rubini, ha proposto al Tribunale del riesame di Venezia un’istanza di scarcerazione e dissequestro cautelare dei beni di Baita. Per la difesa, inoltre, la sede naturale dell’inchiesta sarebbe la Procura della Repubblica di Padova e non quella di Venezia.

Per Paola Rubini, legale di Piergiorgio Baita, in attesa del giudizio sulle eccezioni mosse al provvedimento del Tribunale di Venezia il prossimo passo sarà quello di rivolgersi al Tribunale del riesame. In quella sede – secondo il legale – verrà chiesta la scarcerazione di Baita e che la sede dell’inchiesta passi dalla Procura della Repubblica di Venezia a quella di Padova. Questo perché la sede della Mantovani è nel capoluogo euganeo mentre a Venezia c’è solo un ufficio amministrativo.

L’avvocato Rubini ha avuto un lungo colloquio con il proprio assistito: «È tranquillo – ha riferito -, sereno e molto determinato pur sapendo che quella che lo attende non sarà una passeggiata». Baita «sta studiando l’ordinanza del gip – ha aggiunto – per prepararsi ad un eventuale interrogatorio del pm».

Anche Buson, direttore amministrativo della Mantovani Spa, si avvale della facoltà di non rispondere. Scena muta davanti al Gip di Treviso, dove è in carcere, Nicolò Buson, arrestato per la presunta creazione di fondi neri attraverso una società di brokeraggio di San Marino. Buson, come riferisce il suo legale di fiducia Fulvia Fois, ha dato le dimissioni da tutti gli incarichi in Mantovani «per senso di responsablità, correttezza e congruenza», per non danneggiare quanti lavorano nell’azienda. Un gesto formalizzato davanti al gip che lo avrebbe dovuto interrogare per rogatoria. Fois si è poi rivolta al Gip di Venezia, Alberto Scaramuzza, che ha scritto l’ordinanza di custodia cautelare sulla scorta dell’indagine del pm Stefano Ancillotto, per chiedere la libertà per Buson. «Al gip di Venezia – ha detto Fois – mi sono rivolta già oggi, dopo l’interrogatorio di garanzia, perché per noi è evidente che, anche se i fatti fossero confermati, il ruolo di Buson è del tutto marginale; inoltre non c’è il rischio di inquinamento delle prove o di fuga». Il gip di Venezia si sarebbe riservato di decidere mercoledì prossimo. Fois ha consegnato a Buson numerosi attestati di stima giuntigli per posta dai tanti colleghi

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