Genocidio in Palestina, Movimento Rete chiede che San Marino faccia sentire la propria voce

Genocidio in Palestina, Movimento Rete chiede che San Marino faccia sentire la propria voce

La riflessione di Rete che stigmatizza il mutismo del Governo sammarinese sul conflitto in corso

“Dopo oltre quattro mesi di bombardamenti a tappeto del governo di Israele sui Palestinesi, con quasi 30.000 vittime a Gaza oltre a tutte quelle in Cisgiordania – scrive il Movimento Rete -, anche il Ministro degli Esteri italiano Tajani ha dichiarato che “la reazione di Israele è sproporzionata” e ha denunciato il “prezzo troppo alto” pagato dalla popolazione palestinese. Tralasceremo il fatto che il suo commento arrivi subito a seguito delle posizioni, sulla stessa linea, espresse dall’amministrazione statunitense. Almeno dal governo italiano una presa di posizione è arrivata.

Continua invece il mutismo del governo sammarinese, incapace di una qualunque forma di umanità nei confronti del genocidio in corso a Gaza. Che sussistano i presupposti per parlare di genocidio, lo ha affermato anche la Corte Internazionale di Giustizia la quale, a seguito del ricorso presentato dal Sud Africa, ha aperto un’inchiesta sul possibile genocidio da parte di Israele (accusa che, per la complessità dell’argomento, potrebbe richiedere anni per arrivare a una sentenza). La Corte, riconoscendo la catastrofica situazione umanitaria di Gaza, ha adottato cinque misure cautelari: ha ordinato a Israele di impedire che il suo esercito violi la Convenzione sul genocidio (approvata dall’ONU nel 1948) evitando di uccidere civili palestinesi o di provocare loro danni fisici o mentali, e dovrà evitare di imporre azioni che impediscano alle donne palestinesi di partorire.
Secondo le altre misure, Israele dovrà punire i cittadini israeliani che incitano al genocidio; dovrà consentire l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, senza limitazioni; dovrà impedire la distruzione di prove che potrebbero essere usate nel processo sul presunto genocidio che seguirà.

Purtroppo le immagini che arrivano quotidianamente dal Medio Oriente continuano a mostrare soldati israeliani che ballano e cantano davanti agli ostaggi, inneggiando allo sterminio dei Palestinesi; personale sanitario assassinato mentre tenta di soccorrere famiglie e bambini feriti; blocchi dei camion di aiuti umanitari sul confine egiziano, fino all’ultimo attacco di Israele proprio a Rafah, rifugio dei palestinesi sfollati.

Impossibile rimanere silenti di fronte a tanta ferocia, alla carneficina e all’occupazione totale dei territori palestinesi da parte del governo israeliano, che persegue la creazione di un unico Stato ebraico sulle terre palestinesi anziché accettare un progetto di convivenza con i palestinesi (che con gli ebrei hanno una lunga storia di coesistenza e rispetto reciproco). L’apartheid messo in atto con spietatezza da oltre settant’anni ha subito una drammatica impennata dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre scorso.

Cittadini israeliani a Tel Aviv e in tutto il mondo protestano contro il governo di Nethanyau e dei suo ministri, che accusano di antisemitismo chiunque contesti il massacro dei palestinesi. Anche i sammarinesi in questi mesi hanno voluto far sentire la propria voce, e lo faranno anche sabato 17 febbraio con una manifestazione, organizzata spontaneamente da un gruppo di cittadini, che partirà alle 15.00 da piazza Sant’Agata in Città.

RETE – conclude la nota – invita tutti a partecipare, contro ogni discriminazione, contro l’islamofobia, contro l’antisemitismo e per far sentire la voce di San Marino in difesa del diritto del diritto del popolo palestinese ad esistere e a vivere pacificamente.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy