Giorgio Barbieri di La Tribuna Treviso: La Finanza accusa Setten ‘A San Marino 5 milioni’

Giorgio Barbieri di La Tribuna Treviso: La Finanza accusa Setten ‘A San Marino 5 milioni’

La Tribuna Treviso

La Finanza accusa Setten  ‘A San Marino 5 milioni’

L’ex patron del Treviso Calcio è finito nel mirino della Procura di Forlì Tremano altri imprenditori della Marca: nella lista ci sono oltre mille nomi

Giorgio Barbieri

Nuovi guai in vista per l’imprenditore Ettore Setten, ex munifico patron del Treviso Calcio, ora indagato per bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento della Record Cucine, fiore all’occhiello del suo gruppo con sede a Pramaggiore. Il suo nome sarebbe infatti finito nel mirino della Guardia di Finanza e della Procura di Forlì che stanno portando avanti una maxi inchiesta su un enorme flusso di denaro passato dall’Italia a San Marino tra il 2006 e il 2014. Un’indagine che sta cercando di mettere ordine su un giro di 22 miliardi di euro, con 26.953 soggetti interessati e 2.500 società intestate a italiani. Secondo quanto pubblicato dal settimanale l’Espresso, Ettore Setten sarebbe uno dei 1.112 veneti finiti nella lente di ingrandimento delle Fiamme Gialle che lo accusano di aver nascosto al Fisco poco più di cinque milioni di euro.
L’inchiesta condotta dalla Procura di Forlì si chiama “Torre d’avorio”. Gli inquirenti, grazie ad un nuovo e sofisticato metodo d’indagine, sono riusciti a schedare quasi 27mila soggetti che, durante gli anni più duri della crisi economica, hanno esportato a San Marino oltre 20 miliardi di euro. Tra gli accusati, spiega il settimanale, ci sono anche industriali, commercianti, professionisti e anche qualche banchiere. Ma anche protagonisti di fallimenti «ora sospettati di aver svuotato le aziende, licenziato il personale e occultato i capitali all’estero», e una parte di questi nella repubblica del monte Titano.
Con ogni probabilità il nome di Setten è soltanto il primo. Insieme a quello dell’ex presidente del Treviso Calcio i finanzieri hanno scoperto i nomi di altri 1.111 veneti che ora iniziano a tremare. Qualche indagato ha già ammesso gli addebiti e saldato i conti con il Fisco, mentre altri contestano le accuse e affronteranno il processo.
Fino a qualche anno fa Ettore Setten era uno dei nomi forti dell’imprenditoria trevigiana. La galassia dell’imprenditore di Basalghelle – oltre alle fallimentari esperienze nel calcio come presidente dell’Opitergina, del Pordenone e del Treviso e l’ingresso in società nel Napoli – si era però sempre basata sulla solidità dell’impero dei mobilifici, ma comprendeva anche investimenti immobiliari nel settore turistico, aziende agricole, partecipazioni bancarie e intermediazioni mobiliari. Il vertice dell’impero di Ettore Setten risultava l’Attinia Srl, registrata come «attività di intermediazione mobiliare», che controllava tutte le attività di famiglia, con varie quote dei mobilifici, nelle strutture turistiche, in terreni, fabbricati e impianti.
I suoi primi guai sono iniziati proprio con il fallimento del Treviso Calcio che gli era costato nel 2009 un patteggiamento a un anno e otto mesi per bancarotta. La passione per il pallone l’aveva portato a patteggiare nel gennaio del 2010 quattro mesi per il mancato versamento dell’Iva, anche in quel caso usufruendo della sospensione. Nel settembre di due anni fa c’era poi stato il fallimento della Record Cucine di Pamaggiore, in provincia di Venezia. L’azienda era l’ammiraglia del gruppo Setten e la seconda azienda del settore legno del territorio per numero di addetti.
E proprio il fallimento della Record Cucine potrebbe costare un nuovo processo per Setten a Venezia con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Secondo l’accusa la bancarotta sarebbe stata per distrazione in seguito a vari versamenti fatti dalla società Record Cucine a Ettore Setten per un ammontare complessivo di 1,2 milioni di euro. I versamenti sono dello stesso periodo in cui scoppia il caso del fallimento del del Calcio Treviso. Secondo sempre l’accusa, una parte di questi soldi, sono stati sicuramente usati per sanare i bilanci del Calcio Treviso. La linea della difesa è
che successivamente al versamento di questi soldi sui conti del Treviso Calcio e prima della dichiarazione di fallimento dell’azienda, ci sono stati dei finanziamenti ai soci da parte di Ettore Setten e che per questo si tratterebbe quindi di “bancarotta riparata”.

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