Giorgio Cecchetti di mattinopadova.gelocal.it: Minutillo:«Sono stata usata»

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Caso Baita

Claudia Minutillo parla ai magistrati e nega le accuse: «Sono stata usata»


Interrogata l’ex segretaria di Galan: «Gestiva tutto la
Mantovani». William Colombelli preferisce tacere. Lunedì tocca a Baita e Buson

Giorgio Cecchetti

VENEZIA. «Io non so nulla, a gestire la parte amministrativa, anche di Adria
Infrastrutture, era la Mantovani e quando mi sono accorta che William
Colombelli, con cui avevo una relazione, mi usava io l’ho lasciato ma lui mi ha
molestata, è entrato in casa mia a Mestre, mi ha anche sequestrata». Questa la
versione di Claudia Minutillo, l’ex segretaria di Giancarlo Galan trasformatasi
in manager, che ieri mattina è stata interrogata dal giudice veneziano Alberto
Scaramuzza alla presenza del suo difensore, l’avvocato padovano Carlo Augenti, e
del pubblico ministero Stefano Ancilotto. È arrivata negli uffici del Tribunale
di piazzale Roma accompagnata da tre agenti della Polizia penitenziaria, aveva
le manette ai polsi come qualsiasi altro detenuto e un paio di grandi occhialoni
neri, che le coprivano metà del volto. È uscita ed è entrata con la testa bassa
per non farsi vedere, era tutta vestita di nero.

Sempre ieri mattina, anche Colombelli è stato interrogato dal giudice di
Genova, dove è detenuto visto che i finanzieri dei Nuclei di Polizia tributaria
di Venezia e Padova lo hanno arrestato a Santa Margherita Ligure dove
ultimamente risiedeva. Il presidente della Bmc Broker srl di San Marino, difeso
dall’avvocato Alberto Fogliata, però, si è avvalso della facoltà di non
rispondere e presumibilmente potrebbe chiedere di essere sentito dal pubblico
ministero veneziano che conduce le indagini dopo che il suo legale ha potuto
esaminare la documentazione d’accusa – si tratta di circa venti faldoni – già
messa a sua disposizione.

Mentre Piergiorgio Baita, difeso dall’avvocato Piero Longo, e Nicolò Buson,
difeso dall’avvocato Fulvia Fois, rispettivamente presidente della Mantovani spa
e ragioniere della stessa azienda, il primo rinchiuso nel carcere di Belluno e
il secondo in quello di Treviso, saranno sentiti dai giudici delle due città per
rogatoria lunedì mattina.

Ieri, a dispetto di chi sosteneva che anche Minutillo avrebbe taciuto, l’ex
segretaria prestata all’imprenditoria ha invece risposto alle domande, cercando
di sminuire il suo ruolo in questa brutta vicenda. Stando all’ordinanza di
custodia cautelare, lei è finita in manette in qualità di amministratore
delegato di Adria Infrastutture, società che ha utilizzato ben un milione e 800
mila euro di fatture fasulle rilasciate dalla ditta di Colombelli, ed è anche
sospettata di essere socia occulta della sanmarinese Bmc Broker. Inoltre,
sarebbe stata «tramite spesso tra Baita e Colombelli e partecipa alle operazioni
di restituzione del denaro illecitamente accumulato a San Marino». Minutillo ha
innanzitutto negato di essere socia occulta di Colombelli nella sua srl, quindi
ha spiegato di essere laureata in lettere e di non avere dimestichezza con conti
e fatture, così era l’apparato amministrativo di Mantovani ad occuparsi dei
bilanci e delle fatture di Adria Infrastrutture, ma non ha accusato direttamente
Baita.

Alla contestazione del fatto che più volte si sarebbe recata a San Marino,
incontrandosi con Colombelli, avrebbe risposto sostenendo di aver avuto per anni
una relazione con il cittadino sanmarinese. Avrebbe anche specificato che, dopo
essersi accorta, che lui la frequentava e la usava per i suoi rapporti con Baita
e la Mantovani, l’avrebbe lasciato. Colombelli, invece, avrebbe continuato a
tormentarla, a telefonarle, a presentarsi a casa sua e, in un’occasione, sarebbe
anche entrato contro la sua volontà, rinchiudendola in casa, tanto che lei
avrebbe anche telefonato al 113, senza però presentare alcuna denuncia. Per gli
investigatori, invece, i suoi frequenti viaggi a San Marino erano giustificati
dal fatto che riportava nel Veneto, a Baita, i soldi che la Mantovani pagava con
bonifici per le fatture false emesse dalla Bmc Broker. Dei dieci milioni di
euro, circa il 20 per cento sarebbe stato trattenuto da Colombelli per la sua
«commissione», mentre il resto avrebbe costituito un cospicuo fondo nero a
disposizione di Baita sul quale gli investigatori delle «fiamme gialle» stanno
indagando.Dopo la verifica fiscale e le perquisizioni, il 15 luglio 2012, Baita
aveva mosso le sue pedine per ostacolare le indagini o comunque essere informato
sulle intenzioni degli inquirenti. Così, un poliziotto di Bologna è stato
perquisito nei giorni scorsi per presunti tentativi, andati a vuoto, di avere
notizie «di prima mano» dagli investigatori, che subito avevano riferito al
magistrato, sulle indagini in corso. Nelle maglie degli accertamenti è così
caduto anche un poliziotto, finito nei guai per abuso di accesso al sistema
informatico. Il sospetto degli investigatori è che l’agente, già assessore alla
sicurezza del Comune di Bologna all’epoca della Giunta Guazzaloca tra il 1999 e
il 2000, possa aver fornito indicazioni sulle indagini.

 

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