Giovanni Guzzetta sul blocco dei giudici

Giovanni Guzzetta sul blocco dei giudici

Blocco nomina giudici: “viene menomata la funzionalità della giustizia”

Guzzetta: Rischio di richieste danni allo Stato per la denegata giustizia e pericolo per il processo “Mazzini” coi giudici di appello penale ingolfati da civile e amministrativo

Antonio Fabbri

La situazione è drammatica e l’ostruzionismo sulla nomina dei Giudici di Appello civile e amministrativo, oltre a esporre lo Stato di San Marino a dover risarcire i danni in decine e decine di casi, rischia di fare saltare procedimenti importanti, non ultimo, il “Conto Mazzini”. E’ questo il senso dell’accorato appello, l’ennesimo, del Dirigente del Tribunale, Giovanni Guzzetta, la presa d’atto della nomina dei due giudici di appello. Oltre a questo tiene a fare una serie di precisazioni. E’ la prima volta che un Dirigente del tribunale convoca la stampa. “Sui resoconti di presunte rivelazioni che a vario titolo chiamano in causa il tribunale di San Marino, presunte rivelazioni su trame e strategie volte a delegittimare il tribunale o alcuni dei suoi componenti, la gravità di queste rivelazioni ha imposto accertamenti alcuni dei quali ancora in corso, per disinnescare possibili preoccupazioni nella cittadinanza con riferimento a tali notizie”. Il riferimento appare evidente alle affermazioni di Gabriele Gatti con alcuni interlocutori, riportate su questo giornale, sulle quali, dunque, sarebbero in corso verifiche. Poi ci sono altre situazioni sulle quali il Dirigente precisa: “Si è parlato di responsabilità penali di magistrati del tribunale, di conflitti tra organi inquirenti… ebbene non esiste alcun conflitto all’interno del settore inquirente”, dice Guzzetta affiancato dai Commissari della legge Laura Di Bona, Simon Luca Morsiani e Antonella Volpinari.

 “Anzi, voglio ringraziarli per l’impegno e delicatezza del loro compito, coperto da doveroso riserbo che li costringe spesso a dover tacere. Non solo non esistono conflitti tra gli inquirenti, ma la collaborazione è valorizzata dal fatto che lavorano in pool, su mie disposizioni, su tutte le inchieste più delicate”.

Poi sulle presunte responsabilità di magistrati. “Voglio rassicurare voi e la cittadinanza che la magistratura compie ogni scrupoloso accertamento su ogni notizia di reato chiunque essa riguardi, ci sono procedimenti riguardanti magistrati già stati definiti con archiviazione e senza contestazione”.

Quindi il professor Giovanni Guzzetta compie una serie di considerazioni. “La prima è che sta per aprirsi l’appello del cosiddetto processo “conto Mazzini”, che per gravità dei reati contestati, per la rilevanza di essi nella vita dello Stato, assume una particolare importanza. E’ già agli atti di quel processo e nella sentenza di primo grado il tentativo, anche allora, di screditare il tribunale per condizionare l’andamento del processo stesso. Non spetta a me trovare analogie tra allora e quello che è successo oggi, indagini in corso accerteranno la verità dei fatti. Quello che posso dire con assoluta certezza, è che i magistrati del tribunale non cederanno a nessuna forma di intimidazione. Continueranno a svolgere il proprio mestiere e il proprio lavoro a testa alta, senza guardare in faccia a nessuno senza alcuna forma di condizionamento”, ha detto Guzzetta. E strettamente collegato al buon funzionamento del tribunale, è l’ostruzionismo messo in campo sulla presa d’atto della nomina dei giudici di appello. 

“La mancata presa d’atto sul reclutamento dei giudici di appello civile e amministrativo, all’apparenza è una questione minore. Invece è una questione cruciale per il funzionamento della giustizia. Occorre ribadire che la presa d’atto è il momento conclusivo di un procedimento avviato dal Consiglio Grande e Generale. È stato il Consiglio che ha dato ok perché si avviasse procedura nel marzo 2019. Ad oggi hanno assunto un ruolo emergenziale e di supplenza i giudici di appello penale. La presa d’atto non può essere rifiutata, anche perché  non prevede nessun atto deliberativo”.  E proprio dai Giudici di Appello Penale è giunta una lettera, ieri mattina, nella quale si ribadisce la difficoltà. Nella lettera i Giudici di appello – riferisce Guzzetta – ribadiscono di non essere più in condizione di ricoprire un ruolo di supplenza in ambito amministrativo e civile senza che l’attività della giurisdizione penale ne risenta, in particolare in questo periodo nel quale è prevista l’apertura del dibattimento di secondo grado del cosiddetto “conto Mazzini”.

La lettera si conclude con considerazioni molto amare sullo stato della giustizia, dalle quali emerge la determinazione, nel caso in cui mancasse un sussulto di responsabilità con la presa d’atto, di assumere decisioni definitive, e non sono certo che sarebbero le uniche. La situazione è drammatica – dice chiaramente Guzzetta – per questo la presa atto va inserita tra quegli atti di urgenza che la Reggenza, convocando con decreto reggenziale il consiglio,  può inserire perché vengano adottati anche a parlamento sciolto. Nulla impedisce che una convocazione venga fatta al più presto. E’ un atto improcrastinabile. Mancata nomina di questi giudici che aspettano solo questo atto di presa di cognizione – rimarca il Dirigente del Tribunale – con gli effetti di accumulo dell’arretrato danneggia esclusivamente i cittadini. Ci sono processi in attesa di essere trattati ed è in atto un diniego di giustizia, con il rischio molto concreto che lo Stato si trovi a subire nei prossimi anni gravi sanzioni pecuniarie per una non ragionevole durata dei processi. In una tale situazione – chiarisce Guzzetta – il potere giudiziario non ha solo il diritto, ma il dovere di segnalare e richiamare il potere legislativo ai propri doveri costituzionali, primo fra tutti non intralciare l’operatività degli altri poteri dello Stato. E’ un appello fermo e convinto di un potere dello Stato verso altro potere dello Stato. Il potere giudiziario non può tollerare la menomazione della propria funzionalità. I cittadini attendono giustizia e per questo stiamo lavorando, ma se non ci viene consentito qualcun altro si dovrà assumere le proprie responsabilità verso i cittadini

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