Giulio Lolli ricercatissimo da Rimini e San Marino, si trova a Tripoli, in liberta’

Giulio Lolli ricercatissimo da Rimini e San Marino, si trova a Tripoli, in liberta’

Giulio
Lolli
  ricercatissimo sia a Rimini  che a San Marino per la truffa ai danni di finanziarie e banche,  è  ancora a Tripoli e libero.

Da l’Informazione. com: Giulio Lolli, l’ex presidente di :Rimini
Yacht
al centro di una colossale truffa
basata sulla vendita a più clienti degli stessi mega yacht e di una bancarotta,
è libero a Tripoli, in Libia, in attesa di un pronunciamento della Suprema Corte
libica sulla sua opposizione all’estradizione. Lo ha fatto sapere l’Interpol
agli investigatori che si occupano delle due inchieste, una della Procura di
Bologna e l’altra della Procura di Rimini, su Lolli. Lolli era finito in carcere
vicino a Tripoli dopo essere stato arrestato in seguito ad un mandato di arresto
internazionale. L’arresto è di un anno fa, a gennaio, dopo otto mesi di
latitanza. Poi, qualche tempo dopo lo scoppio della rivolta anti-Gheddafi, Lolli
era diventato irreperibile. Le comunicazioni dell’Interpol lo avevano dato per
disperso. Ora la nuova comunicazione dell’Interpol. E secondo quanto si é
appreso Lolli, dopo essere uscito dal carcere, avrebbe anche partecipato alla
rivolta a fianco degli anti-Gheddafi. Parlando con gli amici avrebbe definito
‘un vero inferno’ il periodo dell’assedio a Tripoli. A questo punto si attende
la decisione della Corte suprema. In Italia Lolli è difeso dall’avv.Antonio
Petroncini. A Tripoli é assistito da un legale libico, che si è occupato anche
del suo ritorno in libertà, con una procedura che sarebbe simile alla cauzione.
Nello spezzone riminese dell’inchiesta era finita anche la “transazione” che
aveva visto protagonista un Bertram 570 già di proprietà di
Flavio Carboni  
(l’imprenditore coinvolto nell’ inchiesta P3) svanito dalle acque della darsena
del porto di Fiumicino nell’anno 2010. Nel filone bolognese c’é l’ipotesi di
verifiche fiscali “addomesticate” da parte della Guardia di Finanza, per le
quali quattro ufficiali delle fiamme gialle che a fine 2010 finirono pure agli
arresti domiciliari
.

 

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