Giuseppe Maria Morganti sul rilascio delle residenze

Giuseppe Maria Morganti sul rilascio delle residenze

In un lancio su Google Allert leggo che la testata Libertas.sm mi ha attribuito (insieme ad altri) la volontà di concedere residenze in automatico a chi verrà ad investire a San Marino. Contrariamente a ciò
sono convinto che la legge in vigore sia già sufficientemente ampia attribuendo il potere di concedere le residenze alla Commissione Esteri, ma non prima di aver effettuato un approfondito esame delle caratteristiche della persona e del tipo di investimento proposto in Repubblica. Secondo il mio punto di vista la legge 118/2010 non ha bisogno di essere riformata e di certo sarei contrario all’introduzione di qualsiasi automatismo nella concessione delle residenze. Ciò sia per la tutela della Repubblica (che ha già vissuto esperienze non edificanti in tal senso) che per la salvaguardia di rapporti di rispetto nei confronti degli altri Stati. Sono stato nell’ultima legisaltura membro della Commissione Esteri ed ho sempre sostenuto questa tesi, mantenendo una posizione di grande prudenza e richiedendo con insistenza l’applicazione di un regolamento che determini criteri certi di selezione per consentire una decisione più consapevole in merito al rilascio di residenze. Posso garantire che non ho mai pronunciato frasi (che invece mi sarebbero state attribuite) relative ad una maggiore liberalizzazione nel rilascio di residenze, caso mai ho sempre sostenuto che la Commissione Esteri, a causa di una carenza oggettiva nell’istruzione delle pratiche da parte degli uffici, sia costretta ad adottare decisioni senza sufficiente consapevolezza.

L’art.16 della legge 118/2010 al comma 3) recita testualmente: “La Commissione Consiliare Permanente Affari Esteri, Emigrazione e Immigrazione, su proposta del Congresso di Stato e previo parere obbligatorio della Gendarmeria, ha la facoltà di concedere la residenza anagrafica in favore di stranieri che:
a) rivestano incarichi dirigenziali o di primaria importanza nelle strutture sanitarie o socio-sanitarie sammarinesi, in istituti bancari, assicurativi e finanziari ovvero in materia di pubblica sicurezza;
b) rivestano incarichi dirigenziali in società di diritto sammarinese che occupano un numero significativo di dipendenti;
c) investano capitali ovvero li abbiano già investiti in territorio, anche tramite società controllate, in attività produttive con garanzia di impegni occupazionali, di acquisto di opifici industriali, di presentazione di business plan ovvero investano capitali nella ricerca o in settori di particolare interesse per la Repubblica…
Un articolo ben calibrato capace di dare tutte le risposte necessarie anche per sostenere lo sviluppo e lo farebbe ancor meglio se ad esso fosse affiancato un regolamento che indichi con esattezza i parametri entro i quali definire le decisioni.
Giuseppe M. Morganti

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