GIUSTIZIA. PACCHETTO ANTIMAFIA ‘CONTESO’ TRA DUE COMMISSIONI Agenzia Dire-Torre1

GIUSTIZIA. PACCHETTO ANTIMAFIA ‘CONTESO’ TRA DUE COMMISSIONI Agenzia Dire-Torre1

CASALI AI CONSIGLIERI: “ATTENTI A NON CADERE NEL RIDICOLO”
L’iter legislativo del pacchetto antimafia rischia di inciampare sulla querelle innescata dalla
commissione consiliari giustizia e da quella neonata e dedicata proprio alla lotta contro la criminalita’ organizzata. A spiegare la controversia in atto tra le commissioni presiedute da Edda Ceccoli e Marco Gatti e’ il segretario di Stato per la Giustizia, Augusto Casali, nel corso dei lavori di oggi pomeriggio della commissione consiliare Affari interni.
 Nel suo riferimento ha illustrato lo stato dell’arte dei quattro provvedimenti studiati insieme alla Fondazione Caponnetto e con la collaborazione del procuratore Pier Luigi Vigna: ovvero
quello che istituisce il reato di mafia, una normativa sulla confisca di beni, un terzo provvedimento per la creazione di una procura antimafia e, infine, un ultimo per la nascita di una sezione investigativa. Il pacchetto e’ stato presentato alle forze politiche a fine ottobre, da quel momento in poi la Commissione consiliare giustizia, insieme ai capigruppo, hanno
avviato il lavoro di valutazione sui testi, come richiesto da due ordini del giorno approvati in Consiglio grande e generale. “Ma tutto questo- spiega Casali- e’ avvenuto prima che si costituisse la Commissione antimafia che nel frattempo ha rivendicato la sua competenza sulle proposte di legge”. Una richiesta che lo stesso Guardasigilli ritiene “fondata”, ma che la commissione presieduta da Ceccoli respinge “per non recedere alla licenza avuta in Consiglio- motiva Casali- e perche’ si ritiene che la commissione antimafia, per 6 mesi impegnata con compiti di inchiesta, non possa avere il tempo per curare le proposte di legge”.
L’ultima puntata della querelle e’ andata in onda questa mattina, la commissione antimafia, riunita, non ha condiviso la decisione presa in Commissione giustizia.
“Bisogna stare attenti a non cadere nel ridicolo- bacchetta i commissari Casali- mentre parliamo sono emersi segnali preoccupanti, l’inchiesta della Guardia di Finanza di Rimini ha
messo in evidenza le falle di un sistema che devono preoccuparci”.
 Quindi, il Guardasigilli tira dritto: “Definiremo rapidamente di chi siano queste competenze e gia’ dalla settimana prossima si deve ricominciare il cammino dove e’ stato lasciato”. Punto di
partenza indicato dal segretario e’ quindi l’esame della bozza di legge sull’istituzione del reato di mafia. Ma non tralascia altre “questioni preliminari”, a partire dal tema caldo del riordino
delle forze di polizia, “su cui ci sono dei nodi da sciogliere”.
E poi la questione della collaborazione con le autorita’ italiane. “Servono progetti credibili per ricreare fiducia”, puntualizza Casali. “Alla luce dei fatti che stanno emergendo ed emergeranno- aggiunge- e che coinvolgono proprio la scarsa credibilita’ anche delle nostre forze di polizia e di alcuni corpi in particolare, non possiano perdere altro tempo”.
Concordi a riguardo tutti i commissari intervenuti nel dibattito che prendono posizione univoca poi sulla questione delle competenze: sintetizza il discorso, Silvia Cecchetti, Psrs: “Abbiamo creato la commissione antimafia, ma se sul nascere le togliamo la sua principale attribuzione non capisco perche’ l’abbiamo fatta”. Sulla stessa linea Pier Marino Menicucci, Upr:
“Dato che e’ stata nominata una Commissione antimafia- spiega- mi sembra naturale che sia questa a proporre al Consiglio progetti idonei”.
In maggioranza c’e’ identita’ di vedute: “La commissione antimafia c’e’ ed e’ giusto che le diamo piena operativita’”, ribadisce Massimo Cenci, Nps. Mentre Angela Venturini, Udm, suggerisce di “evitare i bisticci”. Gian Nicola Berti, Ns, oltre alle leggi, suggerisce di porsi delle priorita’: “Per prima cosa- chiarisce- il riordino e la riqualificazione delle forze dell’ordine”. Berti lancia una proposta anche all’indirizzo della magistratura: “Sia data la precedenza a reati
che possono essere collegati a criminalita’ organizzata-puntualizza- a misfatti, reati dolosi”.
   Infine Denise Bronzetti, Psd, corregge il segretario Casali: “E’ sbagliato- rileva- affibbiare troppe responsabilita’ a un unico organo dello Stato, quando invece ce n’e’ un altro che
pecca per mancanza di risposte”. Il presidente del Psd chiede quindi che sia “fortemente rivisto l’impegno del Tribunale”.

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