Green pass, Usl sprona il governo di San Marino: “Sia più incisivo con l’Italia”

Green pass, Usl sprona il governo di San Marino: “Sia più incisivo con l’Italia”

“Chiediamo pertanto che venga messa in campo ogni azione possibile al fine del superamento di questa situazione che sta indubbiamente creando tanta tensione fra i cittadini, cittadini che, ricordiamolo, si sono sottoposti con gran senso di responsabilità alle vaccinazioni con Sputnik, scelta obbligata nei primi mesi, e che ora paradossalmente, si vedono trattare come vaccinati di “serie B”.”

Così il sindacato sammarinese Usl interviene sul mancato riconoscimento da parte dell’Italia della vaccinazione con il russo Sputnik per la validità del green pass, a 10 giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori italiani. 

Il sindacato, in una nota, commenta “con soddisfazione” le rassicurazioni della Segreteria alla Sanità circa le trattative per ottenere una proroga della deroga prevista nell’art 6 del DL Italiano 111/ 2021 che concede ai sammarinesi vaccinati Sputnik l’esenzione dall’obbligo del green pass. “Ciò fa riaccendere la speranza – si legge ancora – anche se “resta tuttavia il nodo del vaccino russo Sputnik Vche ad oggi non è tra quelli approvati dall’Agenzia europea del farmaco (Ema) e che sembra non intenda a breve procedere al riconoscimento”.

Per Usl “ormai la questione è chiara: il suddetto riconoscimento europeo vale infatti in automatico per i vaccini approvati dall’Ema – quindi Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Johnson & Johnson – mentre per il russo Sputnik V l’Unione Europea ha lasciato libertà di scelta ai singoli Stati su come trattare la materia.  Al momento, nonostante le rassicurazioni generiche espresse in questi mesi,  molti paesi non hanno riconosciuto come valida la vaccinazione russa, lasciando così senza un valido green pass la stragrande maggioranza dei sammarinesi e migliaia di italiani residenti a San Marino.  

In assenza di una soluzione stabile – ricorda il sindato – i sammarinesi saranno quindi costretti ad effettuare a proprie spese un tampone rapido o molecolare per accedere fuori confine a eventi sportivi, fiere, congressi, musei, teatri, cinema, concerti, concorsi pubblici. Per sedersi ai tavoli al chiuso di bar e ristoranti, piscine, palestre.  Ma anche per visitare parenti nelle residenze per anziani e accedere alle sale d’attesa dei pronto soccorso o entrare nei reparti ospedalieri per far visita ai familiari ricoverati solo per fare alcuni esempi. Inoltre ricordiamo che per viaggiare all’estero quasi sempre sono richieste restrizioni ancora maggiori quali la quarantena”.

Ma il problema sarà ancora più ampio dal 15 ottobre in poi, quando cioè in Italia entrerà in vigore l’obbligo di avere il tesserino verde per poter lavorare.  “Qualora non ci dovessero essere ulteriori proroghe o sviluppi – scrive ancora Usl – quando scadrà la Deroga prevista nell’art 6 del DL Italiano 111/ 2021 ci saranno circa 1.200 lavoratori che ogni giorno si recano a lavorare in Italia e un gran numero di studenti che saranno costretti ad eseguire tamponi su tamponi, altrimenti vedranno negata loro la possibilità di recarsi al lavoro o di accedere a strutture scolastiche ed universitarie. 

Già si vocifera che qualche lavoratore sammarinese a contratto a tempo determinato e vaccinato Sputnik potrebbe non vedersi rinnovato il contratto in Italia.  

Noi come Organizzazione sindacale – prosegue Usl – abbiamo da sempre sostenuto, pur nel rispetto della libertà di scelta individuale, la necessità collettiva di vaccinarsi, perché il vaccino è uno strumento che finora si è mostrato efficace per combattere la pandemia. 

Per questo oggi, nel vedere che a distanza di tanto tempo ancora non sono state trovate soluzioni certe e definitive al problema, ma che al contrario vengono prospettate soluzioni preoccupanti come quella di somministrare una terza dose con vaccino riconosciuto Ema, ci sentiamo in dovere di richiamare il Governo a rendere più incisivo il confronto con la vicina Italia e con gli Organismi Internazionali al fine di permettere a tutta la popolazione di muoversi liberamente e non solo in Italia”.  

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