Guerra e pace. L’intervento di Dario Manzaroli

Guerra e pace. L’intervento di Dario Manzaroli

Riceviamo e pubblichiamo

Da ormai due mesi è in corso una guerra mostruosa nel cuore dell’Europa che sta annientando l’Ucraina.

Una guerra scatenata da Putin, un tiranno  che spadroneggia  in  uno stato mafioso in mano ai pochi accoliti  che si sono straarrichiti depredando le risorse di un Paese immenso, tenuto sotto scacco con ogni mezzo coercitivo e con l’eliminazione anche fisica di ogni oppositore e di ogni opinione indipendente.

Nella paranoia comune ad ogni dittatore, il delirio di onnipotenza si accompagna all’ossessione del nemico visto in chiunque si discosti dai suoi punti di vista o ostacoli i suoi piani.

Il tiranno è al potere da ormai venti anni, tutti caratterizzati da guerre espansionistiche e di aggressione verso le repubbliche ex sovietiche o addirittura ex zariste.

Il tiranno non può essere paragonato con Ivan il Terribile, poi zar di tutte le Russie, o con un Napoleone Bonaparte che con le sue baionette combattè l’ancien regim e trasportò la nuova cultura dei lumi in tutta Europa.

Il caporale spione del KGB assomiglia terribilmente al caporale austriaco Adolf Hitler.

Entrambi hanno potuto  profittare della grave crisi economica e del disfacimento sociale dei loro Paesi (il crollo dell’Urss in Russia e la repubblica di Weimar nella Germania post prima guerra mondiale) per instaurare regimi dittatoriali ed avvitarsi in una logica di rivalsa, di odio, di aggressività esterna, di delirio di conquista del mondo a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo.

“L’operazione speciale” è in tutta evidenza una guerra di annientamento verso un Paese sovrano, non provocata, ingiustificabile se non in una logica imperialista.

La sorpresa di una resistenza inimmaginata e di un intero popolo, non ha indotto a più miti consigli il desposta di Mosca, ma piuttosto ha provocato una reazione rabbiosa, spietata e distruttiva: bombardamenti di centri abitati, intere città distrutte e rase al suolo, migliaia di civili massacrati come strumento di terrore e sepolti frettolosamente in fosse comuni, migliaia di civili deportati fra cui migliaia di bambini, donne stuprate e poi sventrate, e via discorrendo in questo film dell’orrore e della violenza cieca  paragonabile appunto solo con i crimini nazisti.

E allora, cari concittadini, a chi andiamo a parlare di Pace?

Agli Ucraini?

Certamente la desiderano ardentemente ma non vogliono finire schiavi del desposta di Mosca dopo avergli magari ceduto un terzo del proprio Paese e perso lo sbocco al mare e quindi di fatto impossibilitati a sopravvivere economicamente e politicamente.

Questo tipo di pace per gli Ucraini non è accettabile perché significa schiavitù.

La andiamo a proporre al desposta di Mosca che ha scatenato la guerra e ricatta l’occidente con il gas e le bombe atomiche?

È vent’anni che il piccolo spione del KGB fa guerre espansionistiche, purtroppo non adeguatamente e subito contrastate, e non sarà sicuramente qualche appello o qualche marcia della pace a fermarlo.

Questo uomo che, praticamente da solo, può decidere tutto ed il contrario di tutto, va fermato con ogni mezzo come è stato fatto con Hitler.

Ripeto: con ogni mezzo!!!

L’Ucraina è il luogo non solo dei legittimi diritti sovrani di quel popolo martoriato, ma è il luogo di scontro fra la concezione del mondo delle democrazie liberali e quella delle dittature naziste ed  imperialiste.

Sicuramente esiste anche l’imperialismo americano con le sue logiche e le sue forzature, ma i due imperialismi non sono confrontabili se misurati nei livelli di libertà e di potere decisionale dei rispettivi Paesi-Governi appartenenti ai due blocchi.

Provate a confrontare la Bielorussia o la Cecenia con la Francia o l’Inghilterra , giusto per capirci e per rispondere ai “pacifisti” putinisti nostrani.

In questo senso è cruciale l’evoluzione (o l’involuzione) della Unione Europea verso una reale integrazione politica che riguardi innanzitutto politica estera e difesa (senza trascurare poi ovviamente politica economica, fiscale, educativa e culturale ecct ) come unica possibilità dell’occidente democratico (in tutto 400 milioni di cittadini) di avere voce in capitolo in un mondo in fase di forte polarizzazione  specie fra Stati Uniti e Repubblica popolare cinese (un miliardo e mezzo di abitanti).

La guerra russa in Ucraina è in questo senso cruciale: se Putin vince, l’Europa dovrà adattarsi suo malgrado ad essere una pedina dell’imperialismo americano; se Putin perde (cosa in ogni caso auspicabile e da ottenere con ogni mezzo) allora si aprirà una fase nuova con la possibile dissoluzione della Federazione Russa e la possibilità che in un arco temporale ragionevole la Russia Europea diventi parte integrante degli Stati Uniti d’Europa realizzando quanto affermato dal grande Dostoevskj: non può esistere l’Europa senza la Russia; non può esistere la Russia senza l’Europa.

Queste sono le poste in gioco: Libertà per l’Ucraina, difesa delle democrazie liberali, creazione degli Stati Uniti d’Europa.

In ogni caso nulla sarà come prima.

Già ora nulla è più come prima.

Le classi dirigenti dell’occidente sono chiamate a guidare un cambiamento epocale che inciderà su ogni aspetto della nostra vita.

Prima lo capiamo e meglio sarà.

 

Dario Manzaroli

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