I 60 anni dell’ISS e l’ opera di persuasione di Mussoni. Rete

I 60 anni dell’ISS e l’ opera di persuasione di Mussoni. Rete

Ci sono molti modi di affrontare le questioni. Uno dei modi preferiti di alcuni politici è quello di utilizzare i ragionamenti fallaci. Ragionamenti che appaiono come rigorosi e logici, ma in realtà non sono validi. Il termine fallacia deriva dal latino fallere che significa ingannare. Il più delle volte tali ragionamenti vengono costruiti ad hoc da colui o coloro che li propongono, con l’intento di ingannare o anche persuadere l’interlocutore. Alla luce di questa premessa cerchiamo di analizzare le dichiarazioni (o meglio, l’autoincensamento) del Segretario per la Sanità Mussoni e della dirigente Bianca Caruso in occasione dei sessant’anni dell’Iss. Ecco alcune delle loro affermazioni “Nonostante i gravi disagi determinati dalla crisi in questi tre anni il governo ha saputo custodire un sistema di sicurezza sociale, un vero e proprio welfare state”. E ancora “Aver custodito questo bene per le persone è per noi un fatto importante soprattutto alla luce di una contrazione del budget sanitario del 13%” (il bilancio è passato da 850 milioni di euro a 530). Per finire con “Siamo riusciti a mantenere tutti i servizi con qualità”.

Un comune mortale cosa deve capire da queste dichiarazioni? Che nonostante i tagli tutte le prestazioni ISS sono rimaste come prima. Peccato che non sia proprio così. Invece di limitarci a dirlo, lasciamo parlare alcuni fatti:

– è stata ridotta la gamma dei farmaci mutuabili: medicinali che una volta si ottenevano gratuitamente ora sono diventati a pagamento;

– sono aumentati i prezzi dei certificati medici sportivi;

– è stato soppresso il servizio di odontoiatria all’ospedale (per accedere ai privati convenzionati la trafila burocratica è infinita). Tagli a cure termali e dietologiche;

– riorganizzazione fallimentare della medicina di base: aumento e sovrapposizione del carico di lavoro tra infermieri, amministrativi e medici;

– situazione caotica in pediatria;

– discrezionalità nella gestione dei contratti ai medici, con conseguente aumento delle disparità di trattamento tra precari e personale in organico e persino tra precari all’interno dello stesso reparto;

– infine la vergogna delle vergogne: il taglio alle indennità di malattia dei malati gravi (malattie oncologiche e degenerative considerate come “malattie “comuni”). Taglio contro cui Consiglieri di RETE protestarono uscendo dall’aula dopo che il Consiglio lo votò a maggioranza (dicembre 2014).

E poi tutte le ombre dell’ISS. Una trasparenza sbandierata e mai attuata (ma quella famosa delibera per la collaborazione con la Bic Scarl e i rapporti con la Libia come mai non è stata ancora pubblicata da gennaio 2014?); lo spostamento dei servizi portato avanti in sordina che pare più rispondere a logiche di ripianamento dei debiti contratti da imprenditori privati attraverso affari immobiliari. Il riferimento è ovviamente allo spostamento degli ambulatori specialistici presso il centro SH e il Centro Commerciale Azzurro.

Per fortuna i difensori della sanità, quelli veri, esistono! Sono le persone che, con competenza e professionalità, continuano a lavorare nell’ISS nonostante una gestione – che Mussoni eredita da Claudio Podeschi e di cui pare garante nella continuità – determinata da tagli arbitrari, discrezionalità politica, assenza di idee di sistema; persone che difendono l’ISS nonostante l’incertezza e la mancanza di prospettive lavorative determinate da contratti temporanei brevissimi.

D’altro canto, i tagli veri, quelli che farebbero bene al sistema, non sono ancora stati fatti: appalti, personale politico, amministrativi provenienti da fuori San Marino ed intimi con l’attuale direzione, dirigenti i cui stipendi non garantiscono un miglioramento delle condizioni del nostro sistema. Solo i dirigenti Caruso e Manzaroli pesano rispettivamente 150.000 € e 105.000 € (lordi) all’anno sulle tasche della popolazione.

Al di là della propaganda politica utile a chi non può utilizzare l’esempio o i fatti per dimostrare la validità del proprio operato, crediamo occorra sventare un’ implosione del nostro ospedale di Stato a seguito di una gestione che naviga a vista, con riforme significative e sostenibili nel tempo e senza mettere in discussione la matrice pubblica, gratuita ed universale dell’ISS.

Movimento RETE

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