‘I muri di Berlino e del mondo’. Una riflessione di Domenico Gasperoni

‘I muri di Berlino e del mondo’. Una riflessione di Domenico Gasperoni

Una riflessione di Domenico Gasperoni sui muri di Berlino e del mondo: festeggiare la distruzione o impedirne la costruzione?
Ho rivisto oggi un piccone che sembrava appena scalfire quel muro di Berlino, il muro della divisione dell’Europa. Per fortuna c’era la rabbia dei popoli,più potente di una carica esplosiva, che l’ha frantumato. Da allora il mondo è cambiato. Ma non voglio parlare di questo. E’ iniziata la grande festa per celebrare i vent’anni dall’evento.
Festa giustissima, ma anche colorata di retorica,quella che ogni anniversario comporta.

C’è un’ombra di amarezza che guasta la festa. Troppi muri si stanno costruendo oggi, mentre si festeggia. Ne cito uno, quello chiamato il muro della vergogna: il ‘muro di sicurezza’ che il governo israeliano costruisce attorno alla Cisgiordania e a Gerusalemme.

150 Paesi dell’ONU ne hanno richiesto il fermo e l’ abbattimento della parte già costruita. Due Papi hanno detto che la Terra Santa ‘ha bisogno di ponti e non di muri’. Il presidente USA Obama, aveva promesso di prendere di petto la questione mediorientale, cancellando la politica scandalosa del suo predecessore, simboleggiata dal voto contrario all’abbattimento.

Il muro di Israele è tre volte più alto e due volte più largo del muro di Berlino e una volta terminato, sarà lungo circa 600 km contro i 150 del tedesco.

Non sono ingenuo, so che non basta suonare le trombe, come per la caduta delle mura di Gerico.

Ma sarà lecito sperare: che la festa termini il prima possibile, che Obama mantenga la promessa, che i leader dei 27 paesi dell’Unione europea facciano meno foto di gruppo e chiedano il rispetto delle risoluzioni dell’ONU, che la pressione di popoli si faccia sentire,per creare due popoli e due Stati.

Mi rimane sempre una domanda: non è più utile al mondo impedire la costruzione di nuovi muri,piuttosto che festeggiare la caduta dei vecchi?.

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