I referendum sul lavoro, indicazioni per votare

I referendum sul lavoro, indicazioni per votare

Cerchiamo di spiegare ai cittadini che cosa siano, al di là dei giudizi interessati che alcuni pubblicano ogni giorno, i referendum sul lavoro che si voteranno il 16 marzo.

SCHEDA AZZURRA: Abrogazione del “lavoro temporaneo” (interinale/in affitto). Votando Sì, si impedisce l’uso di questa forma d’assunzione, che permette al datore che ne usufruisce di affittare il dipendente (come una merce) quando ne ha bisogno, e lasciarlo a casa quando non serve più.

SCHEDA GIALLA: Abrogazione dei “co.co.pro” (collaborazioni a progetto). Votando Sì, si impedisce l’uso di questa forma di assunzione, che permette al datore di usare il lavoratore senza assumerlo, facendo un contratto individuale finalizzato ad un progetto. Il lavoratore non risulta dipendente (anche se quasi sempre lo è), non ha diritto a ferie, mutua, pensione, maternità, tredicesima, licenziamento…

Questi due articoli di legge trasformano il lavoro in merce, privando il lavoratore di ogni dignità. Questo tipo di legislazione per Gallegati, uno dei massimi esperti italiani, ha un solo scopo: “permette uno sfruttamento quasi legale del lavoratore”.

SCHEDA ROSA: Reintroduzione della “scala mobile”. Votando Sì, si reintroduce un meccanismo automatico che, al primo gennaio di ogni anno, garantisce la rivalutazione dello stipendio in base all’inflazione. Nel 2008, se ci fosse stato questo meccanismo, l’aumento della busta paga sarebbe ammontato al 3,6%, piuttosto che il 2,5% (senza perdere nemmeno un’ora di sciopero).

Questi referendum sono apartitici, cercano di mettere un freno alle distorsioni prodotte negli ultimi anni in tema di lavoro, sono promossi da un comitato indipendente composto di gente come voi, che lavora e nel tempo perso, a proprie spese, si prodiga per poter sperare in un futuro migliore per i nostri figli. Non abbiamo le forze e non ci interessa correre dietro alle provocazioni che chi è interessato a mantenere le cose come stanno ci indirizza. Pensiamo con la nostra testa, e siamo convinti di due cose: 1) tutti conosciamo le condizioni di accesso al lavoro, che cosa significhi precarietà, incertezza, mancanza di fiducia nel futuro. 2) la cittadinanza, voi come noi, su temi di questa portata pensa e vota con la propria testa.

Noi vi chiediamo di pensare e votare coscientemente, liberamente, serenamente. Non rientra nel nostro stile cercare di imporre il nostro interesse a metro di ciò che la gente dovrebbe fare, e nemmeno educare la popolazione al disinteresse, cioè a disertare le urne.

Votare il cambiamento si può. Si deve!

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