Nel rimanere in attesa di una nuova proposta, annunciata dall’Esecutivo per le prossime ore, la CSU rileva che la proposta di accordo tripartito presentata dal Governo e discussa nell’incontro del 25 maggio, è ancora lontana dalla possibilità di giungere ad un’intesa. È quanto ha sostenuto con forza la Centrale Sindacale Unitaria nello stesso incontro con la delegazione di Governo e le associazioni di categoria. Sono tre i principali ordini di problemi.
FLESSIBILITÀ – Si tratta di uno scoglio particolarmente difficile. Il Governo ha inserito, nella proposta di accordo, una richiesta dell’ANIS e delle categorie economiche che sa di rivalsa strumentale verso i lavoratori; in particolare, la pretesa di modificare l’articolazione dell’orario di lavoro in maniera del tutto unilaterale da parte delle aziende, con la possibilità di alternare settimane lavorative da 30 ore a settimane da 42,5 ore.
Una pretesa inaccettabile, che determinerebbe uno stravolgimento dell’organizzazione familiare dei lavoratori, e in particolare delle donne sulle quali pesano i maggiori carichi familiari, e che – se dovesse tradursi in realtà – costituirebbe tra l’altro un pesante attacco ad una conquista contrattuale fondamentale, faticosamente raggiunta dai lavoratori.
In tal senso, la CSU sottolinea che la flessibilità è già prevista nei contratti, e che in molti casi non viene nemmeno richiesta dalle aziende… Là dove, invece, vi sono precise esigenze produttive, i lavoratori e il sindacato non si sono mai sottratti ad adottare forme di flessibilità dell’orario, concordandone le modalità operative.
AUMENTI ECONOMICI – La percentuale di aumenti contrattuali che il Governo ha riproposto anche in questo nuovo testo, pari all’1,5% annui per il biennio 2009-2010, non è accettabile.
Di fonte ad uno scenario in cui è verosimile prevedere fin dai prossimi mesi una ripresa dei consumi e quindi il riaccendersi dell’inflazione, non è possibile rischiare una perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni, dopo aver subito a lungo le conseguenze della crisi economica. Pertanto, l’aumento contrattuale dovrà essere necessariamente incrementato per poter ottenere il consenso dei lavoratori e del Sindacato.
MISURE SOCIALI – Come ricordiamo la CSU chiede di accompagnare i rinnovi contrattuali con un pacchetto di misure sociali a sostegno del reddito dei lavoratori per l’intera durata contrattuale. Anche in questa bozza di accordo, il Governo si è limitato a prevedere il solo blocco delle tariffe per l’anno 2009. La CSU ha quindi ribadito la necessità – oltre che di prevedere il blocco delle tariffe anche per il 2010 – di introdurre le altre misure fondamentali chieste dal Sindacato, e cioè il blocco degli affitti e delle rette di tutti gli asili nido e della casa di riposo. In sostanza, il contesto sociale presente nella proposta di accordo è ancora troppo debole e insufficiente, e deve essere necessariamente potenziato inserendo queste misure.
A questo punto la CSU attende dall’Esecutivo l’annunciata nuova stesura della proposta di accordo, che auspichiamo sia modificata sostanzialmente e integrata sui punti prima ricordati. Ciò, tenendo conto che da oggi, per compiere una valutazione sull’andamento del confronto tripartito, iniziano a riunirsi gli organismi Direttivi delle Federazioni della CSU. Questa fase di valutazione e verifica, culminerà nell’Attivo Generale dei Quadri della CSU convocato per il pomeriggio di lunedì 1 giugno, il quale esaminerà l’insieme delle proposte scaturite al tavolo tripartito e assumerà le conseguenti decisioni di merito.