Una “costante disponibilità di armi” da parte del clan Di Muro-Delli Gatti, rifornito tramite “un canale privilegiato di approvvigionamento nella Repubblica di San Marino”.
È quanto emerge da un’inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Potenza sul clan Di Muro-Delli Gatti.
Sono state eseguite questa mattina 16 misure cautelari, di cui 11 in carcere, tre ai domiciliari e due obblighi di presentazione alla Polizia giudiziaria, dalla Polizia e dai Carabinieri nel Vulture-Melfese, in provincia di Potenza, al termine di indagini sul clan Di Muro-Delli Gatti, ritenuto mafioso, con accuse anche di estorsione ai danni dei partecipanti alla tradizionale “Sagra della Varola”, che si svolse a Melfi (Potenza) nel 2019.
L’inchiesta, tra le altre cose, ha accertato anche estorsioni ai danni di diversi imprenditori, sempre per ottenere denaro o anche “assistenza alimentare ai sodali” nonché per dissuadere la vedova di un uomo ucciso dal costituirsi parte civile contro il presunto killer.
Le altre accuse per gli indagati sono, a vario titolo, associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, possesso e detenzione illegale di arma da fuoco, tentata rapina e calunnia.
In particolare, espositori e titolari di stand della sagra melfitana furono minacciati per ottenere “contributi economici per i sodali del clan detenuti”: in una circostanza, per giustificare l’offerta di “protezione”, fu fatto “espresso riferimento alla loro condizione di mafiosi”.