Il Fatto quotidiano: Banche delle Marche, 27 arresti

Il Fatto quotidiano: Banche delle Marche, 27 arresti

Ancona, 27 indagati
per Banca Marche: “Falso in bilancio e ostacolo a vigilanza”

L’inchiesta è partita da un doppio esposto dello stesso
istituto, da mesi commissariato da Bankitalia, su alcuni affidamenti milionari
“imprudenti” erogati a imprenditori spesso in assenza di garanzie

Falso in bilancio, falso in prospetto, ostacolo alla
vigilanza
, false comunicazioni sociali e appropriazioni indebite e, per
alcuni, anche associazione per delinquere. E’ il ventaglio di
reati prospettato per 27 indagati, nei confronti dei quali sono
state eseguite dalla guardia di finanza delle perquisizioni
domiciliari
disposte dalla Procura di Ancona
nell’ambito dell’inchiesta su Banca MarcheInchiesta
partita da un doppio esposto dell’istituto di credito, da mesi
commissariato da Bankitalia, su alcuni affidamenti milionari
“imprudenti”, erogati a imprenditori prevalentemente ma non solo del settore
edilizio, spesso in assenza di garanzie sul rimborso oppure con procedure
istruttorie incomplete o corredate da perizie non veritiere, o in violazione
delle norme interne e di settore.

Una malagestione che avrebbe favorito alcuni imprenditori o gruppi
imprenditoriali “amici” nell’erogazione di finanziamenti per
centinaia di milioni di euro, ma anche procurato alla banca marchigiana un
“rosso” da circa 800 milioni di euro (oltre un miliardo per il bilancio
consolidato) finito all’attenzione prima di Bankitalia che ha aperto una
procedura di sorveglianza, culminata nel commissariamento, e successivamente
della magistratura. Un buco di bilancio che sarebbe stato “coperto” da false
informazioni anche alla Consob e a Bankitalia
in occasione della proposta di aumento del capitale sociale per 110,5 milioni di
euro nel 2012.

La Procura anconetana ipotizza anche che da questo tourbillon di mutui e
prestiti sia scaturito in qualche caso un arricchimento personale per alcuni
indagati del gruppo Banca Marche, comprendente anche la controllata Medioleasing
spa. Nel mirino della magistratura gli ex presidenti Michele
Ambrosini
e Lauro Costa, l’ex vice presidente
Tonino Perini, l’ex direttore generale Massimo
Bianconi
(oggetto di un’inchiesta di Bankitalia), l’ex vice direttore
generale di Banca Marche Stefano Vallesi e l’ex direttore
generale di Medioleasing Giuseppe Barchiesi, più altri manager
e funzionari, in tutto 15 persone.

Per dodici tra ex vertici e manager dell’istituto di credito marchigiano è
scattata l’accusa di associazione per delinquere. Gli altri
indagati sono due tecnici esterni che avrebbero effettuato le perizie di comodo
e dieci imprenditori, tra cui il costruttore marchigiano Pietro
Lanari
, il romano Vittorio Casale, Enrico e
Giuseppe Calamante
, Faustino e Giovanni Filippetti
(gruppo Cava Gola della Rossa), i titolari della srl Polo Industriale e altri.
Gli accertamenti della Guardia di finanza hanno interessato un periodo che va
dal 2006 al 2012, anni in cui secondo le Fiamme Gialle i vertici della banca
avrebbero sborsato cifre elevate (oltre 190 milioni di euro per il solo gruppo
Lanari) senza troppa vigilanza, segno per gli investigatori dell’esistenza di un
gruppo organizzato.

In fase di accertamento i rapporti tra gli indagati e alcuni dei gruppi che
avevano ottenuto finanziamenti in relazione all’acquisti di beni immobili. Le
perquisizioni di oggi, in particolare, sono state estese alla ricerca di
elementi probatori per corroborare l’ipotesi di arricchimento personale. Il caso
più clamoroso sarebbe quello di una compravendita di un immobile da
sette milioni di euro
tra una ditta riconducibile al gruppo
Casale
e un’azienda di familiari di Bianconi, che passando tramite un
finanziamento di banca Tercas e un precedente contratto di
locazione per l’immobile avrebbe fruttato all’ex direttore generale un incasso
di 13mila euro al mese per 19 anni. Non sono esclusi ulteriori sviluppi, dato è
in fase di approfondimento il coinvolgimento di ulteriori gruppi
imprenditoriali.

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