Il futuro del nostro turismo

Il futuro del nostro turismo

È ormai palese come non sia colta, da parte della Politica, la drammaticità che sta vivendo l’industria alberghiera, della ristorazione ed in generale tutta la filiera turistica… Le imprese del nostro Settore sono state colpite improvvisamente non tanto e non solo da una violentissima crisi di liquidità quanto, piuttosto, da una gravissima crisi che ha spazzato via interi settori della domanda… Le regole di distanziamento sociale sono incompatibili col consumo della maggior parte dei beni e servizi offerti dalle attività del nostro Settore. Le attività del settore, in questi mesi di chiusura, hanno subito un calo del fatturato che si aggira, mediamente, attorno al 70% e se consideriamo le sole attività del Centro Storico la percentuale di alza al di sopra del 90%

Con queste parole, pacate ma chiare, l’USOT ha, nei giorni scorsi, descritto la situazione che sta vivendo il turismo in Repubblica. 

Una analisi lucida, chiara, che ha sottolineato anche la preoccupazione “per le recenti decisioni del Governo che sembrano voler ancor più isolare il nostro Paese rispetto ad un contesto europeo che mai come in questo momento avrebbe potuto sostenerci ed aiutarci anche nell’ormai affannosa ricerca di un finanziamento a condizioni sostenibili” e la contrarietà “a quelle operazioni che non migliorano l’efficienza, che riducono linnovazione e che possono sfociare in aumenti dei prezzi e peggiorare il benessere del consumatore“, chiedendo infine di “puntare a obiettivi che siano di crescita complessiva e la crescita complessiva non si ottiene facendo preferenze che chiudono porte ed il protezionismo, che potrebbe deprimere le aspettative e frenare gli investimenti, non è la risposta alla crisi economica. Sono politiche del passato, miopi ed incoerenti, per le quali non deve esserci spazio nel futuro“.

Sono parole che condividiamo e che ci lasciano l’amaro in bocca se pensiamo a quanto le decisioni del governo siano andate in direzione esattamente contraria: dal blocco della libertà per le aziende di assumere le risorse umane preferite fino al ripristino della zona bianca, dal sostanziale stop al percorso dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea fino all’assoluta mancanza di sostegno all’economia (e quindi anche al turismo) che il Governo ha messo in campo (unico Paese al mondo a farlo).

Se questo è il “cambiamento”, crediamo che l’economia, e di conseguenza il lavoro e le entrate pubbliche, passeranno momenti difficili.

Di fronte a questo il Governo ha messo in campo un sondaggio tra gli operatori per avere suggerimenti e analisi delle criticità, ha tagliato un nastro per la riapertura della prima Torre ed ha pensato bene di andare a Striscia la Notizia a dire che San Marino ha bisogno di soldi (in un servizio dove si parlava di noi come stato più colpito al mondo dal Covid, cosa che inevitabilmente avrà creato paure tra chi stava pensando di venire ad alloggiare da noi).

Servono, subito, 4 cose:

1) un piano di marketing efficace che presenti la Repubblica come un paese sicuro dal punto di vista sanitario, dove alloggiare in tranquillità;
2) la messa in campo di driver efficaci che possano attrarre turisti in Repubblica per più di qualche ora (importante, in tal senso, il completamento del progetto per il collegamento dei vari sentieri della Repubblica, ereditato dal governo di Adesso.sm, che può attrarre un turismo sportivo capace di sostare in Repubblica);
3) la possibilità di accedere al credito bancario a lungo termine, fino a 25-30 mila euro, con garanzia pubblica al 100% e con istruttorie molto limitate, legando l’importo al fatturato o al costo del personale (a scelta dell’impresa), in modo da dare ossigeno e consentire alle aziende in salute di superare questo difficile momento. È noto, infatti, che la misura creata dal Governo (con garanzia al 70%) si è rivelata totalmente inadeguata;
4) mettere a disposizione risorse economiche (tramite un voucher spendibile, naturalmente in euro e non in improbabili certificati fiscali) per dare ai turisti che sceglieranno di sostare in Repubblica almeno 1 o 2 notti la possibilità di acquistare beni e servizi nel nostro paese, dando così lavoro ed entrate non solo agli alberghi ma anche a tutte le attività commerciali, ai ristoranti e bar, ai servizi al turismo che in questo momento sono alle prese con un drastico calo della domanda.

Sul punto 4 ci focalizzeremo nei prossimi giorni, con proposte precise e dettagliate. Senza l’immissione di efficaci risorse economiche, difficilmente il turismo sarà in grado di riprendersi.

 

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