Il governo del Patto apre le porte al baratro finanziario

Il governo del Patto apre le porte al baratro finanziario

Nell’indifferenza della cittadinanza sono stati ratificati i due decreti riguardanti il sistema bancario e finanziario.

La conformazione del nostro sistema bancario è sicuramente particolare in quanto la maggior parte della raccolta proviene da oltre confine e questo dovrebbe essere uno degli aspetti primari da tenere in conto per la definizione di una strategia di supporto al sistema bancario e di tenuta complessiva del sistema San Marino, soprattutto alla luce del livello di conflittualità che si è scatenato negli ultimi 2 anni.

Questo elemento non è stato per nulla considerato dal Governo per definire le strategie di supporto e contenimento, tutt’altro l’azione del Governo ha previsto che anche in questo caso vi sarà come prestatore di ultima istanza lo Stato Sammarinese ovvero i suoi cittadini.

Ora i problemi del nostro sistema nascono solo in parte da responsabilità sammarinesi, se abbiamo mancato come cittadini, come classe dirigente sia politica che amministrativa è stato specialmente sul fronte del controllo, siamo stati responsabili di un eccessivo rilassamento di fronte a fenomeni e strategie di impresa che erano scarsamente incentrate sulle necessità del nostro territorio ma in alcuni casi specifici fortemente orientati ad un reimpiego massiccio e su un unico settore sul mercato italiano.
Le dirigenze di molti istituti di credito, che in alcuni casi non hanno avuto la necessaria predisposizione verso le esigenze del nostro territorio e delle sue persone, si sono incentrate solo nell’ottica del profitto di impresa senza ricadute forti all’interno di San Marino se non in termini di impiego di personale sammarinese e di imposte per il bilancio dello Stato.

Purtroppo tutti questi elementi non sono stati tenuti in considerazione dal Decreto 158, che pone lo Stato come prestatore di ultima istanza per eventuali problemi di solvibilità del sistema bancario, senza limiti, con poche garanzie, senza nessun coinvolgimento dell’opposizione.

Sinistra Unita ha proposto un emendamento che prevedeva di porre come elemento di garanzia non lo Stato bensì il fondo di riserva obbligatoria in modo da calibrare il prestito rispetto alle potenzialità del sistema bancario e non sulle spalle dei cittadini, purtroppo la maggioranza non ha voluto cambiare questo elemento pericoloso per la stabilità economica del Paese (vedi caso Islandese).
Inoltre il Governo sarà l’unico interlocutore di Banca Centrale per la destinazione di questi prestiti, ovvero solo e soltanto il Governo si assumerà la responsabilità di importanti scelte per rilevanti importi che in parte si è già accollato e che in caso di non rientro potrebbero ricadere su tutti i cittadini.

Di fatto con l’approvazione del decreto di garanzia pubblica su eventuali prestiti erogati alle banche in difficoltà il governo del patto si assume anche la responsabilità di aprire le porte al baratro finanziario con il potenziale indebitamento dei cittadini sammarinesi di oggi e di quelli di domani.

Le vicissitudini della Cassa di Risparmio non possono essere trattate marginalmente in qualche seduta segreta del Consiglio ma devono indurre il Paese e i suoi amministratori ad aprire una seria riflessione su come è stato gestito un istituto a forte valenza sociale e su come una singola manciata di uomini abbiano potuto disporre del patrimonio dell’istituto a loro piacimento.

Mentre da una parte è nostro dovere difendere l’Istituzione rappresentata dalla Cassa di Risparmio, dall’altro non possiamo esimerci di evidenziare come la dirigenza di questo istituto abbia avuto responsabilità oggettive che non possono essere sottaciute. A nostro giudizio oggi devono essere ancora fornite risposte concrete su molti interrogativi, affinché capitali così ingenti non si volatilizzino o si svalutino a seguito dell’attacco Italiano.

D’altra parte le forze della finanza italiana, per quanto potenti, non possono prendere ciò che per diritto appartiene ad altri.

Senza una visione complessiva della situazione, senza una visione strategica ed eventuali piani di seconda istanza non si corregge il sistema, per questo le iniziative della Fondazione per quanto condivisibili nel metodo possono essere valutate correttamente solo dopo risposte precise a domande reali come quella relativa al rischio complessivo a carico della Cassa di Risparmio e a cascata a carico dei cittadini a seguito del decreto adottato.

Rispetto al progetto di dismissione di Delta e al parallelo di ricapitalizzazione, senza queste risposte al danno si potrebbe aggiungere la beffa a quanto fino ad oggi i sammarinesi hanno subito.

Non vorremmo che il decreto di garanzia pubblica per le banche si tramutasse in un atto irresponsabile e gravido di conseguenze, un invito al sistema finanziario a proseguire sulla strada di una gestione finanziaria che di etico e di visione strategica per lo sviluppo della nostra comunità in questi anni ha avuto poco o nulla, perché tanto alla fine paga sempre pantalone.

Sinistra Unita
San Marino 21 gennaio 2010

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