Il potere è altrove, Alessio Muccioli – Segretario FUPI/CSdL

Il potere è altrove, Alessio Muccioli – Segretario FUPI/CSdL

Il potere è altrove
di Alessio Muccioli – Segretario FUPI/CSdL
Il potere non è visibile, perlomeno non nelle sue massime espressioni. I politici che vediamo ogni giorno non sono il potere; esso non vuole essere visibile, così esercita la propria forza attraverso i politici, che di fatto diventano strumenti del potere. Politici che (non solo a San Marino) assomigliano sempre più a dei public relations, curano l’immagine, presenziano, sono ovunque (quando avranno anche il tempo per lavorare poi?). Politici che fanno parte del sistema del potere dal quale vengono, di fatto, usati.
 
Dico questo perché rappresenta una spiegazione di ciò che sta accadendo anche da noi, e cioè che il politico eletto di turno, come il più abile dei danzatori di capoeira, è pronto a compiere le più strabilianti giravolte pur di giustificare tagli allo stato sociale, anche in persone le quali, per credo politico ma ancor di più morale, si sono dette per tutta una vita difensori di una società giusta, di eguali diritti, di pari opportunità; sono gli stessi che poi, senza battere ciglio, la sera hanno finanziato per centinaia di milioni di euro il sistema bancario e il mattino dopo hanno tagliato salari, classi scolastiche, sostegni per gli alunni con difficoltà. Cosa sta succedendo? Improvvisi casi clinici o c’è dell’altro? Sono portato alla più inquietante seconda ipotesi, e preciso che non sono mai stato un fan delle tesi cospirazioniste.
 
Evidentemente non hanno potere, in scacco anch’essi, magari prigionieri di una “felice gabbia dorata” nella quale, tuttavia voglio ancor credere, non tutti riescono ad aver sonni tranquilli. Non hanno potere se accettano lo smantellamento, mattoncino per mattoncino, dello stato sociale (sanità e istruzione in primis) per come lo conosciamo, perché si dice sia necessario.
 
Non lo hanno questo potere se indicano come fonte di spreco la Pubblica Amministrazione e non riconoscono invece che, dati alla mano, gran parte della nostra economia si regge grazie ad appalti pubblici, aiuti ad imprese vecchie, nuove o false nuove; non hanno potere se con oltre mille  disoccupati di San Marino (dei quali 700 non hanno praticamente mai lavorato, quindi giovani) accettano supinamente le liste di personale da assumere, che vengono presentate dalle stesse imprese; non lo hanno se, in un paese di 60kmq, il lavoro nero è ancora una piaga largamente estesa.
 
Non hanno potere ma fanno parte di quel sistema che rende invisibile chi lo ha e accende i riflettori sui public relations, delegati a rappresentare chi esercita forti pressioni su di essi. In tutto ciò, visto che parliamo di stato sociale, quindi della più grande conquista che le comunità abbiano ottenuto (forse solo dopo la democrazia), è necessario che tutti prendano coscienza di questo stato di cose, che tutti abbiano opinioni in merito.
 
La sfida di una moderna organizzazione sindacale è di riuscire, appunto, a coinvolgere tutti; non c’è in gioco un rinnovo contrattuale, non una riforma fiscale, ma c’è in gioco il sistema di tutele sociali che sono state ottenute con decenni di lotta; e spero che su questo, sul fatto che bisogna difendere le nostre conquiste, possiamo essere tutti d’accordo, a meno che non vogliamo, anche noi, rinunciare al nostro  potere.
 
6 marzo 2014
 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy