IlSole24Ore, Beda Romano: Ecofin, stretta contro l’evasione fiscale

IlSole24Ore, Beda Romano: Ecofin, stretta contro l’evasione fiscale

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Il vertice di martedì.

Ecofin, stretta contro l’evasione fiscale

Dai ministri Ue mandato alla Commissione per negoziare con Svizzera, Liechtestein, Andorra, Monaco e San Marino

Beda Romano

Negoziati difficili. La lotta per la trasparenza si concentra in Europ, ma è cresciuto il peso di altre piazze offshore lontane, a cominciare dalle isole Cayman

I ministri delle Finanze dell’Unione cercheranno martedì un accordo per dare mandato alla Commissione di negoziare nuove intese per lo scambio di informazioni con cinque paesi: la Svizzera, Andorra, Monaco, il Liechtenstein e San Marino. La proposta dell’esecutivo comunitario è sul tavolo dell’Ecofin dal 2011. Una decisione è vicina, ma paradossalmente la scelta potrebbe giungere mentre i 27 devono fra fronte alla minaccia di paradisi fiscali molto più lontani, come le Isole Cayman.

In vista dell’Ecofin di martedì, i rappresentanti dei 27 hanno discusso questa settimana le lineeguida che la Commissione utilizzerà nei negoziati con i paesi vicini. L’obiettivo delle trattative è di rendere più stringenti gli accordi firmati nel 2004. Il Lussemburgo ha chiesto che il mandato prendesse in conto gli sviluppi in altri fori internazionali, come il G-20, mentre la Commissione ha insistito perché il risultato dei negoziati non fosse condizionato a progressi a livello mondiale.

Il Granducato ha annunciato in aprile che dal 2015 accetterà lo scambio di informazioni con i suoi 26 partner europei, almeno per quanto riguarda il reddito da interessi bancari, come prevede una direttiva del 2005. «Il Lussemburgo appare ancora ambivalente – commenta però un diplomatico europeo -. È pronto a fare un passo nella direzione dell’Europa, ma vuole essere sicuro che anche la Svizzera si adegui». Lo stesso vale per l’Austria che a differenza del Granducato ancora tentenna sul testo del 2005.

A suo tempo, i due paesi avevano rifiutato l’applicazione piena della direttiva. La pressione perché si allineino è però forte, tanto che nelle discussioni di questa settimana il rappresentante austriaco non ha preso la parola, aprendo la porta a un via libera martedì a un mandato della Commissione per negoziare con i paesi vicini. «Come minimo Vienna vorrà strappare un impegno forte dell’Europa contro il ruolo degli ex territori britannici nell’evasione fiscale», prevede un negoziatore europeo.

Proprio questi paesi stanno avendo un ruolo crescente in questo campo.

La partita all’Ecofin giunge mentre la vicenda dell’ex ministro del Bilancio francese Jérôme Cahuzac, accusato di evasione fiscale, ha mostrato l’importanza crescente dei centri offshore extra europei. Per esempio, nel corso degli ultimi anni, le Isole Cayman sono diventate il porto di approdo di molti risparmiatori e investitori. Una analisi delle statistiche della Banca per i regolamenti internazionali è rivelatrice.

Alla fine del primo trimestre del 2011, l’arcipelago situato nel Mare delle Antille aveva accumulato depositi provenienti da investitori internazionali non bancari per circa 900 miliardi di dollari. Nel 2000, le Isole Cayman e la Svizzera avevano simili ammontari di depositi, circa 300 miliardi di dollari. Nel corso del decennio, il divario tra i due paesi è cresciuto. Fino al 2007, la crescita dei depositi è stata in media del 3,72% per trimestre nelle Isole Cayman e del 2,07% in Svizzera.

Questi dati sono confermati dalla pubblicità che il piccolo paese caraibico fa del suo ruolo di centro finanziario. Sono 250 le banche internazionali presenti nell’arcipelago, e tra queste 40 dei 50 principali istituti nel mondo. In un rapporto del 2011 per l’Associazione lussemburghese dei fondi d’investimento (ALFI) Oliver Wyman nota che il paese è «la più importante giurisdizione per i fondi alternativi» e raccoglie il 52% delle attività amministrate dagli hedge funds a livello mondiale.

L’aspetto sorprendente è che, pur avendo firmato un accordo di scambio di informazioni con l’Europa, nel 2009 le Isole Cayman hanno riferito ai 27 di interessi accumulati dai depositanti europei per 8,8 milioni di euro. Delle due l’una: o gli europei non usano questo paradiso fiscale, e poco hanno contribuito all’aumento dei depositi. Oppure, più probabilmente, sono possibili meccanismi per nascondere l’origine del denaro o la natura del reddito, anche perché per ora lo scambio di dati riguarda solo gli interessi.

Andamento dei flussi verso i depositi offshore non bancari presso alcuni centri finanziari extra -Ue. Più che in Europa, il problema del flusso di capitali verso centri offshore, dove i requisiti di trasparenza sono lontani dagli standard Ue, sembra spostarsi verso piazze lontane, a cominciare dalla Isole Cayman, che hanno superato la Svizzera

 

Fonte IlSole24Ore, 12 maggio 2013

 

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