IlSole24Ore, Sara Monaci : Mps, si allarga l’inchiesta sulla truffa

IlSole24Ore, Sara Monaci : Mps, si allarga l’inchiesta sulla truffa

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Ci sarebbe una sola società con sede in un paradiso fiscale che avrebbe fatto da centrale per tutte le operazioni illecite

Mps, si allarga l’inchiesta sulla truffa

I Pm guardano anche ai mercati offshore per trovare il tesoretto della «banda del 5%»

Sara Monaci

L’inchiesta su Mps si allarga ai paradisi fiscali extra europei. Non solo Malta, il Liechtenstein e forse anche il Vaticano, di cui si era parlato nei mesi scorsi, ma anche lontani mercati offshore, dove vige un regolamento di agevolazione fiscale e di forte protezione della privacy dei clienti. È il sospetto – e il timore – degli inquirenti senesi, che, dopo aver richiesto due giorni fa 15 perquisizioni in uffici e abitazioni tra Milano, Bologna, Ravenna e Roma, nei prossimi giorni si dedicheranno ancora a ricostruire il giro delle commissioni illecite intascate dai manager del Monte, con la complicità di broker esterni.

Intanto emergerebbe già adesso un dato: ci sarebbe una sola società (o due-tre organizzate da un’unica mano) che avrebbe funzionato da centrale per tutte le operazioni, e che quindi accomunerebbe tutti i 7-8 manager appartenenti alla cosiddetta “banda del 5%”, il gruppo di professionisti che in oltre dieci anni avrebbe fatto la “cresta” alle operazioni di finanza derivata e strutturata dentro il Monte dei paschi di Siena, approfittando della complessità dei prodotti e servendosi di società esterne alle banche. Per loro è scattata da mesi l’accusa di truffa, appropriazione indebita e associazione a delinquere. Secondo le prime ricostruzioni le retrocessioni delle commissioni sarebbero state dirottate in questa società-centrale, con sede in un paradiso fiscale, e da lì sarebbero state girate e messe in sicurezza a San Marino. In alcuni casi c’era anche un successivo passaggio intermedio verso la Repubblica di Vanuatu, con un seguente rientro a San Marino.

Sarebbe questa finanziaria a mettere i manager infedeli in connessione fra loro. Manager che peraltro, secondo le ricostruzioni dei pm senesi Nastasi, Natalini e Grosso, sarebbero stati “tollerati” dagli ex vertici di Mps proprio perché molto competenti in finanza, e quindi in grado di confezionare operazioni finalizzate ad abbellire i bilanci e assicurare loro una posizione apicale. Proprio per questo sono indagati nel filone sui derivati anche l’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari e l’ex dg Antonio Vigni, con l’accusa di ostacolo alla vigilanza e concorso in associazione a delinquere.

Se la società utilizzata per triangolare e riciclare il denaro si trovasse davvero in uno dei paesi della “black list”, l’inchiesta potrebbe complicarsi, vista la difficoltà di recuperare informazioni in queste zone. Per ora gli inquirenti preferiscono mantenere il riserbo, e attendere gli accertamenti provenienti da San Marino, dove ex manager e broker finanziari avrebbero nascosto il loro tesoretto, in parte fatto rientrare in Italia attraverso lo scudo fiscale e in parte lasciato nella città del Titano. Proprio a San Marino pochi giorni fa si è recato il procuratore Natalini, per seguire gli accertamenti sui fondi nascosti dall’ex manager di Mps Alessandro Toccafondi.

Ricapitolando, i fondi ritrovati si dividono tra la Svizzera e, appunto, San Marino. A capo della “banda” ci sarebbe stato Gian Luca Baldassari, ex responsabile dell’area finanziaria del Monte, accusato anche di riciclaggio, con fondi portati nel Canton Ticino, e al quale sono stati già sequestrati in Italia 20 milioni. A “collaborare” con lui, secondo le ricostruzioni degli ultimi giorni, ci sarebbe stato anche Roberto Villa, ex manager della Popolare di Novara ed ex presidente dell’azienda toscana di porcellane Richard Ginori, di cui avrebbe provocato, secondo le accuse della procura fiorentina, la bancarotta fraudolenta. Il nome di Villa è comparso da pochi giorni nel registro degli indagati per il caso Mps, sempre per truffa e riciclaggio, e anche lui avrebbe sfruttato le triangolazioni con Lugano. Il bottino elvetico supererebbe i 10 milioni.

Per quanto riguarda invece il vice di Baldassarri, Toccafondi, il funzionario di Mps Antonio Pantalena e gli altri manager della società Enigma, il paese di riferimento per il riciclaggio sarebbe stato San Marino. Le ricchezze venivano tenute dentro la banca locale Smi, sulla cui organizzazione i procuratori starebbero facendo approfondimenti.

Complessivamente il denaro scudato e bloccato in Italia, tra Svizzera e San Marino, è pari a 40 milioni, su 46 milioni totali sequestrati dalla procura di Siena

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