Indennità di malattia e nuove percentuali: la presa in giro continua. Civico10

Indennità di malattia e nuove percentuali: la presa in giro continua. Civico10

Senza presentare nessun mea culpa, il Governo ha annunciato un passo indietro sull’assurdo intervento in merito all’indennità di malattia votato durante la Legge di Bilancio.

Pare in accordo con CSU e senza alcun rispetto del Consiglio Grande e Generale chiamato a ratificare accordi presi in separata sede, la riformulazione della legge, applicando un algoritmo statistico che recita più o meno così: se ti ammali la prima volta ti riconosco il 90% di indennità, la seconda volta il 70% e dalla terza in poi il 50%.

Il principio è semplice: più sei in difficoltà, più sei debole e più paghi. Non possiamo più scegliere di ammalarci come e quando vogliamo, come se questa facoltà fosse nelle mani di tutti noi!

Ma è proprio questa eventualità che s’intende disciplinare. Sembra, infatti, che nella nostra piccola Repubblica ci siano tante persone che fanno i furbetti e si auto-certificano giorni di malattia in barba ad ogni controllo e sbeffeggiando i conti sofferenti del nostro Istituto per la Sicurezza Sociale.

Stranamente però, la malattia deve essere certificata da un professionista, medico, lautamente remunerato dall’ISS proprio per la responsabilità che tale ruolo prevede. Sono previsti inoltre controlli successivi da parte di un servizio dell’ISS denominato Medicina Fiscale, composto anche questo da personale specializzato.

Quindi l’ISS finanzia e sostiene un sistema di accesso certificato all’indennità di malattia e un sistema di controllo su quest’ultimo a garanzia e tutela della qualità. Tuttavia, i numeri dicono che questo sistema non funziona, o meglio che esistono degli abusi con numeri e statistiche che lo confermano.

E il Governo cosa fa? Penalizza tutti, colpisce indiscriminatamente onesti e furbetti, sani e malati, con un taglio orizzontale che colpisce non una ma due volte chi è veramente malato. Perché chi vuole fare il furbetto approfittando dell’indennità nonostante il suo stato di salute ottimo, non viene in nessun modo disincentivato da qualche euro in meno in busta paga, mentre chi la malattia la subisce, oltre al danno deve subire anche la beffa di essere incluso tra i furbetti del quartierino.

L’alternativa che proponiamo è quella di responsabilizzare ulteriormente i medici di base, che non possono sfuggire alla loro funzione. Un sistema di controllo che possa fornire strumenti certi e veloci all’ISS per capire dove risiede l’abuso e approfondire l’indagine che, a seguito di oggettivi riscontri di eventuali anomalie, può sanzionare sia il cittadino che vuole fare il furbo, sia il medico che lo ha consentito.

La malattia non è un numero e non deve mai essere ridotta a una semplice statistica. Non condividiamo questo approccio e lo consideriamo fuorviante, iniquo e odioso. La malattia, oltre a comprendere indiscussi fattori scientifici, comporta anche fattori umani, una empatia e un rapporto personale medico-paziente che è da sempre al centro del nostro sistema di sicurezza sociale: principio recentemente ribadito dallo stesso Mussoni ma che ha perso ancora una volta l’occasione di far seguire alle parole i fatti.

Infine, riteniamo che compito delle parti sociali sia lottare fino in fondo per la tutela dei diritti dei cittadini e del principio stesso che regola l’accesso all’indennità di malattia. Sbagliato sarebbe accontentarsi della piccola percentuale in più, specialmente quando esistono alternative migliori.

CIVICO10

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