Intervento di Giovanni Lonfernini in Consiglio sul nuovo governo

Intervento di Giovanni Lonfernini in Consiglio sul nuovo governo

Eccellenze, colleghi consiglieri,

il regime parlamentare non è quello dove la maggioranza ha sempre ragione, ma quello dove sempre hanno diritto di essere discusse le ragioni della minoranza; quest’ultima, a sua volta, deve avere il rispetto per la legittimità elettorale della maggioranza nata dal voto popolare e del Governo che sosterrà.

Il diritto dell’opposizione e il rispetto della legittimità della maggioranza sono quindi l’anima di una democrazia che funzioni.

In questo principio i Democratici di Centro si ritrovano pienamente.

Rivendico al mio Movimento il merito di aver collaborato, insieme ad altre forze politiche, nell’introdurre – attraverso la nuova legge elettorale – ragioni di profonde discontinuità rispetto ad un Paese che soffriva di una grave malattia: l’esasperata ambiguità politica dietro la quale si nascondevano i partiti.

Oggi i cittadini sanno “da che parte stanno” i partiti prima del voto e, soprattutto, quale ruolo avranno in caso di vittoria o di sconfitta elettorale.

Rimane però viva, nonostante le nuove regole del gioco, l’altra grossa malattia che affligge la nostra politica: la costante demonizzazione dell’avversario.

La riprova c’è stata durante il dibattito in corso, ascoltando alcuni interventi a conferma che questa stagione non è affatto finita.

Noi non consideriamo la maggioranza rappresentata dal Patto per San Marino alla stregua di un nemico.

Peccato però che ci sia tra voi chi ha palesato, anche maldestramente, questo atteggiamento.

Parliamoci chiaro nella maggioranza ci sono forze che non possono cancellare la propria identità politica che ha fatto le proprie fortune, partendo proprio dall’individuazione del nemico per poi arrivare a giustificare nuove ed inedite alleanze.

Ho sentito poi parlare, con un po’ di buonismo da parte del consigliere Gatti Gabriele, che oggi si apre una nuova fase politica: per tutti, maggioranza e opposizione.

Non c’è bisogno di rincorrere legittimazioni reciproche.

Un conto è il rispetto, un conto è la correttezza, un conto è essere persone per bene nel dibattito politico, un altro conto è parlare di legittimazioni reciproche.

Nessuna parte può legittimare l’altra, ne noi DdC sentiamo il bisogno di essere legittimati come opposizione di centro dalla benevolenza di qualcuno.

Ciascuno di noi è legittimato dagli elettori e dal loro voto. Non confondiamo i piani.

Le elezioni politiche hanno poi dimostrato che non c’è un sistema bipartitico.

Più del 30% del corpo elettorale ha votato per partiti diversi da DC e PSD; un terzo degli elettori – pur rispettando il sistema delle coalizioni – ha scelto altre opzioni.

Non ha prevalso il tanto declamato “voto utile”.

E lo schema delineatosi dopo il voto del 9 Novembre non ci porta ad abbracciare tradizioni diverse dalle nostre: al Governo del Patto, si attiverà un’opposizione da parte di Riforme e Libertà non sotto le sembianze di un Governo “Ombra” alquanto debole, ma attraverso un coordinamento nel rispetto dell’autonomia e dell’identità di ciascuna forza.

Con il PSD e SU intendiamo sviluppare un cammino di dialogo e di convergenza.

Il dibattito ha poi dimostrato che il centro destra sia una coalizione assembleare messa insieme solo dalla contrapposizione dell’avversario.

Lo prova il fatto che, ascoltando l’intervento dei principali attori dello schieramento di centro destra, siamo – come ha sostenuto efficacemente il collega Claudio Felici – ancora ai titoli del programma.

Siamo ancora alle enunciazioni programmatiche: le avevamo sentite, tra le altre cose, flebilmente in campagna elettorale.

Oggi il problema non è però cosa fare, ma come fare le cose.

Su questo aspettiamo il nuovo Governo: dalla politica estera, alla socialità ed alla sicurezza.

Questo governo ha una maggioranza politicamente rilevante.

Ma la maggioranza consigliare non basta: conta di più la forza politica.

Conta di più l’esistenza di un progetto e di un disegno alto e forte di governo e di cambiamento del Paese.

Non ho trovato la benchè minima traccia di questo disegno nei vostri discorsi di ieri e di oggi.

Il dato elettorale è chiaro e, per questo, abbiamo subito riconosciuto la vittoria dell’avversario.

Un gesto non usuale nella nostra vita politica.

Tuttavia alle responsabilità degli sconfitti si deve accompagnare l’equilibrio dei vincitori.

Non pensate di avere il “Paese in mano”.

Vi inviterei ad utilizzare toni ed assumere atteggiamenti diversi dal passato che, però, magari potevano essere in voga sul finire degli anni 80 e che si sono prolungati lungo il decennio micidiale così definito da un autorevole esponente di Alleanza Popolare in questi anni.

AP, DC e le sottoliste a questa collegate non sono nuove alla prova del governo, non sono delle verginelle.

Ed è evidente che portano con sé una parte di responsabilità per ciò che è avvenuto o non avvenuto in questo Paese.

Nei prossimi mesi conoscerete un’opposizione seria, forte e responsabile: avanzerà proposte, fisserà un agenda di priorità, convergerà quando sarà d’accordo e si opporà quando non lo sarà.

La RSM deve voltare pagina e ciascuno di noi in ragione del proprio ruolo deve dare il proprio contributo.

Ma la sfida tra noi e voi si giocherà sui grandi temi sociali: i veri assenti del vostro programma.

Avete costruito la vostra vittoria elettorale su formidabili materiali quali ansia e preoccupazione: giocando pesante.

Oggi dovete proporre soluzioni, e la soluzione non potrà essere il rinvio di un problema o la sua semplice rimozione dalla vista.

Eccellenze, colleghi consiglieri,

voteremo no a questo governo, questo è chiaro.

L’opposizione la si fa pensando al Paese. La si fa non solo mostrando i muscoli, ma mostrando intelligenza e senso di responsabilità.

La RSM giudicherà, nei prossimi mesi, chi avrà assolto meglio al compito che oggi qui ha preso.

Una considerazione infine.

Il consigliere Gatti Gabriele, dopo aver aperto un nuovo corso politico e personale all’insegna di parole condivisibili quali collegialità e gioco di squadra, ha sostenuto che il Patto non ha nemmeno avuto il tempo per festeggiare la vittoria perché subito si è calato nei problemi del Paese.

C’è però un fatto particolare che intendo segnalare, nonostante sia passato in secondo ordine nei frenetici giorni del dopo voto.

Una testata locale ha riportato una foto, scattata nel quartier generale del Patto per San Marino la notte del voto, che ritraeva alcuni attivisti festeggiare brindando, presumo con vini di alta qualità, la meritata vittoria.

Un gesto legittimo, peraltro comprensibile, specialmente dopo un periodo di forte concitazione come quello elettorale.

Si badi bene, ho il massimo rispetto per gli attivisti di qualsiasi parte politica.

Sono essi infatti la vera risorsa dei partiti che, mettendo il proprio tempo libero a disposizione per la politica, rappresentano oggi un patrimonio inestimabile.

Tra questi, in bell’evidenza, vi era però ritratto un personaggio assai conosciuto in Repubblica, e non solo, perché tra i protagonisti di una delle vicende giudiziarie più gravi e degradanti degli ultimi anni per la vita del nostro Stato.

Una delle vicende che, proprio per rimanere su un tema di campagna elettorale quale quello del rapporto con l’Italia, determinò sul finire degli anni 90 una serie di particolari attenzioni da parte del nostro vicino di casa.

Una delle più squallide vicende che, in onore al connubio “affari e politica” più volte denunciato dall’amico Augusto Casali e da Noi Sammarinesi, si è chiusa impunemente con un bel colpo di spugna.

Una bella prescrizione alla faccia dei poveri cristi che si trovano invece a dover fronteggiare le stranezze del nostro sistema giudiziario.

Con questa digressione non intendo demonizzare gli elettori del Patto per San Marino, assolutamente no.

Ci tenevo a evidenziare questo piccolo particolare che, tra qualche minuto, ritornerà nel dimenticatoio assoluto.

Dopo aver ascoltato l’intervento del collega Masi ieri, mi sento di rivolgere un auspicio.

Speriamo che il rinnovamento, tramontato nelle persone, possa avvenire almeno nel metodo così come pronosticato dall’uscente Segretario all’Industria .

Ho i miei dubbi.

Il rischio che intravedo, e mi conceda la battuta, è che il suo pronostico possa essere affogato magari da un gustoso, ma pesante LONG DRINK.

Giovanni Lonfernini

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy