Intervento in comma comunicazioni del Consigliere Simone Celli

Intervento in comma comunicazioni del Consigliere Simone Celli

Intervento in comma comunicazioni – Consigliere Simone Celli
 
Eccellenze,
Colleghi Consiglieri,
 
ci troviamo nuovamente in quest’Aula a commentare una vicenda giudiziaria che delinea un quadro a dir poco inquietante del sistema politico, istituzionale, amministrativo ed imprenditoriale, che – piaccia o non piaccia – ha retto la Repubblica di San Marino per un lunghissimo periodo storico, ripercuotendosi in modo diretto e indiretto addirittura fino ad oggi.
Desidero compiere alcune valutazioni di ordine strettamente politico, affermando da subito che rifiuto di abbracciare la deriva giustizialista che tanto va di moda in questi ultimi tempi.
Per formazione politica e culturale mi ispiro al principio del garantismo e in quanto garantista invito tutti i rappresentanti politici seduti in Consiglio Grande e Generale a fare lo sforzo, nell’analizzare i fatti oggetto delle inchieste portate avanti dall’Autorità Giudiziaria, di tenere separati il livello giudiziario da quello politico.
Chi fa politica non deve commettere l’errore di interferire con il lavoro della Magistratura, strumentalizzando a proprio uso e consumo i fatti ricostruiti nelle carte delle varie indagini finora emerse. In tal senso il Partito Socialista ribadisce la propria posizione storica: piena fiducia e massimo rispetto nell’opera del Tribunale Unico del nostro Stato. Oltre non intendiamo spingerci, perché il nostro ruolo deve essere opportunamente confinato all’accertamento di eventuali responsabilità politiche, che – lo dico già da adesso così da evitare ambiguità – non solo esistono ma sono gravissime.
Ho avuto modo già di sostenerlo in altri contesti: non possiamo limitare la “questione morale” all’individuazione di alcuni capri espiatori. Sarebbe troppo comodo, troppo facile e denoterebbe una notevole ipocrisia. Probabilmente alcuni dirigenti politici pensano di potersi lavare la coscienza, andando a sbandierare nell’opinione pubblica qualche sentenza di condanna eccellente. Ma questo non sarebbe un comportamento serio, sarebbe solamente una presa in giro nei confronti della cittadinanza, dato che a essere messo sotto accusa è un sistema malato e corrotto che aveva come terminali e punti di riferimento alcuni settori della politica.
Non intendo prestarmi a generalizzazioni ingenerose e superficiali, sono infatti certo che anche in quegli anni e in quelle situazioni ci siano state persone con significative responsabilità politiche che non abbiano prestato il fianco ai fenomeni contestati dalla Magistratura.
E’ vero infatti che non tutta la politica è marcia, ma è altrettanto vero che occorre riconoscere gli errori commessi nell’esercizio del potere politico.
Serve una fortissima consapevolezza di ciò che non ha funzionato per affrontare con serietà la questione morale e per dare vita – come in tanti auspicano, me compreso – a un nuovo corso della politica sammarinese.
Per prima cosa è necessaria una sincera assunzione di responsabilità da parte degli attuali dirigenti di quelle forze politiche che hanno avuto il compito di gestire la cosa pubblica quando si sono verificate le situazioni contestate. A dirlo è un ragazzo di 33 anni, che ora ha l’onere e l’onore di rappresentare il Partito Socialista, ma che negli anni in cui accadevano certe vicende non aveva neppure raggiunto la maggiore età. Ciò non ha alcuna importanza, perché quando da un lato con orgoglio rivendico la gloriosa tradizione del movimento socialista che ha prodotto straordinarie conquiste dal punto di vista sociale e civile, dall’altro lato la correttezza mi impone di non potere omettere quei passaggi storici in cui invece i socialisti – o meglio, alcuni pseudo-socialisti – non hanno degnamente rappresentato proprio quella gloriosa tradizione.
Sono queste le ragioni per cui ritengo che non ci si possa più nascondere dietro ad una foglia di fico e che sia giunto il tempo di assumerci la nostra parte di responsabilità, chiedendo pubblicamente scusa ai cittadini sammarinesi per aver consentito che la nostra comunità potesse toccare un simile livello di degenerazione etica e, mi permetto di aggiungere, culturale.
E’ questa la base da cui partire per dare credibilità e autorevolezza ad un nuovo corso della politica: senza una robusta autocritica e senza un vero riconoscimento degli errori compiuti, non credo abbia senso parlare di discontinuità e di rottura con il passato.
E’ naturale poi che l’apertura di un nuovo corso politico debba coincidere anche con un radicale rinnovamento dei gruppi dirigenti. Non bastano un metodo di gestione della cosa pubblica fondato sulla legalità e sulla trasparenza e un’offerta politica incentrata su un progetto ricco di contenuti per dare consistenza al nuovo corso; il nuovo corso inevitabilmente dovrà essere guidato da persone che non abbiano avuto, direttamente o indirettamente, contiguità in termini politici con i fatti che sono oggetto delle inchieste giudiziarie.
Il Partito Socialista è pronto a cogliere la sfida del nuovo corso e intende farlo senza paura e senza titubanze perché da qui passa la sopravvivenza della Repubblica di San Marino. E’ il momento infatti di dare risposte concrete ai tantissimi problemi con cui quotidianamente convive la comunità sammarinese, ma a poterlo fare sarà solo una classe politica che avrà recuperato un adeguato livello di credibilità e di autorevolezza e che sarà riuscita nella complessa impresa di riporsi in sintonia con una società profondamente delusa e a tratti, giustamente, arrabbiata.
Ai tanti smemorati che fanno finta che nulla sia successo dimenticandosi del loro passato e agli altrettanti moralisti dell’ultima ora che cercano di giocare al massacro per un semplice tornaconto elettorale, desidero dire solo una cosa: come è giusto riconoscere e ammettere le gravi responsabilità politiche, è altrettanto giusto ricordare che proprio il Consiglio Grande e Generale negli ultimi anni – con il contributo e il sostegno della gran parte dei gruppi – ha varato quei provvedimenti legislativi che stanno rendendo più efficace ed efficiente l’azione della Magistratura. Non mi riferisco soltanto agli ultracitati provvedimenti del “Pacchetto Moneyval”, vorrei ricordare anche la riforma dell’ordinamento giudiziario del 2003 con cui è stata sancita a tutti gli effetti la separazione dei tre poteri – esecutivo, legislativo e giudiziario – dello Stato.
Questo per dire solo che ci stanno l’autocritica, il riconoscimento degli errori, l’assunzione delle responsabilità e le scuse alla cittadinanza, ma trovo sbagliato l’atteggiamento di chi vuole “buttare via acqua sporca e bambino”.
Concludo con un velocissimo passaggio sulla vicenda delle registrazioni carpite furtivamente che mi hanno visto inconsapevole protagonista insieme ad altri due colleghi Consiglieri.
Con la notizia dell’archiviazione del procedimento penale instaurato con l’esposto presentato autonomamente da me e dai Consiglieri Mancini e De Biagi, si chiude una delle pagine più dolorose e sofferte del mio impegno politico. Ho atteso in silenzio l’esito delle indagini della Magistratura, convinto della liceità del comportamento da me osservato in quel frangente. Ora che c’è una pronuncia definitiva, desidero ringraziare tutte le persone che in questo periodo molto complesso mi hanno manifestato amicizia e solidarietà e soprattutto desidero esprimere profonda gratitudine verso la mia famiglia che come sempre mi ha supportato e sostenuto.
Riconosco lo sbaglio di aver peccato in quanto superficialità, leggerezza e faciloneria e di questo non posso far altro che assumermene la responsabilità.
Alla fine resta una vicenda dolorosa che comunque mi ha fatto crescere, mi ha maturato e mi ha fatto capire che dagli errori si può sempre ricavare una lezione positiva.
Grazie,

Consigliere Simone Celli

San Marino, lì 26 ottobre 2015

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy