Intervento in Consiglio G. G. di Manuel Ciavatta sulla Legge Disabilita’. Pdcs

Intervento in Consiglio G. G. di Manuel Ciavatta sulla Legge Disabilita’. Pdcs

Grazie Eccellenza. Anch’io esprimo soddisfazione, a nome di tutto il Gruppo Consiliare della nostra lista PDCS NS, e vorrei ringraziare le Segreterie di Stato e tutti coloro che hanno contribuito a questo Progetto di Legge che è frutto di lavoro di squadra e di condivisione. 

Un testo sul quale sono state coinvolte le associazioni dei disabili e di coloro che si occupano di disabilità e che, arricchito dal contributo dell’opposizione ha trovato ampia condivisione in Commissione. Segno che attesta essere un buon Progetto di Legge. 

Questo progetto di legge porta in sé soprattutto i principi che recepiscono le indicazione della Convenzione dell’ONU sulla disabilità, ed attende i decreti delegati che vadano ad attuare la legge nei vari aspetti e nei vari ambiti questo progetto di legge disciplina. Non significa, però, che le parole scritte nel testo siano parole leggere. 

La formulazione di principi, infatti, va a offre molte garanzie e tutele a coloro che vivono l’esperienza della disabilità, mirate ad una maggiore inclusione di queste persone nella società. Questo non significa conferire diritti, concordo con il Consigliere Zavoli, ma riconoscere i diritti di cui la persona disabile è titolare. Riconoscerli, non attribuirli. 

Faccio alcune osservazioni che avevo già detto in prima lettura, ma che credo sia importante ripetere. Uno dei nodi che è stato ampiamente dibattuto riguarda l’Area Disabilità. Questa espressione in alcuni ha fatto sorgere il timore di accentramento e controllo. Quello che accade oggi è che, purtroppo, siccome non c’è un’Area Disabilità, le situazioni vengono seguite in maniera discontinua e separata dai vari servizi. Il servizio minori si occupa della disabilità in età minorile, la neuropsichiatria dell’età adulata e di alcune situazioni particolare, eccetera. 

L’idea di creare un’Area Disabilità porta in sé la volontà offrire un servizio continuativo di tutela della persona lungo tutto l’arco corso della vita. Dunque, un coordinamento non finalizzato all’accentramento ed al controllo o chissà a quale altro fine, ma per offrire un servizio globale che possa sostenere la persona con disabilità ed le famiglie che si trovano in difficoltà. 

E’ vero che la famiglia naturale non è l’unico soggetto che fa assistenza e non è detto che sia sempre il soggetto più idoneo all’assistenza; può darsi servano altre persone ad accompagnare il disabile oltre ai propri famigliari. Spesso, però, quello che accade quando le famiglie vengono a trovarsi davanti all’esperienza della disabilità, o all’inizio della vita del bambino o in una fase della vita adulta, non sanno a chi rivolgersi e, a volte, non sono aiutate a conoscere le realtà che offrono assistenza e sostegno, non solo all’interno dell’ISS ma della nostra Comunità. 

Per cui, l’idea di pensare ad un’area che crei coordinamento ha questa funzione di accompagnamento su tutto l’ambito della vita, di formazione e di informazione di coloro che vivono l’esperienza della disabilità. Questo è l’intento di questo progetto e spero sia condiviso e portato avanti. 

Qualche altra cosa sulla questione della Commissione ONU. Non è semplicemente un altro organo in più, perché “ogni tanto vengono fuori organi nuovi” come qualcuno ha detto. E’ la stessa Convenzione, infatti, che prevede la nascita di una Commissione per potere dare attuazione alla Convenzione ONU nei singoli Paesi. 

Piuttosto, parlerei della scelta che abbiamo fatto, che ritengo lungimirante, perché coinvolge i presidenti delle Associazioni di disabili e che fanno assistenza alla disabilità. Coinvolge coloro che vivono l’esperienza della disabilità in prima persona, o coloro che “si fanno vicine”, perché sono loro che sapranno dare più chiaramente le indicazioni da recepire per poter accrescere la possibilità di inclusione e di partecipazione alla vita del Paese. Penso sia importante il fatto che la politica si sia tenuta un passo indietro, non perché la politica sia negativa, ma perché questo favorisce la partecipazione in prima persona. 

Vorrei parlare anche della CASI, del decreto delegato. Mi auguro che questi decreti vengano fuori il prima possibile. Ci si stava già lavorando con alcuni gruppi di lavoro. Nella CASI oggi ci sono tre medici che vengono tutti da fuori territorio con l’intento di dare un giudizio oggettivo, ma nella commissione non c’è nessuno che conosca da vicino la situazione della persona che vive l’esperienza della disabilità e che, magari, è già seguita da alcuni degli esperti all’interno del nostro Istituto Sanitario. La volontà di fare partecipare in commissione altre persone che stanno già seguendo queste situazioni penso possa aiutare alla valutazione. 

Qualche nota sul decreto sui congedi parentali ed in particolare sull’aspettativa. In Italia c’è già la possibilità di avere un’aspettativa fino a due anni, anche frammentata in più momenti, per coloro che assistono una persona con disabilità. E’ una possibilità che possiamo darci anche noi, ma dobbiamo fare una valutazione politica su quelle che sono le opportunità di una scelta di questo genere, sotto tuti gli aspetti, compreso quello del sostegno economico. Il decreto delegato, infatti, non è semplicemente uno strumento nato per togliere gli aspetti più delicati della discussione perché la Legge vada liscia, ma uno strumento più flessibile per dare attuazione, fare valutazioni e capire. 

Spesso vediamo che nel mondo lavorativo, in caso di assunzione di una donna, il diritto all’aspettativa per gravidanza, diventa disincentivante alle assunzioni. Io credo che la nostra comunità debba essere in grado di recepire il valore della scelta di una persona che ritiene importante assentarsi dal lavoro, per un periodo medio-lungo, al fine di assistere un famigliare disabile in certi momenti delicati della vita. Ma dobbiamo educare la nostra società e le nostre aziende a recepire questa cosa, altrimenti rischia di diventare discriminante. Spero che, nel momento in cui approfondiremo questo aspetto, riusciremo a trovare condivisione perché se la politica è unita su queste cose è più forte. 

Anche se ci sarebbero altre cose da dire, non porto via altro tempo, perché credo che se riusciremo ad approvare questa legge nella serata credo sia un successo per tutti. Per cui, avanti!

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