Intervista di Teodoro Lonfernini rilasciata a San Marino Oggi sugli accordi secretati

Intervista di Teodoro Lonfernini rilasciata a San Marino Oggi sugli accordi secretati

Accordi, Lonfernini (Dc): “É ora di conoscerli”
“Sono parafati, questa riservatezza genera sospetto nell’opinione pubblica”

Bilancio, modifica del segreto bancario
e decreti su liquidità e fondo
di garanzia interbancario.
Su questi argomenti si concentra
l’attenzione dei sessanta nel Consiglio
che si apre oggi. E proprio
di questi argomenti ne discutiamo
con Teodoro Lonfernini (Pdcs) relatore
di maggioranza per la legge di
modifica del segreto bancario.


Consigliere Lonfernini,vi aspettano
cinque giorni impegnativi.


“Il Consiglio di fine anno è sempre
un appuntamento molto importante,
forse è davvero l’unico in cui
è giusto dedicare cinque giorni di
lavoro. Rispondendo più nel dettaglio
alla sua domanda, ciò su cui
si dovrebbe puntare l’attenzione è
che quest’anno la legge di bilancio
ha assunto maggiormente l’aspetto
di una Finanziaria dove si è tentato
anche di intraprendere scelte politiche
di fondo, emerge la tendenza
al risparmio dovuta ovviamente al
deficit di bilancio ma che al tempo
stesso mantiene i servizi primari
per i cittadini”.


L’opposizione però è stata molto
critica al riguardo.

“Obiettivamente, credo che chiunque
si fosse trovato a lavorare
sulla finanziaria in questo periodo
di crisi, non avrebbe potuto che
lavorare sulla spesa corrente, che
ha raggiunto valori enormi, valori
che a San Marino sono oggettivamente
sproporzionati. E non credo
proprio che sia uno scandalo se si
cerca di ridurre le spese inutili”.


In questo Consiglio non ci sarà
solo il bilancio. Uno dei temi
più scottanti è la ratifica dei due
decreti sul sistema bancario.

“Il primo, quello che garantisce la
liquidità degli istituti tramite una
linea di credito da parte di Banca
Centrale è stato altamente raccomandato
dal Fondo Monetario
Internazionale e credo che un ente
come l’Fmi sia al di fuori di ogni
sospetto”.


E quello sul fondo di garanzia
interbancario?

“Era da fare addirittura dal 1991,
quando fu siglato l’accordo valutario.
È condivisibile forse che la
tempistica non è stata delle migliori,
vista la chiusura dello scudo
fiscale, e anche l’aliquota poteva
prevedere importi inferiori, ma era
sicuramente da istituire”.


Lei è relatore di maggioranza
per la cosiddetta “la legge di
modifica del segreto bancario”,
cosa cambierà?


“La filosofia che sta alla base del
provvedimento è che San Marino
ha e vuole continuare a ottemperare
agli impegni internazionali.
Segreto bancario e anonimato
societario infatti non sono più i due
elementi trainanti della nostra economia,
anche se va precisato che
non sono stati aboliti e che sono e
restano tuttora presenti. Rimane in
vigore quindi l’anonimato societario
come rimane in essere il segreto
bancario, ma non è più inviolabile.
Come già avveniva di fronte alla
collaborazione giudiziaria. Ora
verrà impedito di opporre il segreto
davanti a richieste di collaborazione
provenienti dalle autorità
preposte di Paesi con cui sono
stati stipulati accordi internazionali
sullo scambio di informazioni. San
Marino dimostra così anche nei
fatti di non essere un Paese che
si presta ad occultare capitali di
dubbia provenienza”.


Quindi il segreto, o meglio la
riservatezza, resta?

“Resta. E solo il Tribunale, Banca
Centrale, l’Agenzia di informazione
finanziaria o l’ufficio di collegamento
sono le autorità sammarinesi
che possono superare il segreto
bancario”.


A proposito di accordi. Con l’Italia
ne rimane da firmare ancora
uno. Cosa cambierà una volta
firmato?

“Avrei piacere di risponderle, ma
non abbiamo visto il testo nonostante
ci sia stata una richiesta a
metà novembre”.


Si riferisce ai lavori del Patto
dopo il primo anno?

“Esattamente. Quello finanziario
ora è stato firmato e diffuso e può
essere anche una fonte di opportunità
per San Marino. Di quello
contro le doppie imposizioni in
materia fiscale faccio fatica a fare
commenti. Coome ho detto prima
ne abbiamo fatto richiesta”.


Si spieghi meglio.

“Credo che dopo un anno non
è più corretta tale riservatezza
nei confronti dei consiglieri della
maggioranza. Io sono convinto
che i segretari e i tecnici abbiano
fatto bene a mantenere il massimo
riserbo durante tutta la fase della
trattativa. Ora però gli accordi sono
parafati e il ritardo viene dall’Italia
e non da San Marino. Quindi il
governo deve essere chiaro con la
maggioranza sui contenuti e sulle
interpretazioni che ne dà. Anche
perché questa riservatezza genera
sospetto nell’opinione pubblica. Io
da segretario non mi assumerei
una responsabilità tale. In questo
momento i balzi in avanti unilaterali
non hanno senso. Ripeto: era giusta
e doverosa la riservatezza fino
alla fine della trattativa. Ora che
da fine giugno sono parafati non la
capisco più”.


A questo punto mi viene da
chiederle com’è il clima in maggioranza.

“Vorrei che fosse sempre più
buono e ottimale. Abbiamo
appena realizzato quanto chiesto
dai lavori del Patto dello scorso
14 novembre. Si è tenuta infatti
venerdì scorso la riunione di tutto il
gruppo consiliare di maggioranza.
Erano cioè presenti i consiglieri di
ogni lista che compone il Patto. Io
auspico che si continui su questa
strada, sul confronto in cui tutti
dicono ciò che pensano e poi agiscono
in base a quanto è emerso
e si è condiviso”.


Ci sono argomenti come i giochi,
che però ripropongono delle
tensioni.


“Sui giochi il Patto ha condiviso
un decreto che protegge la Giochi
del Titano, una realtà che occupa
oltre 100 dipendenti, per i due terzi
sammarinesi. E questo perché si è
valutato che era necessario potenziare
tale struttura. C’era un fattore
di competitività da mantenere visto
quello che avverrà in Riviera con
le nuove norma italiane. Non si è
decisa la moltiplicazione delle sale
o il raddoppio delle macchinette,
ma di aumentarne moderatamente
il numero. D’altronde lo Stato così
protegge un proprio investimento.
Mi consenta di ricordare che da
tempo la Giochi del Titano sta
subendo un calo del fatturato. Si
vuole farla morire? Se si fa un
discorso morale, allora i giochi
vanno eliminati a monte, ma dal
momento che ci sono, credo sia il
caso di mettere da parte le ipocrisie.
E siccome la struttura è dello
Stato credo vada protetta”.


Le critiche attuali riguardano
però il trasferimento della sala.

“Io ho la sensazione che qualcuno
voglia far tornare alla ribalta un
vecchio problema. A Rovereta
l’attuale struttura è inadeguata. La
scelta su dove si deve trasferire
non è ancora stata presa. Va evitato
che una tale questione possa
aprire fratture e crisi nei rapporti
tra i partiti o con l’esecutivo. Credo
che oggi ci siano altri problemi
piuttosto che le questioni legate ai
giochi”.


Passiamo ad una domanda più
“politica”. La Dc sembra un po’
troppo silenziosa…

“Il Pdcs è un elemento centrale
del Patto, sia per i numeri che per
il contesto politico. Io non condivido
questa analisi. Si è lavorato
fortemente per tenere unito e
coeso il ragionamento politico alla
base della maggioranza e ci si sta
riuscendo. Vanno corrette, sia nella
Dc che nel Patto – a mio parere
– le questioni del metodo, perché
bisogna dire basta ai personalismi.
Non sono più condivisi nemmeno
dall’opinione pubblica. Oggi le
scelte devono essere condivise e
i progetti vanno sviluppati. Vedo
nel segretario Pasquale Valentini
le capacità personali e l’integrità
morale necessarie per tale
obiettivo. E credo che nella Dc ci
siano anche persone nuove che
possono aiutarlo nel perseguire
il rinnovamento sia delle persone
che della politica. Stiamo iniziando
le fasi preliminari del Congresso
che si terrà in autunno e mi auguro
che sia l’espressione di una vera
dialettica interna, come negli anni
‘60/’70/’80 dove dagli atti si legge
la passione politica per la Dc. Credo
che l’importante sia l’obiettivo, il
progetto politico che deve far nacere
e crescere personalità in grado
di condurre il futuro del partito e
del Paese”.
FRANCO CAVALI
“Sono parafati, questa riservatezza genera sospetto nell’opinione pubblica”
Teodoro Lonfernini (Dc)

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