Karnak: “Nessuna evasione, abbiamo sempre rispettato la legge italiana e sammarinese”

Karnak: “Nessuna evasione, abbiamo sempre rispettato la legge italiana e sammarinese”

Karnak: “Nessuna evasione, abbiamo sempre rispettato la legge italiana e sammarinese”

L’azienda replica al Sole 24 Ore, l’inchiesta della Guardia di Finanza vuole gettare solo fango, i tribunali ci hanno sempre dato ragione

 

SAN MARINO – 20/04/2011 – “Karnak e Inter.Co sono aziende serie, che hanno sempre rispettato le regole”, è lapidario il commento di Marco Bianchini, presidente di BIHolding, dopo la pubblicazione, oggi sul Sole 24 Ore, dell’articolo “Karnak e la spedizione dei mille (agenti invisibili al Fisco)” a firma di Lionello Mancini. Il gruppo industriale italo-sammarinese ha deciso di rispondere punto su punto alla notizia secondo cui sarebbero sotto indagine per evasione fiscale 812 venditori italiani, tutti appartenenti all’agente monomandatario Inter.Co e dipinti come indebitamente “invisibili” al Fisco. Una notizia che ha sollevato l’indignazione di tantissimi agenti e impiegati del gruppo, che oggi si sono stretti attorno ai propri dirigenti, dimostrando piena solidarietà e difendendo con forza il lavoro fatto e la professionalità dimostrata in 50 anni di storia. E’ facile pensare, inoltre, che simili notizie vengano diffuse solo  per tentare d’influenzare goffamente il tribunale che tra pochi giorni dovrebbe pronunciarsi sul processo penale in corso a Rimini.
 
·         Non è vero che Inter.Co sia solo uno schermo e che i rapporti venissero intrattenuti dalla casa madre, la Karnak SA
L’organizzazione commerciale è interamente gestita dalla Inter.Co, che è un’entità del tutto distinta da Karnak. L’azienda vanta un rapporto di lunga data con il proprio agente generale Inter.Co, che si è sempre distinto per l’alta qualità e professionalità dei propri venditori: uomini e donne che certamente non meritano di essere colpiti nella loro reputazione. E’ sempre Inter.Co, inoltre, a occuparsi interamente di formazione e controllo dei suoi diretti dipendenti e funzionari.
     I tribunali hanno sempre dato ragione a Karnak e al gruppo BIHolding
La Commissione Tributaria di Rimini ha assolto l’azienda già nel 2008. Il gruppo è in attesa della sentenza di secondo grado da parte del Tribunale di Bologna, ma non ci sono ancora date certe. Il processo penale che si sta celebrando a Rimini con l’accusa di evasione fiscale dovrebbe concludersi il prossimo 29 aprile (non il 22 aprile come erroneamente riportato dal Sole 24 Ore) e l’azienda attende con fiducia il verdetto del giudice.
“I tribunali e gli organi equivalenti hanno sempre riconosciuto la correttezza del gruppo e del suo management – ha detto il presidente Bianchini – Per questo riteniamo che il contenuto delle dichiarazioni rilasciate sia gravemente lesivo della nostra immagine e reputazione, continuamente e indebitamente associate all’evasione fiscale. Ci riserviamo perciò di intraprendere le necessarie azioni legali a tutela della nostra azienda, delle persone che ci lavorano e della nostra reputazione”.
·         Non è vero che Karnak ottiene un illecito vantaggio competitivo per la differente pressione fiscale tra Italia e RSM
Il nostro gruppo opera da sempre nel rispetto delle regole di Italia e San Marino, versando milioni e milioni di euro di IVA allo stato Italiano. Sono i due Stati sovrani a definire la pressione fiscale che tutte le aziende prendono esclusivamente come data. La competitività di Karnak viene creata dalla negoziazione dei prezzi d’acquisto e dei relativi costi diretti. L’azienda svolge un lavoro incessante per la selezione e il costante aggiornamento dei propri fornitori. E’ da qui che emerge la nostra competitività. Comprare a prezzi migliori, in grandi quantità e beneficiando dei relativi sconti, ci permette di offrire quel servizio di altissima competitività che le logiche di mercato giustamente pretendono.
In ogni caso, non è competenza di Karnak stabilire la pressione fiscale a livello mondiale e nei diversi paesi. Non è vero che in Italia la tassazione arriva al 40%, ma i redditi delle società sono soggetti a un’imposta del 27,5% (Ires), e un’imposta regionale, Irap, che varia da Regione a Regione. Per esempio per il Lazio, fino al 31/12/2010, ha applicato un Irap del 4,82%, quindi un’azienda che opera nel settore delle forniture per ufficio nel Lazio paga il 32,32% di tasse e non il 40%.
Una precisazione doverosa, inoltre, è che le imposte sono calcolate sul reddito generato dall’azienda e cioè dalla differenza fra costi e ricavi.
A titolo di esempio una società romana, che svolge attività analoga al nostro business, nell’esercizio del 2008 ha evidenziato imposte a favore del Fisco pari allo 0,22% dei ricavi. Nello stesso periodo la Karnak ha pagato imposte pari allo 0,40%: quasi il doppio di quelle versate dal concorrente italiano[1]. Non è consuetudine per le aziende stabilire la propria competitività in relazione alla pressione fiscale, perché la gestione dell’offerta commerciale è nelle prime righe del conto economico relativamente al prezzo di acquisto dei prodotti, e tutti i costi diretti relativi, come per esempio il trasporto e il costo della logistica. E’ solo con queste leve che Karnak oggi lavora sulla sua competitività, trattando e ricercando fornitori e prodotti sempre più competitivi e in linea alle attese del mercato.
 
“Il gruppo BiHolding e Karnak sono una realtà intorno a cui ruotano oltre 1.000 famiglie, senza contare l’indotto generato su San Marino e le province di Pesaro e Rimini. Un gruppo importante, che qualcuno vorrebbe smantellare, utilizzando anche i trucchi più sporchi – ha concluso il presidente Marco Bianchini – Noi siamo consapevoli di aver sempre operato nel rispetto della legge ed è solo con onestà e duro lavoro se siamo diventati leader di mercato. La Guardia di Finanza e certi giornali continuano ad attaccarci, ma noi abbiamo sempre dimostrato di aver ragione, di aver operato correttamente e sono certo che anche stavolta ogni accusa sarà rispedita al mittente. Perché, mi chiedo, si parla sempre e solo di noi nel nostro settore commerciale, mentre s’ignorano altre aziende italiane, che hanno uffici di rappresentanza a San Marino e in altri Paesi europei? Che sia una dimenticanza voluta?”.

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