L’Ocse alza l’asticella anche per San Marino

L’Ocse alza l’asticella anche per San Marino

La parafatura ed anche la firma di 12 accordi contro le doppie imposizione per uno Stato come la Repubblica potrebbero non essere sufficienti per uscire dalla grey list.

A livello internazionale si assiste a un ripensamento delle regole approvate dal G20 di Londra.

Si legge in un articolo di Vittorio Da Rold di IlSole24Ore: ‘Il 14 agosto due vecchie conoscenze dei manuali dell’evasione fiscale, British Virgin lslands e Cayman Islands, con un’intesa siglata con vero tempismo con la Nuova Zelanda, hanno fatto bingo, hanno cioè raggiunto in accordi firmati e ratificati e quindi sono passate di diritto, come deciso all’ultimo G-2o a Londra, dalla lista grigia a quella bianca dei paradisi fiscali Ocse.
Una vera resurrezione, un riciclaggio perfetto e immacolato che ha trasformato due zone finanziarie tra le più sospette del globo in due presentabili stati collaborativi.
Il miracolo è stato possibile con un trucco giuridico perfettamente lecito, ma che lascia più di qualche dubbio sulla reale volontà di collaborazione nello scambio di informazioni fiscali dei due paesi.

Insomma nel prossimo G20 (o addirittura nel Global Forum previsto per i primi di settembre in Messico) potrebbe essere presa la decisione di porre un vincolo non solo formale (stipula di 12 accordi) perché un Paese possa essere ritenuto effettivamente collaborativo.
Fra l’altro San Marino, per l’Ocse, anche con l’ultimo aggiornamento di ieri, continua ad avere al suo attivo solo 2 accordi.

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