La deposizione di Stefano Caringi

La deposizione di Stefano Caringi

In questi giorni abbiamo espresso forte preoccupazione per aver letto, su alcune testate locali e nazionali italiane, che un membro del Coordinamento della Vigilanza di Banca Centrale ha tenuto una deposizione presso una procura italiana nella quale avrebbe espresso giudizi valoriali decisamente fuori luogo per la funzione ricoperta, rivelando forse informazioni coperte da riservatezza per le leggi sammarinesi. I DdC ritengono doverosa la collaborazione per valutare eventuali illeciti, ma stante la mancanza di informazioni, rimangono decisamente perplessi di fronte a quanto sarebbe accaduto e le implicazioni che tutto ciò potrebbe avere per il sistema bancario e la stessa gestione del Paese. Ribadiamo che nei prossimi giorni su questo tema avvieremo delle iniziative istituzionali per appurare quanto è accaduto e capire se le leggi sammarinesi sono state rispettate e se gli organismi competenti sono stati informati di quanto verosimilmente accaduto. Ci sia concessa però una riflessione. Mesi fa avevamo espresso il nostro favore verso la nomina di un cittadino sammarinese alla Presidenza di Banca centrale. Si trattava di una precisa posizione politica per porre un tema che oggi si pone in maniera dirompente nel nostro Stato: quello della formazione di una classe dirigente (intesa a tutto tondo) sammarinese. Senza essere fraintesi e considerati retorici e demagogici rileviamo solo un fatto, tra l’altro inconfutabile. Oggi gran parte dei punti i punti apicali di responsabilità sono in gran parte ricoperti da figure non sammarinesi. Figure di altissimo livello e professionalità, ci mancherebbe, alle quali va tributato massimo rispetto e ringraziamento. Ma dietro a queste figure non sono state create le condizioni per avviare un percorso di crescita di una classe dirigente sammarinese. Da anni formiamo e, dati alla mano, stiamo ancora formando. Calcisticamente parlando c’è chi gioca, e da tempo, e quelli che dovrebbero essere il ricambio non hanno ancora fatto il riscaldamento a bordo campo. Sicuramente San Marino ha bisogno anche di cervelli esterni. Il tema che poniamo è quello che occorre recuperare il rapporto con alcune generazioni di sammarinesi che ci sono scappate di mano. Il discorso sulle nuove classi dirigenti riguarda tutti. Forse è giunto il momento in cui tutta la politica si interroghi su questo tema e si unisca in un’azione comune. Come sarebbe bene, e la nostra è più che una provocazione, che chiunque fosse individuato dall’esterno per servire il nostro Stato giurasse anche sui nostri “Sacri Statuti” prima di ricoprire il proprio ruolo. Tutto ciò a dimostrazione della piena consapevolezza e delle responsabilità che va ad assumersi.

DEMOCRATICI di CENTRO
SAN MARINO, 30 NOVEMBRE 2009

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