La Dna: si è indagato anche su alcuni dirigenti del Casinò di Sanremo

La Dna: si è indagato anche su alcuni dirigenti del Casinò di Sanremo

gioconews.it

La Dna: si è indagato anche su alcuni dirigenti del Casinò di Sanremo

    

Scritto da Anna Maria Rengo

Giovedì 10 Marzo 2011 12:56

 

 Nelle oltre 1.100 pagine della relazione sull’attività della Direzione Nazionale Antimafia c’è anche un capitolo dedicato alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel Casinò di Sanremo, dove si rivela come le indagini, condotte a partire dal 2009, abbiano rivelato il coinvolgimento di vertici aziendali: l’allora direttore dei giochi Paolo Giovannini, il suo vice Roberto Mento e il direttore amministrativo Salvatore Caronia. Una notizia che fa clamore, anche se in realtà nella relazione si citano indagini che aveva preso avvio pure grazie al costante contatto che il presidente del Casinò di Sanremo Donato Di Ponziano aveva instaurato con il procuratore capo di Sanremo Roberto Cavallone, cui aveva segnalato alcuni comportamenti ritenuti anomali che avvenivano all’interno della Casa da gioco.
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C’è inoltre da ricordare che nessuna delle tre persone citate nella relazione è attualmente in forze al Casinò di Sanremo; Giovannini ha lasciato l’ufficio strategie del gioco nell’aprile 2009, Salvatore Caronia se ne è andato nell’agosto dello stesso anno, per andare ad assumere l’incarico di direttore generale dell’Ente giochi del Titano, mentre Roberto Mento è stato sospeso dopo la vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista per le presunte irregolarità avvenute a bordo delle navi da crociera Msc. La casa da gioco ha inoltre proceduto all’istituzione dell’ufficio sicurezza patrimonio aziendale, alla cui guida è stato nominato, nel settembre 2009, Roberto Negro.
A riportare uno stralcio della relazione è il quotidiano La Stampa: «Quanto al Casinò di Sanremo, spa pubblica, indagini del 2009, oltre ad accertare le responsabilità di due croupier che si appropriavano di ingenti somme simulando sistematicamente un cambio di fiches per un importo molto superiore a quello reale, hanno messo in evidenza complicità negli organismi di controllo interno e nell’amministrazione di vertice nella casa da gioco. E’ stato accertato che benché i due croupier violassero tutte le procedure destinate a consentire il controllo di quanto avveniva al tavolo verde, da parte della sala di regia, nessuno degli addetti ai controlli aveva mai fatto alcuna contestazione».
«Più approfondite indagini facevano emergere il coinvolgimento del direttore dei giochi del casinò, Giovannini, del suo assistente Roberto Mento e del direttore amministrativo Salvatore Caronia che attuavano strategie aziendali del tutto negative per il casinò, come ad esempio prevedere percentuali a favore dei porteur basate non sull’entità delle somme giocate bensì sull’entità delle somme cambiate in fiches. È poi emerso che Roberto Mento percepiva una percentuale sulle provvigioni riconosciute ai porteur. Mento risultava avere continui rapporti con Giovanni Tagliamento (già clan Zaza), inserito nelle più pericolose organizzazioni criminali della Liguria».
BUFERA A BORDIGHERA – Intanto, nell’imperiese tiene banco nel dibattito politico la disposizione, di scioglimento, su proposta del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, del consiglio comunale di Bordighera, a causa di infiltrazioni della criminalità organizzata vicina alle famiglie della ‘ndrangheta calabrese. Già diversi mesi fa la situazione era stata denunciata dopo attentati incendiari a diversi esercizi commerciali.
La decisione del ministro è arrivata al termine di una vicenda giudiziaria culminata l’estate del 2010 con l’arresto di otto imprenditori, membri di alcune famiglie di origine calabrese (Pellegrino, Valente, De Marte, Barilaro) alcuni dei quali ritenuti ‘contigui’ alla ‘ndrangheta.

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