La domanda di adesione all’Unione Europea è un investimento per le generazioni future

La domanda di adesione all’Unione Europea è un investimento per le generazioni future

La domanda di adesione all’Unione Europea è un investimento per le generazioni future

“Unione Europea, storia di un’amicizia”. Bello ed evocativo il titolo di una mostra allestita al Museo di Stato che grazie ai Giovani Democratico Cristiani, Konrad Adenauer Stiftung e Fondazione Alcide De Gasperi permette visivamente di gettare uno sguardo sulla storia e sui motivi politici, sociali e culturali della nascita di una delle principali organizzazioni sovranazionali mondiali.

Bella la storia, ma se guardiamo al rapporto di amicizia fra UE e San Marino è un rapporto in alcuni casi platonica, in cui al massimo prima o poi si firmerà un accordo di associazione.

Mentre stati molto più distanti dal nostro e dalla cultura alla base dell’Unione Europea presentano domanda di adesione, noi stiamo a guardare.

In questo la mostra e l’enfasi portata per la sua inaugurazione appare una bizzarria anche in ragione degli ultimi sviluppi geopolitici filo russi collegati al vaccino Sputnik. Mi sarai aspettato lo scorso 12 aprile una celebrazione in grande stile del sessantesimo anniversario del primo uomo nello spazio, visto che abbiamo a San Marino anche un busto di Jurij Gagarin.

Ma ovviamente così non è stato confermando lo strabismo in politica estera. Guardiamo all’Europa, strizziamo l’occhio alla Russia, celebriamo le storiche relazioni con la Cina, ammiriamo gli USA ma restiamo ancorati al rapporto italo sammarinese sempre più sbilanciato verso l’Italia.

I vaccini promessi ma non arrivati sono solo l’ultimo dei temi che i nostri vicini “cugini” fanno mancare in un rapporto talvolta più forma che sostanza. Targhe, frequenze come altri dossier spesso languono senza che i cambiamenti di maggioranze o governi in Italia e a San Marino diano scossoni o nuovi impulsi. Siamo amici quando serviamo – vedi Sputnik o test per le riaperture – siamo lo stato da monitorare quando sviluppiamo politiche nazionali autonome non gradite a Roma.

Il dossier Unione Europea rientra in questo. La classe politica attuale e passata si è auto persuasa che l’Unione Europea non ci vuole. Pensiamo, senza avere mai fatto uno studio serio, che ci siano solo svantaggi. Guardiamo ai problemi interni della UE come se fossero i nostri e anche su questi basiamo il nostro senso di estraneità. Ci facciamo guidare dai tanti dirigenti italiani che ormai popolano la Repubblica in ogni settore che evidentemente non sentono l’impellenza di tema di terzietà estraneo alla loro cultura e formazione.

Chi dava l’UE spacciata per la Brexit, i sovranisti, american first dell’amministrazione Trump, si dovrà ricredere. La pandemia, anche per ragioni squisitamente economiche e finanziarie rafforzerà l’UE aumentando l’equivoco sulla posizione di San Marino. La mia è un’opinione personale ma regolare i rapporti con un accordo di associazione in ottica prospettica non è lungimirante per il Paese soprattutto dopo quando accaduto dal 2020 a oggi. Ora più che mai serve una visione, un atto di coraggio e la domanda di adesione sarebbe un salto di qualità per la politica estera. Un all-in rispetto ai rapporti con la UE in cui chiarire anche zone grigie nel rapporto bilaterale italo sammarinese.

Il trattato sulla UE all’art. 49 stabilisce la base giuridica per uno stato che intende presentare la domanda a cui deve essere aggiunta la idoneità a principi generali come “il rispetto della dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza e lo Stato di diritto; il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze; il rispetto di una società caratterizzata dal pluralismo e dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini” il soddisfacimento dei criteri di Copenaghen e l’introduzione dell’acquis communautaire. Per inciso alcune parti, gli elementi normativi, se il negoziato di associazione si concluderà positivamente saranno già obbligatori per San Marino.

La domanda di adesione all’Unione Europea è un investimento per le generazioni future, un atto di coraggio rispetto a una politica di attendismo che a oggi non ha pagato.

Spero che la mostra sia uno stimolo per la classe politica e di questo ringrazio di GDC. Senza il coraggio e la visione di politici come Adenauer e De Gasperi l’Unione Europea non sarebbe mai nata. La lezione per il futuro è questa. Soli di fronte a sfide epocali che anche San Marino ha davanti non si va da nessuna parte e essere stato terzo è un po’ poco rispetto a quanto l’Unione può dare alla nostra Repubblica.

Marco Podeschi

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy