La PA non è l’epicentro della crisi, Marco Tura,

La PA non è l’epicentro della crisi, Marco Tura,

La Pubblica Amministrazione in questi giorni è diventata per qualcuno la questione centrale della crisi di San Marino, come dire che le colpe dello stato attuale dell’economia sono dei pubblici dipendenti, solo le loro, e non di quei personaggi che hanno sciupato l’immagine del Paese per seguire la chimera dei facili e cospicui guadagni.
Innanzitutto diamo il giusto peso alle cose: i dipendenti pubblici pesano meno del 20% sul totale dei costi della macchina statale, inoltre il loro numero è praticamente invariato da oltre 10 anni.
Tuttavia siamo consapevoli che in questo momento tutti dobbiamo fare qualcosa per aiutare la nostra Repubblica ad uscire dalla palude in cui siamo stati trascinati dalla spregiudicatezza di pseudo imprenditori, da una classe politica a dir poco disattenta e da un sistema giudiziario ingessato.
Purtroppo dobbiamo constatare che il nostro Paese sembra seguire un copione già scritto: c’è la crisi, tagliamo stipendi e servizi della Pubblica Amministrazione. Evidentemente le pressioni di categorie e lobby dalle enormi possibilità contributive sono talmente forti che costringono l’esecutivo a mettere in campo ricette a senso unico.
Infatti nessuna istituzione sembra preoccuparsi di voler esercitare una funzione sociale a protezione dei cittadini più deboli. Va invece impedito che a pagare siano le donne sole con figli a carico e i lavoratori con una storia lavorativa tutta precaria che rischia di rimare tale fino alla pensione, magari garantendo ancora una volta la sopravvivenza dell’imprenditoria malsana, e di quei professionisti senza scrupoli che troppo spesso l’hanno agevolata.
Il ruolo sociale della Pubblica Amministrazione è una questione seria. Per decenni infatti il settore privato non ha rispettato gli obblighi di assunzione dei lavoratori invalidi, un’inadempienza che ha costretto lo Stato a dare loro risposte occupazionali. Sotto il peso della crisi avanza ora l’ipotesi di privatizzare proprio quei servizi in cui lavorano soprattutto le persone invalide.
L’esperienza ci insegna che le privatizzazioni o le esternalizzazioni non sempre si rivelano fonte di guadagno: a fronte di una immediata, ma apparente, riduzione di costi, si devono fare i conti con la sotterranea proliferazione di lavoro nero, sfruttamento della manodopera ed il probabile peggioramento della qualità dei servizi. Basti pensare cosa potrebbe accadere privatizzando le mense scolastiche!

Usciamo invece dai logori copioni fatti di tagli e sacrifici per i soliti noti. Cominciamo a lavorare ad un quadro normativo che incentivi associazioni, cooperative e fondazioni a dare quelle risposte sociali finora solo a carico dello Stato. Acceleriamo il processo di riforma della Pubblica Amministrazione affermando un modello organizzativo più efficiente e quindi più economico puntando sulla valorizzazione delle professionalità. Nell’immediato, cominciamo a tassare yacht, Ferrari ed appartamenti sfitti.

Marco Tura
Segretario Federazione Pubblico Impiego CDLS

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