DUE ARTICOLI DI ILSOLE24ORE DI VENERDì 22 MAGGIO 2009
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Tra Italia e San Marino
All’ombra del Monte Titano guerra di sconti sulla benzina
Andrea Biondi
Il colpo di grazia lo ha dato La Smac Card, cioé la San Marino Card: carta attiva a San Marino dal 1° dicembre 2008, che garan- tisce ai possessori sconti dal 2 al 10% in oltre 300 esercizi com- merciali di varie merceologie. Tra questi, anche i distributori d ibenzina,trasformatisi nell’El-dorado dei transfrontalieri con lo sconto di io centesimi al litro e sulla benzina.
La card non è riservata ai sammarinesi, basta pagare 10 euro. Agli automobilisti italiani assicura così uno sconto che va ad aggiungersi al prezzo più basso della benzina, fino a 12 centesi mi al litro. Dunque,la Smac card aumenta la minaccia per le casse dell’Erario e rappresenta un nuovo incubo per i gestori di località vicine come San Leo o Verucchio – e più lontane, vista la posizione del Titano, confinante con le province di Rimini e di Pesaro e Urbino.
Con la Comunitaria 2008 le file degli amanti del pieno low cost oltre frontiera potrebbero però diventare un ricordo. L’emendamento 22.0200 approvato alla camera aggiunge l’arti colo 22-bis che prevede l’istitu – zione di un Fondo di 2 milioni per ridurre il prezzo della benzi na e del gasolio per autotrazione nelle «regioni confinanti» con la Repubblica di San Marino (da «Il Sole 24 Ore» di ieri). Servi rannol’ok del Senato,il via libera di Bruxelles e un meccanismo at tuativo per questa misura che si inserisce nella cornice della di- rettiva 2003/96/CE. A Rimini Pesaro,tuttavia, i gestori si godo no il primo risultato, sul quale speravano da tempo visto l’emendamento del deputato leghista Gianluca Pini – che è anche relatore della Comunitaria – al Dl154/o8, convertito dalla legge 189 del 4 dicembre 2008. Un intervento che ha portato le misure per ridurre la concorrenza esercitata dai benzinai svizzeri (articolo 2-ter). Poi è arrivata la legge 14/2009 di conversione del decreto 207/2008 che ha for nito un’ancora per le Regioni a statuto ordinario confinanti con l’Austria. In questo caso (articolo 41 commal6sexesdecies) è stato previsto un fondo di 3 milioni.
Se da Friuli alla Val d’Aosta al Veneto le Regioni hanno nel tempo messo in campo provvedimenti per scoraggiare l’esodo verso i Paesi vicini, l’ultimo emendamento per la benzina agevolata ha la particolarità di aggiungersi ai dissapori perduranti fra Italia e San Marino, culminati in episodi come nel ’97 con l'”assedio” alle frontiere da parte della Guardia di finanza su disposizione dell’allora ministro delle Finanze Vincenzo Visco. Ma per non andare tanto indietro con la memoria basta pensare al caso Puntoshop, colosso delle televendite al centro di un presunto caso di esterovestizione e accusato dalla Gdf di omessi ricavi per 200 milioni; oppure agli intrecci societari fra Cassa di San Marino e Gruppo Delta, al centro di un’inchiesta della Procura diForlì. «Non la metterei in questi termini. E solo una questione di concorrenzialità replica il segretario alle Finanze della Repubblica di San Marino, Gabriele Gatti per favorire il potere d’acquisto dei nostri cittadini. Speriamo comunque in una normalizzazione dei rapporti con lo Stato italiano».
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Altro senza firma
Sole 24 Ore di venerdì 22 maggio 2009,
San Marino val bene un pieno
PARADISI
San Marino val bene un pieno
Dall’Alpe al Monte Titano, lo sconto benzina è sempre un dono gradito per le zone di confine: dopo le misure di favore per gli automobilisti vicini alla Svizzera e all’Austria, si preparano le riduzioni al distributore per le province di Rimini e di Pesaro e Urbino. L’entità per litro è ancora indistinta, ma già la Comunitaria 2008 prepara -nella versione approvata mercoledì dalla Camera – un Fondo di 2 milioni per battere la concorrenza erariale di San Marino e ridurre le transumanze automobilistiche da una Repubblica all’altra.
Alla misura di sostegno per i distributori delle province interessate servirà non solo la conferma del Senato, ma anche il nulla osta comunitario. Che, per , nel caso marchigiano-romagnolo, potrebbe essere catalogato come una delle misure anti-paradisi che Stati Uniti ed Europa cercano, da mesi, di mettere a fuoco. Anche un pieno, nel suo piccolo, colpisce l’esportazione indesiderata di valuta.