La Stampa. Altre operazioni sospette allo Ior con risvolti a San Marino

La Stampa. Altre operazioni sospette allo Ior con risvolti a San Marino

La Stampa.
Altre operazioni sospette allo Ior
Il Vaticano: stupiti, ma si chiarirà

Il Riesame conferma il sequestro
di 23 milioni di euro: omissioni
punite dalle norme antiriciclaggio

A Roma, su decisione del Tribunale del Riesame, restano sotto sequestro i 23 milioni di euro dello Ior ritenuti dalla procura oggetto di una movimentazione caratterizzata da omissioni punite dalle norme antiriciclaggio e, nel frattempo, finiscono nel mirino degli inquirenti altre presunte operazioni sospette della banca vaticana.

Due, in particolare, i casi esaminati dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal sostituto Stefano Rocco Fava: riguardano assegni per 300 mila euro incassati su un conto dello Ior presso un’agenzia Unicredit (novembre 2008) ed un prelievo di 600 mila euro fatto da un conto aperto in Intesa San Paolo (ottobre 2008). Quanto alla prima vicenda, gli inquirenti avrebbero accertato che il titolare del conto sarebbe un religioso, ma a negoziare gli assegni, i cui fondi provengono da San Marino, è un prestanome fittizio, Maria Rossi, indicata come la madre del reverendo, ma risultata, di fatto, inesistente.

Per quanto riguarda il prelievo di 600 mila euro dal conto aperto in Intesa San Paolo non sarebbero state rispettate le indicazioni specifiche di natura e scopi dell’operazione previste dalla normativa antiriciclaggio. Nell’arco di un anno, in quell’agenzia, sono stati movimentati complessivamente 140 milioni di euro sui conti riconducibili allo Ior. Tra l’altro nella stessa filiale risultano movimentati alcuni assegni a nome di Don Evaldo Biasini, economo della Congrega del Preziosissimo Sangue, indicato da alcuni quotidiani, nel quadro degli accertamenti sugli appalti G8, come il custode dei fondi neri dell’imprenditore Diego Anemone. Entrambe le vicende sono state segnalate alla procura dall’Uif (Unità di informazione finanziaria). Intanto i vertici dell’Istituto per le opere di religione devono fare i conti con il rigetto del ricorso presentato dai legali del presidente Ettore Gotti Tedeschi e del direttore Paolo Cipriani, indagati per omissioni legate alla normativa antiriciclaggio, contro il sequestro dei 23 milioni depositati su un conto del Credito Artigiano.

La notizia della conferma del sequestro è ‘stata appresa con stupore’ in Vaticano, secondo quanto riferito dal direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. ‘Si ritiene – ha aggiunto – che si tratti di un problema interpretativo e formale. I responsabili dello Ior ritengono di poter chiarire tutta la questione al più presto nelle sedi competenti’. Le motivazioni che hanno indotto il tribunale del riesame, presieduto da Claudio Carini, a mantenere il sequestro preventivo del danaro devono essere ancora depositate. Alla banca vaticana resta ora la strada del ricorso per Cassazione o, in alternativa, quella di indicare al Credito Artigiano natura e scopi (ossia ciò che, per la procura, i due indagati non hanno fatto) della movimentazione dei soldi. Non è, infine, escluso che lo Ior possa anche rivedere i propri rapporti con Bankitalia alla luce della circolare del 9 settembre scorso con la quale sono stati forniti agli istituti di credito indicazioni sui rapporti da tenere proprio con la banca vaticana, considerata istituto di credito extracomunitario. Status che impone a palazzo Koch obblighi di verifiche non semplificati, ma rafforzati.

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