La stampa, Niccolò Zancan, Le mosse di Cosentino per screditare Caldoro

La stampa, Niccolò Zancan, Le mosse di Cosentino per screditare Caldoro

la Stampa

Niccolò Zancan

Le mosse di Cosentino per screditare Caldoro

Nik ’O Americano non se stava defilato a guardare. Nelle carte dell’inchiesta sulla nuova massoneria, quindicimila pagine e molti omissis, il ruolo del sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino assume contorni definiti. Già indagato a Napoli per concorso esterno in associazione camorristica, nell’inchiesta di Roma è iscritto per associazione a delinquere e violazione della legge anti P2. Lavorava attivamente anche lui, con l’imprenditore Arcangelo Martino, il faccendiere Flavio Carboni e il geometra Pasquale Lombardi, alla promozione politica di se stesso. E alla demolizione dell’avversario Stefano Caldoro.

In maniera violenta

Il 16 ottobre 2009 Martino e Lombardi vanno a Roma per perorare la candidatura di Cosentino a governatore della Campania. «Stiamo andando proprio per parlare di te». Cosentino: «Bravo, bravo, bravo…». «Noi andiamo a mettere fine.. O dentro o fuori…». «Ma subito eh…». «Io sono dell’idea che andiamo là e gli diamo un aut aut, diciamo voi siete con noi o contro di noi. Ti piace?». «Va bene, va bene». «Perché poi l’innamorato dei ricchioncelli è accompagnato dal papà…». «È questo il problema, hai capito eh…». «Se non si comportano bene con te, noi gli andiamo a dire: non ci chiamate più e andate a fare in culo». «Va bene». «Ma in maniera proprio violenta, Nicò…». L’incontro romano pare un successo. Lombardi a Cosentino: «È andata bene perché noi li abbiamo ricattati…». «Hum…». «Ora ci avrebbero dovuto già chiamare e pure a te, ma fino a questo momento forse non ci sta il cavaliere». Il 17 ottobre Dell’Utri rassicura Carboni: «Al 90 per cento è fatta». Ma poi la battaglia si complica per i guai giudiziari di Cosentino.

I frocetti

L’associazione segreta incomincia a diffondere la voce dei falsi incontri di Caldoro con i trans. Nick ’O Americano incontra Martino e l’assessore Sica al casello di Caserta Nord. Seguono telefonate che i magistrati ritengono rivelatrici «del carattere ricattatorio dell’operazione». Il dossier contro Caldoro inizia a circolare. Cosentino però non è soddisfatto dell’eco che riscuote: «Io penso che sarebbe opportuno che queste cose venissero evidenziate in un modo diciamo meno, meno…». Martino: «E vabbè, ma questo prima o poi qualcuno lo farà, e non saremo né io e né tu». Il 27 gennaio il tema è sempre lo stesso. Martino: «Qua la cosa importante è culattone». Cosentino: «Eh sì, sì, sì… Vabbuò, togliamo il culattone… Questo è l’obiettivo principale… Il fatto dei frocetti rimarrà nella storia».

A San Marino
Piazzare gli uomini giusti per fare affari. Di questo, secondo gli investigatori, si occupa l’associazione segreta per cui sono indagati anche il senatore Marcello Dell’Utri e il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Scrive il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo: «L’associazione si atteggia come gruppo di potere e d’affari occulto e autonomo…». C’è un incontro da fissare a San Marino a cui lavora Flavio Carboni.

Migliaia di telefonate, la costante preoccupazione di essere intercettati. Lombardi ha cinque numeri di cellulare, una scheda intestata a un ragazzo messicano del 1982. Anche Carboni ha cinque utenze. L’autista di Lombardi: «Si va a piglià ’na scheda e ’o telefono». Martino: «Io posso solo a parlare da qui, hai capito?». Carboni e Verdini il 28 giugno 2009: «Sono sceso dall’aereo in questo istante… Vedrò anche Marcello, sto completando alcune cose che ci riguardano…». Verdini: «Bene, bene. Quando ci vediamo?». «Mi precipito subito da te. Ne parliamo di persona». Appuntamenti a via Veneto. A casa di Verdini. Nell’ufficio di Verdini. Al ristorante da Tullio.

Trame. Tentativi di condizionare i poteri dello Stato. Lombardi a Martino, riferendosi all’ex presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli: «Domani mattina incontrerò il personaggio più importante d’Italia per quel fatto che tu sai…». Momenti di sconforto, anche. Quando Carboni consola l’amico Verdini, travolto dall’inchiesta sulla cricca dei Grandi Appalti. «Mi dispiace, disponi di me per tutto ciò che può essere un contributo al chiarimento…».

I rapporti con il clan Sarno
C’è una parte dell’inchiesta coperta dal segreto. Ruota intorno alla figura di Pasquale De Martino. Il suo nome compare a margine di un tentato omicidio datato 10 giugno 2008. «Un episodio maturato in un contesto criminale di matrice russo-armena», scrivono gli investigatori. L’indagine accerta il legame dei russi con alcuni soggetti italiani: «I fratelli Gianni e Giuliano Micaluso e tale Pasquale». Il fatto è che Pasquale De Martino intrattiene rapporti stretti anche con Flavio Carboni. Al telefono parla spesso di lui: «Bisogna fare finta che Flavio abbia avuto un prestito». In un’altra conversazione spiega: «Gli serve lavorare in Sardegna, gli servono i punti, sta facendo una società. Lui mette una persona sua… Quasi tutte le settimane fanno la raccolta dei fondi».

Gli investigatori sospettano un giro di riciclaggio. Denaro che passa dalle scommesse ad altro, grazie all’interessamento di Carboni. Che infatti è iscritto nel registro degli indagati anche per concorso in riciclaggio: «Per aver trasferito denaro di provenienza delittuosa, impiegandolo nell’acquisto di beni immobili e in attività imprenditoriali, al fine di agevolare un’associazione di tipo mafioso..». Soldi della camorra da reinvestire nell’eolico.

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