Cartoline dal futuro: giovani sammarinesi si raccontano a Rosanna Ridolfi. Oggi la storia di Sofia Muscioni

Cartoline dal futuro: giovani sammarinesi si raccontano a Rosanna Ridolfi. Oggi la storia di Sofia Muscioni

Ci siamo affacciati ancora una volta, con curiosità ma anche con discrezione, sulla soglia delle vite dei ragazzi per ascoltarne la voce, per cercare di capire il rapporto con la Terra dove sono nati, col mondo che li circonda, con gli altri. E loro hanno continuato a rispondere a vecchie e nuove domande con intelligenza, sensibilità, sincerità.

Oggi la storia di Sofia Muscioni.

Parte prima – Autoritratto

Chi è Sofia? 

“Sono una ragazza di 22 anni nata a San Marino. Mi definisco un po’ sopra le righe ma credo sia proprio per questo che piaccio alle persone. Sono estroversa e spesso parlo troppo, ma tendo ad esprimermi solo su argomenti che conosco. Credo di poter affermare di essere anche empatica e coraggiosa”.

 

La tua vita in questo momento… 

“In questo momento sto cercando il mio posto nel mondo, sto tentando di trovare un lavoro e, pur avendo la maturità scientifica, l’università per ora l’ho accantonata.

Studio Giapponese da autodidatta perché ho una passione per il Giappone e i paesi dell’Asia ed un giorno forse mi piacerebbe viverci. Inoltre mi piace tanto ballare e frequento un corso di danza moderna”.

 

Da cosa sono state guidate fin qui le tue scelte? 

“Di solito resto salda sulle mie idee e sui miei interessi perché sono frutto della ricerca che ho condotto fin qui e dunque del continuo ampliamento del mio bagaglio umano.

Mi piace informarmi e anche informare, soprattutto riguardo all’universo femminile.

Tendo il più possibile a percorrere la strada del rispetto verso me stessa e verso gli altri”.

 

Quando devi prendere una decisione ti fidi di più del tuo istinto, di una tua accurata riflessione o dei consigli di qualcuno in particolare?

“Sono una persona molto istintiva e non mi faccio influenzare facilmente, neanche dalle persone più vicine a me”.

 

Ci sono persone dalle quali ti sei sentito aiutata e sostenuta?

“La mia famiglia e i miei amici ci sono stati in un momento molto difficile per me, in cui ho rischiato di prendere una decisione sbagliatissima, spinta dalla paura del fallimento scolastico. Infatti il mio rapporto con la scuola è sempre stato molto problematico ed ho dovuto fare delle scelte non sempre facili perché la mia situazione dall’esterno poteva essere giudicata negativamente. 

La verità è che ho pensato di lasciare la scuola perché ero arrivata ad un punto in cui la mia salute era a rischio. Non ho nessun problema a dire che attualmente sono seguita da una psicologa, anche perché penso che questa ormai sia la normalità per tanti. La psicoterapia mi ha aiutata tantissimo già dai tempi del liceo. Credo che non si dovrebbe stare male per la scuola, ma a me è andata così, probabilmente perché sono una persona che tende ad assorbire la negatività che ha intorno e non la rilascia… Se posso dare un consiglio ai giovani che avvertono lo stesso mio malessere è di non aver timore di rivolgersi allo psicologo, li aiuterà ad essere più in pace con sé stessi”.  

 

Hai modelli di riferimento?

“A volte ne ho tanti e a volte non ne ho nessuno. Solitamente sono gli artisti che ascolto. Mi piace tanto la musica coreana che mi ha fatto scoprire la mia migliore amica; i gruppi che preferisco sono i BTS e gli NCT”.

 

Che idea avevi dell’Università e della facoltà scelta? Hai avuto conferme o qualcosa ti ha deluso?

“Ho frequentato prima la facoltà di Scienze Infermieristiche a Rimini poi la facoltà di Storia a Bologna, entrambe per pochi mesi. I due ambienti non li sentivo miei e sono caduta in una profonda depressione, dalla quale ancora non sono uscita. Tirando le somme direi che sono rimasta delusa di non essere riuscita a sostenere neanche un esame universitario.

Pensandoci ora credo che al tempo non fossi pronta mentalmente ad affrontare questo percorso; ogni volta che pensavo agli esami mi afferrava il panico e mi avvilivo. Non so se in futuro riuscirò a vedermi di nuovo come studentessa, ma se dovessi scegliere di tornare a studiare voglio essere in pace con me stessa e non avere paura”.

 

Cosa pensi del tema del “merito”?

“Il merito ha un ruolo importante se riconosciuto correttamente; in caso contrario può risultare molto dannoso”.

 

Che definizione daresti dell’intelligenza?

“L’intelligenza è saper formulare un proprio pensiero prendendo spunto da più fonti possibili ed attendibili”.

 

Cosa ha il potere di renderti felice?

“La musica, l’arte, l’amicizia, la danza, i miei gatti e il mio cane”.

 

Le emozioni secondo te vanno manifestate o represse? Rappresentano una forza o un limite?

“Io ho sempre represso le mie perché le vedevo proprio come un limite; mentre ora penso che le persone forti siano quelle che riescono anche a piangere in pubblico”.

 

Quale contributo immagini di poter dare al mondo del futuro?

“Vorrei cambiare il mondo per trasformarlo nella versione migliore possibile ma sono consapevole di essere ambiziosa. Nel futuro vorrei dare una voce a chi ora non ce l’ha, porre l’attenzione su tutti gli emarginati, richiedere gli stessi diritti per tutti e contribuire a creare un clima di eguaglianza”.

 

Tornare o andar via definitivamente da San Marino? …

“San Marino è il mio paese natale ma in futuro non mi vedo ad abitare qui. È ancora un luogo troppo chiuso e con poche possibilità per i giovani”. 

 

Parte seconda – Macrocosmo e microcosmo

 

Per la maggior parte delle persone l’Intelligenza Artificiale è diventata una parte imprescindibile della vita. Prova ad immaginare un mondo in cui la tecnologia smette all’improvviso di funzionare…

“L’IA è molto affascinante. Pensare che in un futuro dei robot autonomamente possano per esempio completare un’operazione al cuore mi fa ben sperare nella tecnologia. Ma come per ogni cosa l’eccesso può risultare dannoso.

Certo sarebbe un enorme svantaggio se la tecnologia venisse meno. 

Ci ritroveremmo a vivere come i nostri nonni e magari con la natura come nostro punto di riferimento… Ma a pensarci bene in realtà a me l’idea piace tanto. Certo ciò che potrebbe causare maggior disagio potrebbe essere lo spegnimento definitivo dei nostri cellulari che ormai sono diventati indispensabili per la maggior parte delle persone; per lavorare, editare video, fare conferenze, tutto con questo oggetto che sta nel palmo della mano.

Comunque la tecnologia è un’invenzione umana quindi non credo che da un essere imperfetto possa nascere qualcosa di perfetto; non vedo nella tecnologia delle vere certezze a lungo termine”.

 

Venerdì 17 marzo un gruppo di ambientalisti imbratta Palazzo Vecchio a Firenze con vernice lavabile; il sindaco, che già si trova sul posto, si lancia subito ad aiutare a pulire infamando i “vandali”. Da che parte stai?

“Ho letto dell’episodio su un giornale e sinceramente l’intervento del sindaco mi ha fatto molto sorridere. Il gesto dei ragazzi in sé non è stato così grave ed aveva un significato specifico che il sindaco non ha neanche provato a capire. Se per sollecitare l’attenzione sul cambiamento climatico c’è bisogno di un po’ di vernice, beh io sono dalla parte degli attivisti”.

 

Cosa pensi dell’apertura di nuove centrali nucleari per la produzione di energia? Quali politiche ambientali auspichi per il mondo e per il nostro paese?

“Purtroppo l’apertura di nuove centrali nucleari è il minor male possibile. Non credo che riusciremo mai a soddisfare il bisogno di energia solo con le energie rinnovabili.  Ormai siamo arrivati ad un punto critico in cui o si cambiano le abitudini o si dice addio alle nostre certezze.

Lo so che si sente spesso che tutti noi nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa, ed è vero, ma come pensiamo di migliorare se chi sta in alto ignora il problema o non lo riconosce neppure?”

 

Inquinamento di vario genere, nuove malattie, intolleranza, guerre, disastri naturali: tutto sembra congiurare per far perdere la speranza all’umanità. Tu cosa ti aspetti? Cosa temi? Cosa speri?

“La mia psicologa mi invita sempre a sperare nel futuro ma io da pessimista quale sono penso che forse se noi umani ci estinguessimo non sarebbe negativo per la terra”.

 

Senti di poter offrire una visione alternativa a quella della narrazione ufficiale secondo cui i ragazzi sono ormai tutti anaffettivi, nichilisti ed annoiati e che finiscono con il manifestare il loro disagio con comportamenti violenti o asociali? 

“I ragazzi di questa generazione che sono cresciuti con i social ed internet hanno imparato a condividere tanto con gli amici virtualmente e poco con gli amici di persona. Non penso che questo sia del tutto negativo perché un amico è sempre un amico, ma a volte on line si conoscono persone che non raccontano la verità. 

Personalmente credo che si dovrebbero controllare i telefoni dei più piccoli e anche segnalare comportamenti asociali perché possono portare in casi estremi anche al fenomeno delle sparatorie nelle scuole e nei luoghi pubblici come in America dove dal primo gennaio ad oggi hanno raggiunto la quota di una al giorno. Ma il fenomeno dell’isolamento è tipico anche della nostra società, gli adolescenti di solito non condividono con gli adulti quel che gli accade e si immergono sempre più nella realtà virtuale di Internet. E questo è il primo passo verso un’emarginazione che può condurre anche a scelte sbagliate”.

 

Da cosa dipende secondo te una buona qualità della vita per le persone? 

“Io credo dipenda dal poter fare le cose che ci piacciono, circondandoci di persone che ci vogliono bene e che ci amano per come siamo”.

 

Come definiresti la cultura? 

“Per me la cultura è fondamentale e ci permette di evitare degli errori di pensiero.

Nel mondo dovrebbe essere un qualcosa a cui tutti aspirare. Non penso che per forza sia necessario frequentare un’università per ritenersi persone acculturate. Io non sono più una studentessa ma amo studiare, anche se lo faccio con i miei tempi”.

 

Nella nostra epoca spesso è la latitudine alla quale un essere umano si trova a nascere che ne determina la qualità della vita e le opportunità…

“Quando ero piccola mi chiedevo perché fossi nata a San Marino invece che in Africa per esempio. In realtà è un caso ma fa la differenza tra una vita normale o una vita in cui devi continuamente lottare per sopravvivere. Gli italiani sono emigrati in America per cercare fortuna e ancora adesso i nostri giovani emigrano per studiare o lavorare. Io penso che qualsiasi persona si trovi in un posto che non gli piace abbia il diritto di cercare un altro luogo in cui vivere e immagino che ciò sia insito nella natura umana. Chi scappa dalla fame e dalla guerra sta semplicemente mettendo in atto questo meccanismo ma per farlo ha a disposizione meno denaro o nulla. Un ragazzo siriano che scappa dalla guerra emigra come un ragazzo francese che si sposta in Belgio per studio o per lavoro, solo che il primo rischia la vita per tutto il tempo.

Io sono favorevole all’accoglienza dei profughi e mi piacerebbe che San Marino accogliesse alcuni ragazzi in fuga dai continenti più poveri come ha fatto per gli sfollati Ucraini, e si potrebbero organizzare anche dei progetti con le scuole. Quello che mi dispiace è che i telegiornali facciano terrorismo sull’invasione di questi sopravvissuti quando in realtà non si tratta per niente di un’invasione”.

 

Considerato anche quanto avviene nel resto del mondo, tu trovi che una giovane donna oggi abbia sufficienti opportunità? Quali sono, se ritieni che ci siano, gli ostacoli in cui più frequentemente ci si imbatte ancora?

“Noi donne europee siamo più fortunate delle donne per esempio del medio oriente; questo non vuol dire che la nostra condizione sia perfetta. Le opportunità qui ci sono ma siamo sottoposte all’influenza del patriarcato ogni giorno. Dobbiamo essere sempre impeccabili al lavoro e come se non bastasse a parità di ruolo noi guadagniamo spesso il 15% in meno degli uomini. 

Se in Italia c’è un femminicidio circa ogni due giorni, in Iran le donne sono picchiate ed uccise se non indossano il velo. 

In America si diventa presentatrice del meteo solo se si hanno delle belle gambe e un bel décolleté (e non importano le capacità…) mentre in molti paesi poveri del mondo le ragazze sono ancora sottoposte alla mutilazione genitale femminile. 

Parlo sempre tanto di universo femminile perché c’è ancora molto da scoprire a ogni latitudine e troppo spesso siamo trattate come una proprietà invece che come esseri umani”.

 

Maternità surrogata: la tua opinione.

“Io sono favorevole, ma non più se diventa uno strumento di sfruttamento di donne povere.

Credo ci voglia un grande amore per partorire un figlio e molto di più per “prestare” il proprio corpo affinché qualcuno possa avverare il suo sogno.

Poi come avviene in ogni cosa ci sono sfruttati e sfruttatori e qui dovrebbero intervenire delle leggi adeguate.”

 

Parte terza – Cosa ti passa per la mente se ascolti queste parole:

 

Trasgressione: la forma più grande di espressione.

Emarginazione: razzismo, bullismo, omofobia. 

Coscienza: è un concetto difficile ma penso sia quella parte del nostro pensiero che decide ogni giorno che persona si è.

Dio: una scappatoia. 

Compromesso: un accordo che facciamo con noi stessi per sentirci più sereni …

Paceun ideale da inseguire. 

Amore: una spinta inaspettata che ti fa fare cose che non sapevi di poter fare.

Pudore: vergogna e soppressione della propria sessualità. 

 

Per terminare questa nostra conversazione cita una frase dal libro che più ti è piaciuto fra quelli che hai letto. 

Si prova solitudine 

ma non si è soli

Rupi Kaur – Homebody 

 

E infine un verso di un poeta o di un cantautore che secondo te ti rappresenta o in cui ti rispecchi. 

“I’m afraid of falling but not landing”  

“Ho paura di cadere ma non di atterrare”

Min Yoongi

 

Grazie Sofia!

 

 A cura di Rosanna Ridolfi

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