La Svizzera, diversamente da San Marino, a quota 0 ufficialmente per l’Ocse

La Svizzera, diversamente da San Marino,  a quota 0 ufficialmente per l’Ocse

Svizzera e Repubblica di San Marino, almeno ufficialmente, per l’Ocse si vengono a trovare ora in posizione invertita rispetto ai 12 accordi contro le doppie imposizioni (secondo il nuovo standard), necessari per lasciare la ‘grey list‘.

Infatti la Repubblica di San Marino figura nei rapporti Ocse a quota 2, mentre la Svizzera ufficialmente per l’Ocse è ancora a quota 0 nonostante l’annuncio di aver raggiunto tutti i 12 accordi ed anzi di essere andata oltre con la trattativa col Qatar. Dove sta l’inghippo? Si ha l’impressione che tutto derivi dal fatto che comunque la Svizzera (che, fra l’altro, continua a tenere celati i testi di tali accordi) ha la necessità di sottoporre, almeno il primo di detti accordi, a referendum popolare.

Si legge su un giornale svizzero: ‘ad avviso del Consiglio federale la prima Convenzione di doppia imposizione approvata dal Parlamento e contenente le nuove disposizioni sull’assistenza amministrativa dovrà essere sottoposta a referendum facoltativo conformemente alla vigente prassi‘ Inoltre va osservato che detti accordi svizzeri contro le doppie imposizioni (CDI) sono solo ‘parafati’. ‘La parafatura designa l’adesione a un trattato attraverso l’apposizione delle iniziali (= parafa). In tal modo nei casi delle CDI (e di altri trattati internazionali) i plenipotenziari confermano l’autenticazione del testo. Tuttavia, una CDI può entrare in vigore solo quando è stata firmata dopo l’autorizzazione del Consiglio federale e successivamente approvata dal Parlamento. La convenzione deve pure essere stata approvata dallo Stato contraente. Le CDI che prevedono importanti obblighi supplementari soggiacciono al referendum facoltativo.

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