La Svizzera risponde positivamente alle richieste Ocse

La Svizzera risponde positivamente alle richieste Ocse

La Svizzera intende riprendere lo standard OCSE nell’assistenza amministrativa in materia fiscale

Berna, 13.03.2009 – In data odierna il Consiglio federale ha stabilito che la Svizzera intende riprendere lo standard OCSE nell’assistenza amministrativa in materia fiscale, in conformità con l’articolo 26 del modello di Convenzione dell’OCSE. Questo consentirà di sviluppare, su richiesta concreta e motivata, in singoli casi, lo scambio d’informazioni con altri Paesi. Il Consiglio federale ha deciso di revocare la relativa riserva riguardo alla Convenzione ed è disposto ad avviare negoziati sulla revisione di convenzioni contro la doppia imposizione. Il segreto bancario svizzero è mantenuto.

La decisione del Consiglio federale di riprendere lo standard OCSE nell’assistenza amministrativa in materia fiscale, in conformità con l’articolo 26 del modello di Convenzione dell’OCSE non ha alcuna conseguenza per i contribuenti residenti in Svizzera. Essa non muta neppure, nel diritto interno, le possibilità delle autorità fiscali svizzere di accedere a dati bancari.


Il Consiglio federale riconosce che il desiderio di un’adeguata protezione della sfera privata del cittadino rimane profondamente radicato nella popolazione svizzera. È perciò deciso a mantenere il segreto bancario e respinge fermamente uno scambio di informazioni automatico. La sfera privata dei clienti continuerà a essere protetta da tentativi non autorizzati di conoscere le situazioni patrimoniali.

Il segreto bancario non copre tuttavia i reati fiscali. Sulla scia della globalizzazione dei mercati finanziari e in particolare alla luce della crisi finanziaria, la cooperazione internazionale in ambito fiscale ha assunto maggiore importanza. Il Consiglio federale continuerà a sostenere attivamente gli sforzi in tal senso.

L’attuazione dell’odierna decisione del Consiglio federale dovrebbe avvenire nel quadro di convenzioni bilaterali di doppia imposizione. Lo scambio d’informazioni ampliato avrà ripercussioni pratiche solamente con l’entrata in vigore di tali convenzioni, da rinegoziare. Inoltre, nelle relazioni con l’UE, dovrà seguire un adeguamento dell’Accordo sulla fiscalità del risparmio. Inoltre, per la Svizzera sono di importanza basilare il miglioramento dell’accesso al mercato per le prestazioni di servizio finanziarie transfrontaliere e condizioni analoghe nella disponibilità a fornire informazioni e nella qualità di queste ultime.

Per il Consiglio federale, i seguenti elementi sono irrinunciabili per la sua futura politica in materia di assistenza amministrativa nelle questioni fiscali:

– salvaguardia della certezza del diritto;
– assistenza amministrativa nelle questioni fiscali limitata a casi singoli (sono escluse le «fishing expeditions»);
– soluzioni transitorie eque;
– limitazione alle imposte considerate dalla Convenzione;
– principio di sussidiarietà conformemente al modello di Convenzione dell’OCSE;
– disponibilità a eliminare le discriminazioni.
Il Consiglio federale si adopererà anche in futuro affinché la cooperazione transfrontaliera nelle questioni fiscali si svolga esclusivamente seguendo i canali previsti dai trattati.

Il Consiglio federale è persuaso che la decisione di riprendere lo standard OCSE nell’assistenza amministrativa in materia fiscale accrescerà sia l’accettazione delle condizioni quadro legali della nostra piazza finanziaria presso i nostri principali partner, sia la certezza del diritto per i clienti delle nostre banche. Questo passo preserverà la concorrenzialità e l’importanza internazionale della piazza finanziaria svizzera, ciò che rafforzerà parimenti l’intero comparto finanziario svizzero e garantirà posti di lavoro in Svizzera.
(Confederazione svizzera, Dipartimento federale delle finanze)

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