La Tribuna Sammarinese: L’inquietante delibera del 9 luglio pare dire: “Lo Stato è in ginocchio servono soldi subito

La Tribuna Sammarinese: L’inquietante delibera del 9 luglio pare dire: “Lo Stato è in ginocchio servono soldi subito

La Tribuna Sammarinese

Dibattito serrato intorno alla consulenza d’oro decisa dal Congresso di Stato
pochi minuti prima della crisi di governo

L’inquietante delibera del 9
luglio pare dire: “Lo Stato è in ginocchio servono soldi subito

 Con
l’acqua alla gola il governo approva la delibera di spesa per la consulenza alla
Rothschild Spa con la speranza di poter ottenere quei finanziamenti
internazionali fino ad oggi negati.

Giuseppe Maria Morganti

Saranno 300.000 gli euro
che lo Stato verserà
alla Rothschild S.p.A.
affinchè lo aiuti a identificare
scelte strategiche
per il rilancio del sistema
finanziario, per l’individuazione
di nuovi investitori
in questo campo
e per individuare idonei
strumenti e soggetti
finanziari sul mercato
internazionale attraverso
i quali reperire risorse.
Oltre a tale cifra lo
Stato verserà 60mila euro
di Iva allo Stato italiano
e ulteriori 3.000 euro
di spese di bollo. Se poi
i risultati verranno raggiunti,
il governo deciderà
di versare un ulteriore
parte di denaro che viene
però mantenuta segreta
e definita con la seguente
dicitura: “Si riserva
di autorizzare con ulteriore
successiva deliberazione
la restante parte
di compenso di risultato
(success fee) per i servizi
di cui alle lettere B)
e C) dell’articolo 1.1 della
proposta di mandato
d’incarico (i cui contenuti
restano riservati) posto
agli atti della presente seduta
sulla base dell’evoluzione
delle stesse, previa
determinazione dell’ammontare
in funzione dei
finanziamenti e/o investimenti
e comunque preliminarmente
al verificarsi
delle condizioni che ne
comportano il pagamento”.
Il testo fra virgolette
è esattamente quello
della delibera del governo.
La sfida è ovviamente
quella di riuscire a capirne
il significato. I ‘success
fee’ non potevano avere,
infatti, descrizione più
indecifrabile, ma le perplessità
sul mandato conferito
alla Rothschild non
si limitano solo alle difficoltà
interpretative della
delibera che il Congresso
di Stato ha approvato nella
seduta del 9 di luglio,
quando la crisi di governo
era ormai conclamata. La
prima perplessità riguarda
il compito assegnato
alla società di consulenza
per individuare strategie
di ‘salvezza’ per il sistema
bancario, quando lo Stato
paga circa 6 milioni di
euro l’anno per tenere in
vita Banca Centrale, l’organo
che dovrebbe avere
fra i suoi compiti principali
quello di garantire la
stabilità e lo sviluppo del
sistema finanziario. Perplessità
ancora più grande
è quella legata alle motivazioni
che hanno mosso
il governo uscente ad
approvare in condizioni
di assoluta emergenza
una delibera che ha nelle
sue finalità quella di
“adottare nel breve termine
scelte strategiche tese
…”all’individuazione delle
risorse finanziarie necessarie
al finanziamento
del debito pubblico e
degli investimenti dello
Stato”. La tempistica e la
motivazione non possono
che condurre a valutare
molto grave la situazione
della finanza pubblica.
E che la situazione
fosse ‘grave’ lo si è iniziato
a capire dall’esame dei
pochissimi dati che l’amministrazione
fornisce
sull’andamento della finanza
pubblica. In particolare
la tendenziale riduzione
della liquidità dello
Stato, che da anni non ha
mai subito flessioni, rappresenta
un chiaro indice
della decadenza. Questa
perplessità indica come
la questione Rothschild,
non possa essere
spesa come la soluzione,
e anche nel caso andasse
a buon fine, significherebbe
solo il rinvio di un
problema che comunque
dovrà essere affrontato.
L’unica soluzione possibile
è quella di un riavvicinamento
della spesa pubblica
alle reali potenzialità
delle entrate che negli
ultimi 4 anni sono radicalmente
diminuite. Non
solo il prestigioso gruppo
finanziario non è impegnato
in prima persona
nel finanziamento del
debito pubblico sammarinese,
essendo chiamato a
fornire solo una semplice
consulenza, ma una volta
istituito il fondo sovrano,
le obbligazioni dovranno
poi essere collocate sul
mercato. Si tratta ancora
una volta di funzioni tipiche
delle banche centrali
che sono poi le depositarie
di tutte le informazioni
relative all’emissione
e al collocamento dei
titoli sovrani. L’unica giustificazione
nell’assegnare
il compito sta quindi
nel fallimento di politiche
già sperimentate attraverso
Banca Centrale,
e la consegunte necessità
di provvedere attraverso
un altro ente capace
di affrontare con maggiore
speranza di successo
la problematica. Le risorse
per finanziare questo
‘supplemento’ di consulenza
dovrebbero quindi
provenire dai risparmi
che potrebbero facilmente
essere effettuati nel finanziamento
dell’Istituto
Centrale.

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