È stata battezzata Varano la nuova indagine che il procuratore della Repubblica di Forlì, Fabio di Vizio, sta portando avanti a colpo di arresti, non avendo ancora concluso, con rinvio a giudizio o proscioglimento o archiviazione, l’indagine precedente denominata
Re Nero, avente ancora per oggetto il settore finanziario di San Marino ( dodici banche
e
cinquantotto finanziarie
).
L’indagine Varano si caratterizza subito per una esposizione mediatica senza precedenti. Telecamere e giornalisti invitati ad assistere all’arresto delle persone messe sotto i riflettori.
Ancora una volta le motivazioni sarebbero, associazione a delinquere, riciclaggio, esercizio abusivo della attività bancaria… E non più per un supposto scorretto collegamento fra un istituto sammarinese (Asset Banca) ed un istituto italiano (Banca di Credito e Risparmio di Romagna, Bcrr) con quest’ultimo ritenuto di fatto una proprietà occulta del primo.
Questa volta il collegamento – ritenuto anche questo irregolare? – è fra la Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino e il Gruppo Bancario Delta, un ente che figura come partecipato dalla Cassa in modo esplicito, dichiarato ed autorizzato da Bankitalia.
La clamorosa messa in scena mediatica pare quasi una reazione al clamore suscitato dal
dissequestro da parte della Corte di Cassazione di una somma di danaro in trasferimento dalla filiale di Bankitalia di Forlì alla Carisp di San Marino, somma posta sotto sequestro da parte proprio di Di Vizio. Lo fa pensare ad esempio questa dichiarazione dello stesso Di Vizio rilasciata ieri in conferenza stampa a Forlì a proposito appunto di detto sequestro-dissequestro: ‘ci ha indotto a procedere con degli approfondimenti che hanno fortemente impegnato l’attività degli inquirenti con il controllo di un milione e duecentomila assegni‘ (Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino).
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–Partecipazioni Carisp San Marino
–la storia del Gruppo Delta