Qualcuno ha deciso di:
• liberalizzare l’assunzione dei frontalieri(fino al 30% dell’organico aziendale);
• prendersi la libertà di far assumere giovani dai 18 ai 32 anni con contratti ad hoc,che non esistono nelle leggi,in accordo fra Segreteria al Lavoro e azienda;
• allargare l’utilizzo dei co.co.co fino al 30% del numero dei dipendenti;
• allungare il periodo degli stages ,dei contratti a tempo determinato, dei contratti in formazione (in quest’ultimo caso riducendo anche il reddito da garantire), quasi sempre senza automatismi verso un lavoro più stabile;
• abbassare le sanzioni contro il lavoro nero;
• permettere una sanatoria dei lavoratori attualmente assunti in nero, anche frontalieri, pagando cifre ridicole;
• permettere ai pensionati di lavorare fino a 18 ore settimanali;
senza nessun potenziamento degli ammortizzatori sociali nè delle politiche attive nè delle possibilità di formazione. E ha deciso tutto questo PER DECRETO LEGGE, quindi come fossero cose necessarie e urgenti!
Esistono 2 forme di flessibilità, fondamentalmente: quella alla danese (flex-security) e quella all’italiana (che vediamo che disastri sta provocando a livello sociale). Perchè noi scegliamo sempre la peggiore, quando avremmo di fronte un modello, quello danese, da cui potremmo solo imparare?
Andrea Zafferani
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