Lavoro nero e sicurezza a San Marino. Report Csu

Lavoro nero e sicurezza a San Marino. Report Csu

Lavoro nero e morti bianche,
fenomeni correlati e in aumento, a cui non sono immuni le imprese
sammarinesi. Sono infatti 290 i dipendenti irregolari scovati
solo nei primi otto mesi dell’anno, mentre delle quattro morti
bianche registrate negli ultimi quattro anni, tre vittime
lavoravano in nero. Csdl e Cdls, presentando alla stampa
l’incontro “Lavoro nero e sicurezza sul lavoro” che si terra’
questa sera nella sala del Castello di Domagnano, portano alla
luce i numeri del fenomeno e si interrogano su come “spezzare la
catena”. La crisi, infatti, non sembra la sola responsabile. I
sindacati lamentano anche la mancanza di deterrenti. Dopo un
agosto rovente, in cui si e’ registrata l’ultima morte sul lavoro
di un operaio in nero e in cui e’ scoppiata la bomba della
“tratta delle schiave”, ovvero la scoperta del traffico di donne
dell’est scortate quotidianamente da protettori in una lavanderia
industriale, si cerca di capire cosa c’e’ sotto la punta
dell’iceberg.
I numeri delle visite ispettive dell’ufficio del Lavoro hanno
registrato un’impennata negli ultimi anni: dalle 309 del 2005
sono passare a 5.394 nel 2009, mentre solo nei primi mesi di
quest’anno sono state 3.595. Queste ultime hanno portato gli
ispettori a produrre 1.066 contestazioni nel 2010 per rilevare
anche 290 lavoratori in nero. Un numero enorme rispetto al trend
degli ultimi anni: dal 2005 al 2009 i dipendenti irregolari
riscontrati erano stati in tutto 607. I settori piu’ colpiti
dalla piaga del nero sono i servizi, al primo posto, e il
commercio al secondo.

“Gli ispettori del lavoro hanno
aumentato i controlli in modo consistente- spiega Marco Beccari,
segretario generale della Cdls- ma di fatto poi il loro lavoro
viene vanificato”. Complice una legge poco severa: “Molte
situazioni sono state regolate come prevede la legge, con il
pagamento di un’ammenda- prosegue Beccari- una procedura a cui
spesso i datori di lavoro accedono perche’ non costa molto e
conviene rischiare”. Le ammende si aggirano tra gli 800 e i 1.500
euro: “Sono sanzioni amministrative contenute”.

Non solo, al danno si aggiunge la beffa: le contestazioni non
si traducono automaticamente nella riscossione delle multe,
perche’ spesso i ricorsi alla magistratura sono accolti.
“Vincono- aggiunge Beccari- perche’ si trovano tutti gli
escamotage possibili per affossare tutto”. Gli fa eco Gilberto
Piermattei, Csdl: “La denuncia degli ispettori viene vanificata
dall’attivita’ del Tribunale amministrativo che, sulla base del
ricorso delle aziende, in tantissime occasioni ha applicato una
normativa non sammarinese”. Per Piermattei, infatti,
l’accoglimento e’ fondato sul principio che la presenza
occasionale nell’ambiente di lavoro non e’ ritenuta sufficiente a
confermare l’esistenza di un rapporto subordinato. “Ci siamo resi
conto- denuncia quindi Beccari- che il Tribunale non sta facendo
un buon lavoro sia sul fronte dell’occupazione irregolare sia su
quello degli infortuni, dato che i processi stanno andando tutti
in prescrizione”. Sono sei i procedimenti piu’ rilevanti aperti e
a rischio di risolversi in un nulla di fatto, spiega Enzo Merlini.

Per discutere “dell’inconcludenza da
parte della magistratura nel procedimento penale sugli infortuni
e nelle denunce degli ispettori del lavoro”, la Csu chiede da
mesi di incontrare il segretario per la Giustizia, Augusto
Casali, e il dirigente del Tribunale, Valeria Pierfelici. “Ma da
quando abbiamo presentato la richiesta, quattro mesi fa- lamenta
Beccari- non ci e’ stata data risposta”.

A far crescere i malumori nei confronti dell’esecutivo anche
la mancanza di provvedimenti, dopo la scoperta della tratta delle
schiave, nei confronti della Lavanderia sammarinese, “un’azienda
che lavora per l’80% con appalti dello Stato”, chiosa Piermattei.
In sostanza, al tavolo con l’esecutivo e con il dirigente del
Tribunale, la Csu porterebbe le sue proposte per ridurre i
fenomeni: tra cui introdurre una procedura congrua e progressiva
per i reati legati al lavoro nero, dotare di poteri di polizia
giudiziaria gli ispettori del lavoro, infine, intervenire per
evitare l’archiviazione e la prescrizione dei processi sulla
sicurezza dei luoghi di lavoro.

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