Le Banche svizzere si convertono alla trasparenza Ocse, G. Frontoni Italia Oggi

Le Banche svizzere si convertono alla trasparenza Ocse, G. Frontoni Italia Oggi

Italia Oggi

Banche svizzere in trasparenza –
Svizzera, ok a scambio dati anche su basi parziali

Gabriele Frontoni


Svizzera, ok a scambio dati anche su basi parziali

Nuovo spiraglio sul contrasto all’evasione fiscale
perpetrata attraverso le banche elvetiche. A pochi giorni dal giudizio negativo
espresso sulla Svizzera dal Global Forum sulla trasparenza, il governo di Berna
ha deciso di venire incontro alle richieste dell’Ocse e si è dichiarato pronto
a fornire assistenza amministrativa alle autorità fiscali estere anche se
l’accertamento dell’identità della persona interessata verrà effettuato con
mezzi diversi dal nome e dall’indirizzo. Oppure se lo Stato richiedente non
sarà in possesso del nome e l’indirizzo del detentore dell’informazione. In
altre parole, via libera allo scambio di informazioni anche in presenza
soltanto di numeri di conti correnti o di informazioni soltanto parziali sul
presunto evasore. Un bel passo in avanti, che dovrà ottenere adesso il disco
verde da parte del Parlamento. Finora le disposizioni sull’assistenza
amministrativa nelle convenzioni per evitare le doppie imposizioni (Cdi)
negoziate da Berna con altri paesi prevedono che la richiesta di informazioni
relative a presunti evasori venga corredata dal nome e dall’indirizzo del
contribuente e del detentore delle informazioni, come ad esempio la banca.
«Dobbiamo decidere se vogliamo di nuovo avere problemi in questo campo oppure
se siamo disposti ad adattarci con misure che sono possibili senza creare danni
all’economia e alla piazza finanziaria elvetiche», ha dichiarato il ministro
svizzero delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf. Nessuno sconto, invece, sulle
fisching expedition ovvero sulla ricerca indiscriminata di informazioni, per
cui la Svizzera
non sembra essere pronta a cedere di un millimetro. Ma cosa ne sarà delle
convenzioni fiscali già approvate o ancora pendenti? «Per gli Stati con i quali
è già stata firmata, ma non ancora ratificata una Cdi (Canada, Germania,
Giappone, Grecia, India, Kazakistan, Paesi Bassi, Polonia, Turchia e Uruguay),
la disposizione concernente l’assistenza amministrativa potrà essere precisata
nella convenzione nel quadro di una procedura amichevole o di uno scambio
diplomatico di note», hanno avvertito i membri del governo svizzero. Nel caso
delle convenzioni già approvate dal Consiglio nazionale e dal Consiglio degli
Stati (come quelle con Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna,
Lussemburgo, Messico, Norvegia, Qatar e Stati Uniti), invece l’esecutivo ha previsto
di fare approvare mediante decreto gli adeguamenti alla prassi in materia di
assistenza amministrativa.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy